L’abbazia di Sant’Urbano e il suo occhio luminoso

L’Abbazia benedettina di Sant’Urbano, nel cuore della valle di San Clemente, a pochi chilometri da Apiro, è una delle chiese romaniche più affascinanti e misteriose delle Marche. Qui, ogni anno, si ripete il fenomeno dell’“occhio luminoso”, un evento che ha dello straordinario. 

Foto di Abbazia di sant’Urbano Valle San Clemente

Da circa 1000 anni, ogni 25 maggio – giorno del patrono di Sant’Urbano – e ogni 19 luglio (per simmetria rispetto al solstizio d’estate), alle prime ore del mattino, un raggio luminoso entra, da un occhio posto sopra l’abside, attraversa l’abbazia, e raggiunge un cerchio, scolpito nella pietra di una colonna della navata laterale sinistra, sovrapponendosi ad esso completamente. L’evento inizia alle ore 7:15 e termina alle ore 7:41.

Contemporaneamente, il fenomeno si manifesta anche all’interno della cripta, dove un raggio di luce, entrante dalla finestra dietro l’altare, colpisce un cerchio scolpito alla base di una sola delle colonne, l’unica con la base circolare. 

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Un avvenimento molto suggestivo, dal significato ancora oscuro, che da più di mille anni attira curiosi ed affezionati. Sono molte le teorie legate al cerchio inciso sulla pietra, secondo quella taumaturgica sarebbe bastato appoggiare la nuca o la fronte su quel segno per proteggersi o guarire dal mal di testa mentre secondo altri studiosi il disco luminoso, nell’oscurità della chiesa, potrebbe rappresentare l’eucarestia, ovvero il corpo di Cristo.

Foto di Abbazia di sant’Urbano Valle San Clemente

L’Abbazia di Sant’Urbano è inoltre orientata ad Oriente, verso Gerusalemme, simbolo di luce e perciò di Dio. Oltre all’attenzione all’orientamento, era consuetudine, nell’antichità, inserire, nelle costruzioni a carattere religioso, elementi architettonici ispirati da modelli astronomici e matematici per arricchirle di elementi simbolici.

Se vorrete assistere a questo suggestivo fenomeno sarà possibile ascoltare il racconto e una piccola spiegazione in loco oppure attraverso una diretta sulla pagina Facebook dell’Abbazia di Sant’Urbano-Valle di San Clemente o su Instagram @vallesanclemente

Storia dell’Abbazia di Sant’Urbano

Dedicata a Sant’Urbano I, papa dal 222 al 230 d.C e patrono di Apiro, l’Abbazia Benedettina di Sant’Urbano all’Esinante venne fondata verosimilmente intorno al 1000. Il primo documento che ne parla è datato 1033. È ancora da accertare una preesistenza di epoca romana o forse un tempio pagano ancora più antico.

Foto Archivio Regione Marche

Un’iscrizione scolpita nell’antico altare maggiore recava la data del 1086, anno della sua consacrazione, mentre un’altra con data 1140, poco leggibile in quanto consunta dal tempo, è incisa nella pietra dell’altare della cripta.

Foto di Giorgia Barchi

Nel 1226, distrutta in parte da un devastante incendio, venne ricostruita e divenne base di accoglienza per i pellegrini. Nel 1800 la proprietà viene trasferita allo Stato e successivamente passò in mano a una famiglia di proprietari terrieri e si trasformò in azienda agricola

La suggestiva struttura a chiesa doppia

Sotto il profilo architettonico, l’Abbazia di Sant’Urbano all’Esinante, presenta tra le varie peculiarità, quella dell’esistenza di due stili architettonici: il romanico e il gotico e l’affascinante struttura a chiesa doppia. Vi colpirà sicuramente il suo disporsi su tre piani connessi fra loro da scalinate e camminamenti. Appena varcata la soglia ci si trova nella prima chiesa, quella dei laici. Separata da un tramezzo che arriva sino al soffitto c’è la seconda chiesa, quella dei monaci. I laici potevano assistere solo da lontano al rito religioso, e questo accentua il carattere mistico del tempio. 

