Il 22 e il 23 dicembre del 1991 arrivava in tv, in tempo per Natale, il primo film della saga di Fantaghirò. Diretto da Lamberto Bava, il film sull'eroina mitica interpretata da Alessandra Martines era destinato - all'epoca nessuno lo immaginava - a un futuro di repliche incessanti, di meme sul web, di ricordi nostalgici. A 30 anni dalla sua prima messa in onda, rimane ancora fortissimo l'affetto dei Millennials - generazione che si è goduta live la miniserie - per questa saga: mentre si attendono news sul reboot di Fantaghirò (in cui però non ritroveremo Bava alla regia né gli attori originali del cast, Kim Rossi Stuart compreso), ci sono sempre le maratone in tv. Il 25 e 26 dicembre, alle 2 del mattino su Canale 5, andranno in onda i primi film della serie, ma su Mediaset Infinity sono disponibili in streaming anche a ore meno estreme.

Dal 1991 al 1996 Fantaghirò è stata grande protagonista del Natale di molti bambini e ragazzi dell'epoca. E ancora oggi ha un posto speciale nel loro cuore. Oggi rivediamo la serie di Lamberto Bava (che avrebbe deliziato orde di appassionati negli anni Novanta con altri film per la tv sullo stesso genere, da Desideria e il principe del sogno a Sorellina) con altri occhi: effetti speciali grossolani, recitazione sopra le righe e impostazione da soap opera travestita da poema epico cavalleresco possono infatti sembrare un po' stridenti agli occhi di un pubblico abituato a prodotti televisivi di altissimo livello.

instagramView full post on Instagram

Poco importa: è il bello di Fantaghirò. La trama, di per sé innovativa per l'epoca della sua prima messa in onda, era un piccolo concentrato di eroismo al femminile: figlia del re di un regno mitico e medievaleggiante, Fantaghirò è destinata, come le sorelle, a un matrimonio di convenienza e diplomatico per garantire la pace tra regni in lotta. Ma nel suo animo scalpita la voglia di darsi da fare: nello show questo passaggio da mite donzella a cavaliere viene rappresentato dal famosissimo taglio di capelli di Alessandra Martines, che nel primo film riduce di parecchi centimetri le sue lunghe chiome e abbraccia la vita da combattente. Contro di lei (travestita da uomo), c'è Romualdo: i due si sono innamorati a prima vista ma, sul campo di battaglia, non si riconoscono. Tra incantesimi, Streghe bianche e Streghe nere, pietre parlanti e duelli i film di Fantaghirò seguono tutti lo stesso schema dei poemi epici. Fino al quinto film, quello in cui già Kim Rossi Stuart compare con filmati d'archivio, consolidando però il personaggio di Tarabas, indimenticabile nemico/love interest interpretato dall'ormai scomparso nella nebbia del tempo Nicholas Rogers.

Alessandra Martines e Kim Rossi Stuart si sono affrancati già da tempo da quei personaggi così iconici, che pure rimangono indelebilmente ancorati al cuore del pubblico originale (e non solo). Fino al terzo film, andato in onda nel 1993, l'attore romano era presente sul set. Ma già in quegli anni c'era in Rossi Stuart la volontà di lasciare il progetto, tanto che il rinnovo di Fantaghirò, dopo il successo dei primi episodi, è sempre stato legato a quello contrattuale dell'attore. I fan sono inoltre molto legati alla coppia Fantaghirò-Romualdo, che ha un fandom entusiasta ancora oggi. Per questo l'ingresso nel cast di nuovi personaggi, Tarabas compreso, non ha mai convinto il pubblico. E per questo i primi tre film della saga rimangono ancora oggi i più amati.

Ma perché Fantaghirò ci ossessiona ancora oggi?

Aspettare il film di Natale negli anni Novanta voleva dire aspettare Fantaghirò. Mentre in America si godevano Mamma ho perso l'aereo in prima visione, la tv nostrana proponeva ai ragazzi questa saga con evidenti (e ancora solo embrionali) riverberi femministi. E c'è molto, della nostalgia di quel periodo e di quei Natali, nella voglia di riguardare un prodotto tecnicamente superato e stilisticamente semplice e pure a distanza di 30 anni. Sull'onda di cartoni animati amatissimi dai Millennials come Lady Oscar e di personaggi come Jo March in Piccole Donne - entrambi characters che hanno segnato milioni di bambini, oggi uomini e donne adulti - rivedere le avventure parossistiche della giovane principessa travestita da cavaliere riserva però la stessa dose di malinconico deja-vu.

A 30 anni dalla prima volta in cui l'abbiamo vista sullo schermo, Fantaghirò ancora ci dà spunti di dibattito. Il suo look, la sua attitude, persino la scrittura di quel personaggio così atipico ed eroico (in un mondo di eroi televisivi tutti maschi) ancora oggi sono attuali. È un ritorno al passato che per molti può essere confortante: sensazione che, soprattutto in questi tempi incerti, rassicura e riscalda.