Sos della bottega artigianale: serve aiuto per andare avanti

di Marco Benasseni
Volontari del laboratorio e utenti alle prese con la lavorazione dell’argillaAl lavoro nella bottega artigianale  di Nave
Volontari del laboratorio e utenti alle prese con la lavorazione dell’argillaAl lavoro nella bottega artigianale di Nave
Volontari del laboratorio e utenti alle prese con la lavorazione dell’argillaAl lavoro nella bottega artigianale  di Nave
Volontari del laboratorio e utenti alle prese con la lavorazione dell’argillaAl lavoro nella bottega artigianale di Nave

Sporcarsi le mani con l’argilla può essere un hobby o un vero lavoro, senza dubbio per chi frequenta l’Atelier LiberalArte di Nave è una passione che arricchisce la vita. Il laboratorio, un servizio del centro socio educativo della cooperativa Futura di Nave, è sopravvissuto al Covid e a uno sfratto, mentre ora si deve confrontare con i rincari energetici. Per sostenere la bottega artigianale frequentata da utenti disabili realizza bomboniere, oggetti d’arredo, ma fa anche corsi per adulti e bambini e laboratori per le scuole, sabato 15 ottobre alle 20.45 è stato organizzato al teatro San Costanzo lo spettacolo Pantera beat con Enrico Re e la regia di Silvio Gandellini. Re interpreterà sul palco diversi personaggi per raccontare esperienze forti vissute in prima persone durante il lavoro di una vita come educatore. «La bottega artigianale è nata 15 anni fa come piccolo laboratorio all’interno della coop grazie alla fondazione Comunità Bresciana e all’insegnante Raffaella Cirelli della Bottega matta di Brescia che ci ha formato - racconta la responsabile Debora Martinelli - Inizialmente era un’attività sporadica, poi è diventato un laboratorio esterno al servizio. Abbiamo aperto in via Brescia a Nave e la gente comprava i nostri prodotti per la qualità, non per farci un favore. È stato un periodo di grande successo. Poi il Covid, lo sfratto e il trasferimento nelle stanze prestate dal Comune per non chiudere il servizio. Avremmo però bisogno di una nuova sede». Nella bottega si alternano 15 utenti (ragazzi, ragazze, uomini e donne di tutte le età) per lavorare l’argilla affiancati da Debora e dai volontari. Recentemente, grazie alla Fondazione Asm, è stato acquistato un tornio che i ragazzi stanno imparando ad usare, poi vorrebbero insegnare ad altri proponendo dei corsi aperti alla comunità. Il laboratorio, infatti, vuole essere uno spazio aperto e inclusivo. All’interno di quelle due piccole stanze (effettivamente un po’ piccine) si respira un’atmosfera serena grazie all’entusiasmo dei partecipanti che vedono in quel laboratorio un’opportunità unica. Ci sono veterani come Sandro Galatti, 38 anni di Bovezzo, che lavora l’argilla da quando il laboratorio è stato aperto e Michele Andrei, 47 anni di Nave, che quando si siede davanti al tornio ricorda molto l’epica scena del film Ghost con Demi Moore, ma ci sono anche inserimenti più recenti come per Fabio Rossi e Irina Tamussi. «Vengo tre mattine a settimana - racconta Katia Duni, 44enne di Concesio - mi piace modellare, pitturare e usare il tornio. Per me l’atelier è la vita: lo vivo come un lavoro perché ho bisogno di fare qualcosa, non mi piace stare ferma. E poi qui conosco tanta gente, sto in compagnia e imparo». Lo spettacolo di sabato, come anticipavamo, servirà per raccogliere fondi. Per cuocere gli oggetti fatti a mano con l’argilla il forno (c’è l’intenzione di sostituirlo per acquistarne uno di nuova generazione) deve arrivare a mille gradi di temperatura e le bollette sono schizzate alle stelle. Ma non solo quelle: anche i materiali per lavora e i colori per decorare sono aumentati.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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