Mani grandi, mani senza fine

20 febbraio 2021

Quante volte ci sarà capitato di sottolineare il passaggio di un libro che ci ha colpito particolarmente, o di metterlo in evidenza con una parola oppure con un punto esclamativo sul margine, o una freccia o un qualsiasi altro segno? Chi studia ha bisogno di trattenere nella memoria parole e porzioni di testo e, per aiutarsi, elabora un sistema gerarchico di segni per sezionare il testo e riconoscere immediatamente, al primo sguardo, le parti più o meno importanti da tenere a mente.

Ognuno di noi ha il proprio sistema. In mano teniamo la matita, sfogliamo il libro: andiamo avanti, torniamo indietro, il ritmo è dato da ciò che vogliamo da quel testo. Stabiliamo con il libro un rapporto fisico. Grazie a questi segni, che ripetiamo in ogni libro che prendiamo in mano, potremmo perfino risultare ‘riconoscibili’ a un futuro studioso dei nostri libri.

Anche nel passato lettori e studiosi avevano con i loro libri un rapporto simile al nostro. Nel fondo antico della Biblioteca di Riva sono tantissimi i volumi che sulle loro pagine, sui margini delle loro pagine, per essere precisi, conservano il passaggio dei lettori. Non solo i nomi, non solo le annotazioni, ma i loro segni.Si possono vedere graffe a lato del testo più interessante, monogrammi in funzione di nota, segni di richiamo che accompagnano i commenti, asterischi, croci e, naturalmente, le maniculae.

Le maniculae sono “piccole mani” che sono state poste accanto a un testo da mettere in evidenza. A volte sono mani aperte, altre volte puntano un lungo indice. I particolari che vengono aggiunti risentono della ‘personalità’ del lettore. Le testimonianze più antiche risalgono al XII secolo ma le manicule divennero sempre più comuni e l’uso si protrasse fino al XVII secolo, anche nei libri a stampa, inserite dal tipografo. In questo caso, vennero spesso utilizzate per mettere in evidenza inizi di capitoli oppure aggiunte o modifiche rispetto alle edizioni precedenti della stessa opera.

Ma se le mani inserite dal tipografo sono ovviamente sobrie e rigide nella loro posizione orizzontale, le manicule disegnate a penna offrono una varietà di trovate.

L’indice che si allunga verso il testo spesso è disegnato con l’unghia, a volte tonda a volte appuntita. Sono mani magre o cicciottelle; alcune vengono fuori da polsini a sbuffo o sobri e abbottonati. Avolte viene disegnato l’intero braccio.

Alcuni studiosi hanno osservato il sistema dei marginalia (note e segni sui margini) utilizzato da antichi scrittori e sono in grado di riconoscere le manicule, tra gli altri, di Petrarca e di Boccaccio. Quelle di Petrarca hanno un indice lungo, generalmente con l'unghia segnata, due linee parallele segnano il polsino e anche se non viene mostrato il pollice ci sono spesso cinque dita, il che rende la mano molto strana...

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Sabato, 20 Febbraio 2021

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