Amblar

di Mercoledì, 24 Febbraio 2016
Immagine decorativa

Adagiato su un terrazzo morenico a 980 mt di altitudine, alle pendici del Monte Roen che con le sue falde boscose ne delimita in parte i confini, Amblar è un piccolo paese dell’Alta Val di Non che conta circa 250 abitanti.

Circondato a nord/est da bellissimi boschi di conifere, si apre a sud/ovest ad uno spettacolare panorama che, delimitato dal Monte Luco abbraccia la catena delle Maddalene, per spaziare verso il Monte Peller e il maestoso gruppo del Brenta.

In primo piano risaltano i paesi di Don e di Romeno con i quali a lungo, nei secoli scorsi, sono stati condivisi importanti interessi sia economici che sociali.

Per molti secoli Amblar, come del resto anche il paese di Don, ha risentito di un certo isolamento rispetto agli altri centri della valle per via dell’insufficienza dei collegamenti stradali che spesso consistevano in tortuose strade polverose, tanto che un vecchio detto, noto in tutta l’Anaunia, cita:    “ a Don e a Amblar non se va se no s’già da far”. 

Il problema trova risoluzione definitiva negli anni sessanta con la realizzazione della strada provinciale che, tramite due ponti di notevole opera ingegneristica costruiti uno sopra il rio Linor e l’altro sopra il rio Vallavena, collega i paesi di Amblar e Don al vicino centro di Cavareno. La strada con i due ponti, inaugurata nel 1970, fu tenacemente voluta e sostenuta da Angelo Pezzini di Amblar (06.11.1908 - 15.10.1987), maestro elementare, che con grande passione e determinazione si occupò degli interessi del paese.

Il territorio occupa una superficie di 14,92 kmq, per la maggior parte coperta da selve boscose, prati e pascoli. Gran parte della terra destinata alla coltivazione si trova in località  “Nuzari”, fertile dosso che segna il confine con il territorio di Don, Romeno e di Cavareno.  Non sono presenti insediamenti di colture intensive.

L’economia contadina, per molto tempo di sussistenza e strettamente legata al territorio, nel corso degli anni è andata man mano trasformandosi, lasciando spazio all’artigianato, in particolare al taglio e alla lavorazione del legno, per arrivare ai giorni nostri che vede insediate in zona alcune aziende che operano nei settori del legno, nell’indotto delle costruzioni immobiliari, nonché nell’agricoltura, nell’allevamento e nei servizi collegati al turismo. 

Etimologia

Diverse e poco certe sono le ipotesi di derivazione del nome "Amblar".

Secondo alcuni studi l’elemento “amb”, molto diffuso nei territori anticamente abitati dai Celti, potrebbe far supporre la presenza di tali popolazioni in epoca ante romana.

Un’altra interpretazione ipotizza come il nome del paese derivi dai suoi mulini, visto che per molti secoli gli abitanti del circondario portavano "ad molarem", cioè a macinare le granaglie, proprio nei mulini che si trovavano lungo le rive dei torrenti Linor e Vallavena, che scorrono nel territorio del piccolo borgo. Con il passare del tempo l'espressione "ad molarem" sarebbe diventata "ad milar" poi "a m'lar" per trasformasi infine in "Amblar". In antichi scritti di origine tedesca del 1300 si trovano riferimenti ad un “Dorf ze Melar” o alla “villa Mellarii” senza però fornire notizie in merito al significato di tali nomi.  

Altri studiosi sostengono, infine, che il nome potrebbe essere di origine latina, derivato da "ambulare" ed inteso sia come camminare, in quanto il paese era situato lungo un'antica strada che dal Passo Mendola portava a S. Romedio e quindi a Coredo e a Sanzeno, sia come pascolare il bestiame, visto che, in tempi passati, molti agricoltori e pastori portavano il loro bestiame al pascolo proprio in questa zona.

Il paese

Il nucleo più antico del paese, secondo tradizione, è costituito dal "Cianton", una antica struttura residenziale in sasso e in legno, sviluppata come un fortilizio attorno ad un cortile interno.

Chiamata un tempo anche "Ciastel" questa massiccia costruzione sembra proprio un antico maniero aggrappato ad una piccola altura che domina le profondità della "Vallavena".

Il centro del paese si presenta completamente ristrutturato e ben curato. Recentemente è stato arricchito dall’apertura di un punto vendita di generi alimentari al fine di offrire un adeguato servizio alla popolazione e ai suoi ospiti. Un cenno particolare merita il bel parco “Conca Verde” che, nel cuore dell’abitato si estende su una superficie di oltre 2.000 mq. di prato verde. Attraversato da un piccolo ruscello, è percorso da gradevoli stradine per il passeggio e da un piccolo laghetto, rendendolo particolarmente ameno. Con le sue strutture sportive (bocciodromo- campetto polivalente – campo tennis), il nuovo parco giochi attrezzato per i più piccoli e l’accogliente struttura bar, il parco rappresenta il fiore all’occhiello del paese.

Nella parte denominata “ai Masi” è ancora possibile vedere l’antica struttura delle massicce case di abitazione di una volta che, sotto un unico tetto e la condivisione delle mura perimetrali, risultavano abitate da più nuclei familiari.   

La zona chiamata “Belvedere”, situata nella parte alta del paese al limitare delle pendici del monte Roen, è relativamente recente e offre una bellissima vista su tutto l’abitato di Amblar e della sua terra, sui paesi di Don e Romeno e sulle catene montuose delle Maddalene e del Brenta.