Foto Archivio Regione Marche

Rimarrete incantati dagli originali capitelli con figure di animali fantastici e simbolici, grappoli d’uva, cerchi intrecciati e figure misteriose. Messaggi di pietra caratteristici di alcune chiese delle Marche dove passarono i Templari. Al di sotto della chiesa dei monaci si apre la cripta costituita da un corridoio centrale diviso in tre navate da pilastri. L’ambiente è molto suggestivo e un pò misterioso. Nella cripta c’è un altare datato 1140, anno in cui è stata indetta un’indulgenza plenaria.

La cripta dell’Abbazia di sant’Urbano – Foto Archivio Regione Marche

I tre affreschi, risalenti al XIV sec., situati, due alla destra dell’ingresso al presbiterio e l’altro sopra l’accesso alla Cripta, raffigurano rispettivamente “Sant’Urbano in cattedra”, la Crocefissione e la Madonna con il bambino. 

Affresco di Sant’Urbano – Foto Archivio Regione Marche

Dove si trova l’Abbazia di Sant’Urbano: la valle di San Clemente

Ciò che rende ancora più suggestiva l’abbazia è la sua posizione: la struttura sorge al centro della Valle di San Clemente: una vallata segreta, ricca di storia e di tesori, che va dalla Vallesina, fino al monte San Vicino. Qui si respira un’atmosfera mista di sacro e natura

Foto dalla pagina Facebook della Locanda Sant’Urbano

La Valle di San Clemente si estende lungo il corso del torrente Esinante (affluente dell’Esino), dall’Abbazia di Sant’Elena fino “all’Isola”, sotto a Elcito, il suggestivo borgo del vento. I sette comuni che vi si affacciano sono: Apiro, Cupramontana, Poggio San Vicino, Serra San Quirico, San Severino, Fabriano, Cingoli. Ma chi è il Re della Valle di San Clemente? Il Monte San Vicino che con i suoi 1.484 mt s.l.m. e la sua stravagante e bellissima forma trapezoidale vigila da sempre sugli abitanti del luogo ed è da sempre punto di riferimento per i viaggiatori di ogni epoca che volevano (o vogliono) arrivare nel nostro territorio.

Apiro, con il Monte San Vicino sullo sfondo – Foto Archivio Regione Marche
Estensione della Valle San Clemente – Foto dalla Instagram https://www.instagram.com/vallesanclemente

Perché vale la pena venire qui?

Oltre alla suggestione dell’abbazia vi lasciamo con le parole di chi questa valle la conosce come le sue tasche:

“Il sapore di terra, di vissuto, di cucine, di amore e tradizioni, tutto questo è quel che si respira nell’aria. Del resto, la ricchezza dei campi, la mitezza del clima e l’abbondanza d’acqua hanno reso questo luogo forte e sicuro fin dall’alto medioevo. Tante erano le torri longobarde e i castelli sorti lungo la vallata, a tal punto che questa risultava poco infestata dai briganti, e quindi trafficata da pellegrini e cavalieri in viaggio da Roma verso l’Adriatico. Perfino San Francesco passò di qui quando andava a imbarcarsi per la Terra Santa!

Orari e visite dell’Abbazia di Sant’Urbano

Oggi, la chiesa è sempre aperta e visitabile grazie ad un sistema di videosorveglianza e illuminazione automatica. È stata inoltre ripristinata la messa festiva che si celebra il sabato sera alle ore 19:00 a beneficio della comunità locale e dei visitatori. Nel locale adiacente alla chiesa è anche attivo un servizio di informazioni e si possono richiedere visite guidate gratuite. 

CONTATTI: info@vallesanclemente.it

Per saperne di più, visitate il sito dell’Abbazia di Sant’Urbano

One thought on “L’abbazia di Sant’Urbano e il suo occhio luminoso

  1. ..Non ci sono parole..l’incanto fu’ totale..storia ed arte in un compendio meraviglioso…Il territorio e’ favoloso..mistico..sereno ..Ritorneremo in questi luoghi d’alta religiosita’..e’ piu’ che necessario…Per ora ci limiteremo a leggere il piu’ che completo e bel libro di Ivan Rainini “L’Abbazia di Sant’Urbano” pagine di pietra nella Valle di San Clemente…che acquistammo durante la visita…ma ci tarda ritornare a Sant’Urbano..!!!Col piacere che e’ il mio….

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