FORMEZ
Scheda organizzazioneCodice meccanografico: 9876543210
Preside: Mark docente Sacco
Sito web: -
Codice meccanografico: 9876543210
Preside: Mark docente Sacco
Sito web: -
Percorso didattico elaborato dai docenti dell’Istituto “I.S.I.S. A. Bernocchi” Legnano (MI), nell'ambito dell'attività di co-progettazione del progetto "Valorizzazione di documenti digitali di Biblioteche e Archivi lombardi attraverso lo sviluppo di competenze per la costruzione di nuovi percorsi didattici". L'intero complesso delle opere di bonifica lombarde costituisce un patrimonio unico da tutelare e valorizzare. A tale proposito, ANBI Lombardia e i Consorzi di bonifica lombardi, in stretta collaborazione con Regione Lombardia, hanno promosso il progetto “La civiltà dell’acqua in Lombardia” per inserire i maggiori e più significativi manufatti idraulici e irrigui nella lista del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’Umanità dell’UNESCO.
All'interno della sala motori impianto idrovoro S. Matteo delle Chiaviche, fotografia di Giulio Bencini, sono ripresi i tre gruppi di elettropompe Tosi: le pompe sono centrifughe ad asse verticale con carcassa e girante in ghisa, tubature di aspirazione e di mandata in lamiera di acciaio.
Costruito tra il 1920 ed il 1939, l’impianto provvede allo scolo di un bacino idraulico di circa 32.000 ettari, pompando nel fiume Oglio le acque affluenti dai canali Navarolo, Ceriana e Fossola, con una portata complessiva di circa 53.000 l/sec.
Nella sala pompe dell'impianto idrovoro di Fossola, nell'impianto di prosciugamento di S. Matteo delle Chiaviche, sono presenti tre gruppi di elettropompe Franco Tosi. Ogni pompa della sala macchine è collegata a un motore elettrico Marelli.
Questa fotografia dei motori elettrici della sala pompe dell'impianto idrovoro di S. Matteo (Viadana) fanno parte della sezione fotografica dell'Archivio Storico della Società Ercole Marelli.
Le immagini che compongono la sezione fotografica dell'archivio, dichiarato di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica della Lombardia nel 1981, illustrano la storia della società attraverso i vari aspetti della propria attività: personaggi e gestione; servizi al personale e loro attività dopolavoristiche; fiere ed esposizioni; prodotti (motori, macchine elettriche, ventilatori, pompe, ecc.); macchinari vari per i trasporti terrestri e della navigazione; applicazioni ad impianti industriali di diversi settori (tessile, metallurgico, energetico, ecc.).
Fotografie di Giulio Bencini, archivio fotografico della Società Ercole Marelli. La Società Ercole Marelli possiede un archivio ricco di foto d'epoca. (Fotografia 1, Fotografia 2, Fotografia 3, Fotografia 4, Fotografia 5, Fotografia 6).
Intervista a Luigi Ferrè, detto Gino, operaio e sindacalista della Franco Tosi [biografia consultabile sul sito http://lombardia.anpi.it].
L'azienda legnanese Franco Tosi dal 1874 si occupa tra le altre cose di produrre tutti i beni strumentali destinati all'attività d'impresa (impianti, macchinari, attrezzature).
Agli inizi del '900 l'azienda, per formare i dipendenti, istituì corsi serali per adulti e scuole diurne per i figli dei propri lavoratori. Dello stesso periodo è la costruzione della case operaie, considerate tra i più moderni quartieri operai d'Italia: per gli impiegati vennero edificate villette unifamiliari, mentre per gli operai delle case più ampie. Queste costruzioni non furono realizzate in periferia, ma in centro città, vicino agli stabilimenti e alle scuole aziendali. Inoltre la Franco Tosi istituì, per i propri dipendenti, la mutua di assistenza per le malattie, la cassa di previdenza e il dopolavoro.