All’inizio della strada che porta alla Malga di Romeno e quindi al monte Roen, è presente un bel maneggio che offre la possibilità di tranquille cavalcate nei boschi della zona.

A testimonianza dell’attività di un tempo, lungo la vecchia strada comunale che collegava Cavareno ad Amblar, troviamo la località “ai Molini” composta da un piccolo gruppo di case costruite in fondo alla valle percorsa dal Rio Linor. Particolarmente suggestivo appare il “Mulin del Nin”, mentre resti degli antichi  mulini  e segherie sono ancora presenti lungo le sponde del corso d’acqua.

A circa 1 km dall’abitato, percorrendo la strada sterrata che affianca il corso del torrente, si trova la “Porta di Vallavena”, antico sbarramento ancora perfettamente funzionante, che serviva a chiudere l´accesso al bosco, con lo scopo di proteggere la proprietà comunale dalle ruberie di legname.  La struttura è costituita da una massiccia barriera di pietra che chiude la stretta imboccatura della valle che porta al monte Roen. Sono presenti solo due aperture: nella prima scorre il torrente  Vallavena, mentre la seconda è chiusa da un massiccio portone in legno con serratura.

Di particolare interesse storico, “la porta” risulta citata in alcuni scritti della prima metà del XVI secolo, anche se molto probabilmente era già presente in epoca precedente.

Grande importanza ebbe nell’equilibrio della vecchia economia agricola e nella gestione della montagna, vera ricchezza  per i paesi di Romeno, Don e Amblar, come risulta da molti articoli dell’antica “Carta della Regola” che definivano minuziosamente l’utilizzazione delle selve e dei prati di monte.  Ancora oggi la “Porta di Vallavena” si apre alla montagna  che risulta essere di proprietà per il 55% di Romeno, per il 28% di Amblar e per il 17% di Don.

Stemma

Lo stemma di Amblar è di epoca piuttosto recente. E’ diviso in tre sezioni. Nella prima sono raffigurati tre abeti d’argento che rappresentano la ricca selva di Vallavena di proprietà comunale.

Al centro dello stemma è raffigurata, in oro, la “Porta di Vallavena”, in memoria della grande importanza che tale sbarramento ha avuto e che ha tutt’ora, nella gestione della montagna e della ricchezza boschiva.

Nella parte inferiore dello stemma appare, in argento, la ruota di un mulino che testimonia l’antica attività esercitata in passato.

La storia

Sulle origini vere e proprie del paese di Amblar non ci sono documenti precisi. Dal ritrovamento di numerosi reperti archeologici risulta che la Val di Non era abitata, in età preistorica, da popolazioni di stirpe celtica: i Reti. A seguito della  guerra retica del 15 a.C.  queste popolazioni furono conquistate e sottomesse all’Impero Romano. Con l’editto dell’imperatore Claudio del 46 d.C., venne concessa la cittadinanza romana anche alle genti “nonese”, come risulta dalla  importante stele in bronzo detta “tavola clesiana” che è stata rinvenuta nel 1869 ai Campi Neri di Cles. La presenza dell’Impero di Roma in zona è testimoniata  anche dal ritrovamento di antiche monete con l’effige degli imperatori e da alcune arche funerarie scoperte nel burrone del rio Linor. (studioso Paolo Orsi) .

Per avere notizie valide di Amblar si deve risalire fino al XII secolo. In atti e documenti di quel periodo emergono infatti testimonianze certe della presenza del paese.

Per molti secoli Amblar fu legato da stretti vincoli amministrativi e religiosi ai vicini paesi di Don e di Romeno.  Le norme che garantivano il buon funzionamento delle “Comunitas o Universitatis”erano tramandate oralmente di generazione in generazione. Fu nel XIV secolo che si passò alla trascrizione delle antiche norme in un documento ufficiale:  la “Carta Regulae Universitatis villarum  Romeni Doni et Amblarii Vallis Annaniae”. Alla versione più antica del 5 febbraio 1459, scritta in latino, seguirono altri documenti, corretti ed integrati,  giunti intatti fino ai giorni nostri.      

La “Regola” era l’assemblea plenaria dei capifamiglia che aveva il compito di decidere sulle questioni più importanti della comunità dei tre paesi: la sorveglianza dei boschi, dei campi, delle strade, l’uso dei pascoli montani e il coordinamento delle attività agricole nei territori che erano in comproprietà delle tre “Ville”. Alla “Regola” spettava l’elezione di 4 regolani (due per Romeno e uno ciascuno per Don e  Amblar) che per un anno avevano la responsabilità del buon funzionamento delle comunità e di far rispettare le leggi. Venivano inoltre nominati 2 “gazari”, uno per Romeno e uno per Don e Amblar, che avevano l’importante compito di “custodire li monti, gazi, selva e prati”. Le “Carte di Regola”, in vigore fino ai primi dell’ottocento, furono abolite in epoca napoleonica dal governo bavarese. L’antica comunità dei tre paesi era però già sciolta da qualche tempo. E’ del 1772 infatti  la divisione dei beni comuni e le Ville di Don e di Amblar si separarono da Romeno acquisendo completa autonomia. Successivamente, con decreto del governo napoleonico del 1810, furono riunite in un unico municipio che resse fino al 1818. Seguì circa un secolo di autonomia che fu interrotta durante il periodo fascista. Nel 1928 fu imposta l’aggregazione di Amblar e Don al comune di Romeno, sotto la giurisdizione di un unico podestà.  La definitiva autonomia del comune di Amblar viene ripristinata con la legge Regionale n. 27 del 23 agosto 1952. 

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