«Sei stata forte, il destino si è accanito»
Folla a Calcio per l’ultimo saluto a Rosa

Tutta Calcio si è raccolta nella chiesa parrocchiale del paese per l’ultimo saluto a Rosa Pesenti, la casalinga di 64 anni morta mercoledì all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo a causa di un ossicino ingoiato mentre mangiava un uccellino arrosto. L’ossicino le ha perforato l’esofago e l’arteria aorta procurandole una serie di emorragie a cui i medici non sono riusciti a porre rimedio.

Tantissime persone in chiesa per il funerale e un discorso accorato quello fatto da un nipote della donna: «Sei sempre stata un esempio, forte e tenace, non capiamo come sia possibile che il destino possa accanirsi così con delle persone. Tu che avevi ricevuto già tanti schiaffi nella vita» ha detto il nipote dall’altare.

Il riferimento è al grave lutto che aveva colpito la famiglia di Rosa Pesenti. Il figlio Gabriele è morto nel 2004, a 27 anni, in un incidente stradale. Da allora la donna aveva fatto fatica a riprendersi. Per cercare di uscire dalla routine quotidiana, tre anni fa la figlia l’aveva convinta a iscriversi al Gruppo volontari del soccorso Roccafranca-Ludriano (Brescia) per il quale aveva iniziato a svolgere i servizio di trasporto sanitario degli anziani. I rappresentanti del gruppo di soccorso erano presenti alle esequie.

Un grande dolore per la famiglia, la perdita di Rosa, e ora i parenti si stanno chiedendo se poteva o no essere evitata questa tragedia. E il loro pensiero va a fine ottobre quando la casalinga, per i dolori che sentiva all’addome dopo aver ingoiato l’ossicino, si era recata per due volte al pronto soccorso di Chiari senza però che le venisse diagnosticato nulla di serio.

La prima volta era stata la sera di domenica 19 ottobre, stesso giorno in cui aveva mangiato l’uccellino arrosto. Allora, a quanto raccontato dai familiari, era stata ricoverata per una notte per poi essere dimessa dopo essere stata sottoposta a una lastra e agli esami del sangue. La seconda volta era successo il 24 ottobre, quando era stata male. Quel giorno era rimasta in pronto soccorso dalle 8 fino alle 13,30 circa. È stato allora che la figlia aveva chiesto che la madre venisse sottoposta a una gastroscopia sentendosi rispondere che era inutile.

«Così – racconta Raffaella – si erano limitati a somministrarle degli antidolorifici per poi dimetterla solo con una cura per la gastrite». Intorno alle 16 dello stesso giorno la donna aveva però perso conoscenza e iniziato a rigurgitare sangue. Il motivo era stato poi scoperto all’ospedale Papa Giovanni, dove era stata subito trasportata in eliambulanza. La donna non aveva una gastrite: l’ossicino che aveva ingoiato le aveva perforato l’esofago e poi l’aorta. Per chiudere le perforazioni i medici avevano provveduto ad applicarle delle protesi che sembravano aver raggiunto lo scopo. La signora era stata infatti dimessa il 27 novembre.

Purtroppo però, a causa di un’altra emorragia, era stata ricoverata un’altra volta il 1° gennaio ed era stata subito operata. E una seconda operazione l’aveva subita subito pochi giorni dopo. Da allora è iniziato un periodo di riabilitazione che Rosa Pesenti ha trascorso per due settimane anche all’Habilita di Zingonia. Da qui, però, il 27 febbraio era stata riportata a Bergamo.

«Purtroppo non stava ancora bene – continua a spiegare la figlia Raffaella –. Le perforazioni causate dall’ossicino non riuscivano a rimarginarsi. I medici avevano quindi deciso di provare praticamente a “incollarle”, utilizzando un particolare materiale. In questo modo avrebbero evitato di rioperare mia madre che ormai era molto debole. La nuova cura sarebbe iniziata venerdì. Purtroppo però mercoledì si è verificata un’altra emorragia che non le ha lasciato scampo».

I familiari di Rosa Pesenti, almeno per il momento, escludono di rivolgersi all’autorità giudiziaria per chiedere accertamenti su quanto accaduto. Il loro pensiero è comunque che la tragedia si sarebbe potuta molto probabilmente evitare se al pronto soccorso di Chiari la donna fosse stata sottoposta a degli accertamenti più approfonditi per capire il motivo dei dolori.

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