Per un approfondimento sul sulle opere di istruzione e formazione professionale nei primi del ‘900 è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: istruzione e formazione professionale nei primi del ‘900
L'impianto idrovoro di S. Matteo delle Chiaviche, Viadana, venne costruito tra il 1920 ed il 1939 su una platea di 182 metri di lunghezza per 35 metri di larghezza, una vera e propria diga dall’aspetto unitario, in realtà composta da nove corpi di fabbrica con tre impianti idrovori e due cabine elettriche che si riconoscono per le finestrature a nastro. Poco vicino sorgono i due edifici della centrale termoelettrica. Esso provvede allo scolo di un bacino idraulico di circa 32.000 ettari, pompando nel fiume Oglio le acque affluenti dai canali Navarolo, Ceriana e Fossola, con una portata complessiva di circa 53.000 litri al secondo per una prevalenza massima di 8 metri.
Regimare e controllare i fiumi, livellare i dossi, eliminare paludi e acquitrini, irrigare i terreni, in una parola bonificare il territorio costituisce una delle attività più antiche che l'uomo abbia intrapreso per salvaguardare i siti abitati, aumentare e migliorare i terreni agricoli, trasportare merci e persone, produrre energia. Queste attività sono attuate dai Consorzi di bonifica mediante una serie di impianti imponenti, costruiti negli ultimi 150 anni, ma risultato finale di un'azione plurisecolare dell'uomo.
Gabriele Basilico, all'interno della mostra fotografica "Architetture d'acqua", ha fotografato i manufatti più significativi (32 stampe alla gelatina bromuro d'argento), dando un completa rappresentazione della loro struttura, della loro funzione, della visione architettonica e dei risultati stilistici dei costruttori.
Il complesso delle opere di bonifica costituisce un patrimonio che è opportuno tutelare e valorizzare. Per questo, ANBI Lombardia e i Consorzi di bonifica lombardi, in stretta collaborazione con Regione Lombardia, stanno costruendo il progetto la Civiltà dell'Acqua in Lombardia, che consta di una serie di grandi opere per la difesa idraulica del territorio, l’irrigazione delle campagne, la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, con l'obiettivo di inserire i maggiori e più significativi manufatti idraulici e irrigui nella lista del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’Umanità dell’UNESCO.
Il fotografo Paolo Perina ha realizzato "Architetture e paesaggi d'acqua", un'indagine fotografica sulla bonifica dell'agro mantovano, iniziata nel 1988 e sfociata in diverse mostre promosse da pubbliche amministrazioni.
La gestione delle acque del fiume Olona costituisce un'attività essenziale per consentire la compresenza di uomini e fiume nello stesso territorio. Oggi tale gestione è controllata dal Consorzio del fiume Olona attraverso la figura di un tecnico, il custode delle acque detto in passato camparo, campè. Questi gestisce la distribuzione delle acque tra i consorziati, per la maggior parte agricoltori, vigila sulla corretta apertura delle paratoie che proteggono le bocche di presa - orifizi di derivazione d'acqua che servono all'irrigazione - affinché ognuno rispetti i quantitativi d'acqua e l'orario di apertura stabiliti e controlla che la rete di rogge derivate dall'Olona e i loro manufatti si mantengano in efficienza.
Per un approfondimento sul Patrimonio Culturale Immateriale documentato in AESS è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: Il Patrimonio culturale immateriale
Il Consorzio di Bonifica Navarolo possiede una serie di fotografie d'epoca, rappresentanti manufatti idraulici, plastici di manufatti idraulici, costruzione di opere idrauliche, eventi con la presenza delle autorità e paesaggi rurali.
