Si definisce sito contaminato un’area in cui il suolo, l’acqua, l’aria o gli organismi presenti sono stati contaminati da sostanze chimiche, biologiche o fisiche, che possono rappresentare un rischio per la salute umana, animale o per l’ambiente.
La contaminazione può essere il risultato di attività industriali, agricole o di altri processi umani che hanno causato l’inquinamento del suolo o delle acque sotterranee.
In alcuni casi, la contaminazione può anche essere causata da eventi naturali, come eruzioni vulcaniche o incendi forestali.
La gestione dei siti contaminati può essere molto complessa e richiedere l’intervento di specialisti in campo ambientale, come geologi, ingegneri ambientali, biologi e chimici.
L’obiettivo della gestione dei siti contaminati è di minimizzare i rischi per la salute e l’ambiente attraverso la valutazione del livello di contaminazione, la definizione di piani di bonifica e la messa in atto di misure di mitigazione.
Accertamento superamento CSC
L’accertamento del superamento della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) è un processo fondamentale nella gestione dei siti contaminati.
La CSC rappresenta la concentrazione massima di una sostanza chimica nel suolo o nelle acque sotterranee che può essere tollerata senza causare rischi significativi per la salute umana e l’ambiente.
Per accertare il superamento della CSC, è necessario condurre una valutazione ambientale del sito contaminato, che prevede la raccolta di campioni di suolo, acqua sotterranea e altre matrici ambientali, al fine di analizzarne la concentrazione di sostanze chimiche e confrontarle con i limiti di CSC.
La valutazione ambientale viene effettuata da specialisti in campo ambientale, come geologi, ingegneri ambientali e chimici, che adottano protocolli standardizzati per la raccolta dei campioni e l’analisi dei risultati.
Se la concentrazione di una o più sostanze chimiche supera la CSC, viene avviato un processo di bonifica, che prevede l’adozione di misure tecniche per rimuovere o ridurre la contaminazione.
La bonifica viene anch’essa monitorata e valutata per verificare che la concentrazione di sostanze chimiche sia stata ridotta al di sotto della CSC.
Cosa fare con un sito contaminato?
La gestione di un sito contaminato dipende dal tipo e dall’entità della contaminazione e può richiedere una combinazione di misure di prevenzione, mitigazione e bonifica.
Ecco alcune possibili opzioni per la gestione di un sito contaminato:
Valutazione del rischio: la prima fase consiste nella valutazione del rischio per la salute umana e l’ambiente, che prevede la raccolta di informazioni sulle caratteristiche del sito e sulla contaminazione, nonché la definizione della concentrazione soglia di contaminazione (CSC).
La valutazione del rischio è fondamentale per stabilire il tipo e l’entità della contaminazione e per definire le strategie di gestione.
Monitoraggio: il monitoraggio delle condizioni del sito e dell’eventuale contaminazione rappresenta un’attività importante per la gestione di un sito contaminato.
Il monitoraggio può essere effettuato mediante la raccolta di campioni di suolo, acqua e aria, nonché l’utilizzo di strumenti di misura in situ.
Il monitoraggio consente di verificare l’efficacia delle misure di gestione adottate e di rilevare eventuali cambiamenti delle condizioni ambientali.
Bonifica: la bonifica è il processo di rimozione o riduzione della contaminazione dal sito.
Esistono diverse tecniche di bonifica, tra cui il dragaggio, la bio-remediazione, la termo-desorbimento, il pump and treat e altre.
La scelta della tecnica di bonifica dipende dal tipo di contaminazione, dalla localizzazione e dalle caratteristiche del sito.
Controllo delle esposizioni: il controllo delle esposizioni rappresenta una strategia di gestione che mira a ridurre l’esposizione degli individui alla contaminazione.
Ad esempio, possono essere installate barriere fisiche o chimiche per impedire la diffusione della contaminazione, o possono essere adottate misure di controllo dell’accesso al sito.
