Dal lago riemerge l’antica dogana della Valvestino

di Luciano Scarpetta
La dogana in tempi di pienaL’antica dogana della Valvestino: sommersa con la creazione del lago artificiale, in questi giorni è completamente ritornata alla luce
La dogana in tempi di pienaL’antica dogana della Valvestino: sommersa con la creazione del lago artificiale, in questi giorni è completamente ritornata alla luce
La dogana in tempi di pienaL’antica dogana della Valvestino: sommersa con la creazione del lago artificiale, in questi giorni è completamente ritornata alla luce
La dogana in tempi di pienaL’antica dogana della Valvestino: sommersa con la creazione del lago artificiale, in questi giorni è completamente ritornata alla luce

Da sempre terra di confine e di contrabbando, prima tra il principato vescovile di Trento e Venezia e in seguito tra il regno d’Italia e l’impero austriaco, nei territori della Valvestino ancora oggi sono tangibili i segni del passato. IN QUESTI GIORNI soprattutto, caratterizzati dai periodici svuotamenti dell’alveo artificiale della diga di Valvestino, attualmente molto «povero» di acqua. Qui emerge sinistra dal lago la sagoma dell’ex casello della dogana: mai come stavolta è possibile osservare i ruderi in località Lignago, dove l’edificio era adibito un tempo al controllo delle merci in entrata e uscita dall’Austria Ungheria. Normalmente ne spunta al massimo la «punta», ma in questi giorni l’antico rudere è visibile per intero, completamente riemerso sin dalla base, ed è davvero una visione rara. In un territorio dove transitava il carbone vegetale della Valvestino verso l’italiana riviera del lago, dominata della Repubblica di Venezia. L’edificio si nota distintamente dalla provinciale, circa tre di chilometri dopo aver oltrepassato il muro della diga costruito ad inizio degli anni ‘60, provenendo da Gargnano. Negli anni la dogana ha saputo conservare intatto tutto il suo fascino e non a caso in questi giorni le rovine sono ricercatissime dagli obiettivi dei fotografi. Nulla a che vedere comunque con la siccità, che per il momento non sta creando grossi problemi né al lago di Valvestino né al lago di Garda: l’apertura della diga e lo svuotamento dell’invaso sono attività programmate da Enel e tra l’altro condivise con le istituzioni locali. Vero è che perdura in tutta l’area una prolungata assenza di precipitazioni, ma in realtà il lago di Garda è su livelli di riempimento superiori alla media. La misura al 28 febbraio è di 126,2 centimetri sopra lo zero idrometrico, con un deflusso di 30 metri cubi al secondo, ben più alta di un anno fa, quando al 28 febbraio 2019 era attestata su 120 centimetri con deflusso di 15 metri cubi al secondo. Un ritorno delle precipitazioni dovrebbe garantire livelli del lago ottimali in tempo per la stagione calda. •

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