Con l'inizio della primavera, verso il mese di aprile o di maggio, a seconda delle esigenze d'irrigazione dei terreni, nei boschi di Druges, nel comune di Saint-Marcel, ha luogo la pulizia annuale del canale d'irrigazione, Ru Ruvier. Quest'ultima è organizzata dal Consorzio "La colline de Saint-Marcel", attraverso una corvéee (prestazione d'opera gratuita) da parte dei soci, proprietari terrieri. La data è stabilita dal Presidente del Consorzio e dai consiglieri, ed è comunicata ai soci, tramite pubblicazione nelle bacheche del Comune e nei locali pubblici.
Il sistema dei Ru, canali d'irrigazione valdostani, nasce nel Medioevo, dalla necessità dei proprietari fondiari o dei coltivatori di cooperare, per ricavarne benefici economici e sociali collettivi. I Consorzi nacquero proprio per gestire l'utilizzo delle acque e per la difesa da quest'ultime.
Per un approfondimento sul Patrimonio Culturale Immateriale documentato in AESS è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: Il Patrimonio culturale immateriale
L'impianto idrovoro delle mondine di Moglia Oltrepò, costruito dal 1922 al 1926 nell’ambito della Bonificazione Parmigiana-Moglia, ha la funzione di riversare nel Secchia le acque dei territori delle province di Reggio Emilia e Modena che si trovano al di sopra della quota di 25 m sul livello del mare. Le caratteristiche formali e impiantistiche sono simili al più grande stabilimento idrovoro di San Siro (1919-1926), costruito dallo stesso Consorzio nel comune di San Benedetto Po.
L’impianto comprende un imponente edificio principale completo di torre-cabina elettrica e una serie di manufatti: la casa di guardia con magazzino, la chiavica emissaria, paratoie e chiuse sul canale Lama e lo sfioratore sul canale Scaricatore della Parmigiana Moglia.
Il vero e proprio cuore delle bonifiche sono le pompe e i motori degli impianti idrovori.
Vere cattedrali tecnologiche di grandi qualità estetiche, gli impianti idrovori si stagliano nella pianura come castelli turriti, volutamente di dimensioni imponenti, a testimoniare il presidio del territorio. Oggi sono gioielli di archeologia industriale, con macchinari in parte funzionanti dopo quasi cento anni di lavoro.
I produttori sono i simboli di un precoce made in Italy impiantistico, nomi che hanno fatto concorrenza a colossi tedeschi o americani per quasi un secolo: Riva, Franco Tosi di Legnano, Ercole Marelli, Tecnomasio Italiano Brown Boveri e Isotta Fraschini di Milano, Ansaldo, Fiat, Officine di Savigliano, Calzoni di Bologna, Pellizzari di Vicenza, Neville di Venezia.
Aziende notissime o di nicchia, specializzate in pompe, motori, alternatori, paratie idrauliche, oggi qualcuna di loro esiste ancora, qualcuna è sparita, altre sono state inglobate da gruppi multinazionali.
Molti stabilimenti idrovori sono inseriti lungo percorsi cicloturistici o in un Ecomuseo (il Museo delle Bonifiche che comprende l’impianto di Moglia).
Alcuni impianti del mantovano (a Moglia di Sermide, Bagnolo San Vito, Borgoforte, Viadana) sono candidati a diventare patrimonio mondiale, culturale e naturale Unesco.
Nell'archivio AESS sono presenti diversi servizi fotografici dedicati alle centrali idroelettriche e agli opifici che insistono lungo i corsi d'acqua lombardi:
I magli di Bienno. Magli ad acqua, fucine e officine per la lavorazione artigianale del ferro a Bienno.
Centrali elettriche e idroelettriche, paesaggi dei fiumi Adda e Ticino
Il maglio di Clanezzo, alla confluenza del fiume Imagna e del Brembo
Nell'inventario del Patrimonio culturale immateriale delle regioni alpine si possono trovare molte altre testimonianze sul rapporto tra uomo e acqua (vedi documenti allegati). Per un approfondimento sul Patrimonio Culturale Immateriale documentato in AESS è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: Il Patrimonio culturale immateriale