None

PONTOGLIO
Un borgo attorno al ponte


 Il ponte romano di Pontoglio
Il ponte romano di Pontoglio

 Il ponte romano di Pontoglio
Il ponte romano di Pontoglio

Viaggio ai confini della Provincia. Il Comune di Pontoglio, tappa settimanale del camper di Bresciaoggi, dista 32 km dal capoluogo e solo 25 da Bergamo. Il nome della località è legato alla presenza del ponte romano sull'Oglio, il cui corso, un tempo segnava un altro confine: quello tra Galli Cenomani e Insubri (antenati dei «padani» d'oggi). I segni della colonizzazione romana, oltre che dalla presenza del ponte e dai numerosi ritrovamenti di suppellettili varie, sono testimoniati anche dalla scoperta (nel 1950) di un «Tesoretto» di 355 monete del IV secolo d.C.
Le prime testimonianze scritte dell'esistenza di Pontoglio risalgono a due atti notarili datati rispettivamente 959 e 961 dove veniva nominato un «Pons Olei». Nel Medioevo Pontoglio fu terreno di scontri tra bresciani e bergamaschi per il dominio sul fiume. Qui vicino, nel 1156, si tenne la battaglia detta delle «Grumore» per il controllo dei castelli di Volpino, Qualino e Ceratello, terminata con la sconfitta dei bergamaschi che persero 2500 uomini ed il gonfalone di S. Alessandro, custodito come trofeo a Brescia nella chiesa di San Faustino.
Pontoglio ha sempre ricoperto un valore strategico e militare non indifferente (con tutte le conseguenze del caso in termini di invasioni, saccheggi e distruzioni). Nel 1238, fu tra i primi ad essere occupato da Federico II in guerra con la Lega di Milano, Piacenza, Bologna e Brescia. Nel 1259, toccò ad Ezzelino da Romano dopo aver saccheggiato gli Orzi, radere al suolo il piccolo centro bresciano. Con la pace di Lodi del 1454, Pontoglio entra a far parte dei domini della Serenissima e vi rimane fino all'arrivo di Napoleone. Da queste parti non mancò neppure la peste che colpì la popolozione nel 1575 - 76 e nel 1630 (quando vennero costruiti due lazzaretti). L'arrivo di Napoleone portò alla costruzione di un nuovo cimitero (in località San Martino), ma anche nuove tasse da pagare (come l'imposta del 1812 a sostegno della campagna di Russia). Per far fronte alla grave situazione economica, nel 1841, il Comune dovette vendere di tutti i suoi averi.
Pontoglio si rialzò solo nel 1882, quando il milanese Giulio Sacconaghi giunse in loco per aprire uno stabilimento per la produzione di velluti che risollevò l'economia del paese. Alto fu il contributo di vittime pontogliesi nella Prima (32 morti) e nella Seconda Guerra Mondiale che vide anche il sacrificio di diversi partigiani nella cosiddetta strage di Coccaglio. Il dopoguerra vede un sostanziale aumento del tenore di vita grazie allo sviluppo industriale nel settore tessile e dell'edilizia (che conta circa 30 circa le imprese) che ha richiamato negli ultimianni una buona quantità di lavoratori stranieri (il 15 per cento circa della popolazione residente). Un paese ricco dunque? Stando alle cifre non sembrebrebbe proprio. Il reddito medio per contribuente (nel 2007) fermo a 14 mila 400 euro l'anno, (9 mila euro annui lordi procapite) è tra i più bassi della provincia. Eppure «quasi tutti hanno la casa di proprietà, si continua a costruire e in giro si vedono molte auto di grossa cilindrata - affermano molti cittadini -. Da queste parti il nero, il sommerso e l'evasione fiscale sono certo fenomeni marginali».F. AP.

Suggerimenti