Quando si ha in famiglia un personaggio come Ruth Bader Ginsburg è quasi obbligatorio scrivere un libro o realizzare un film. Infatti Daniel Stiepleman, nipote di una delle più grandi donne del nostro tempo, firma la sceneggiatura di Una Giusta Causa, per la regia di Mimi Leder. L’idea gli viene durante la commemorazione di Martin Ginsburg, quando un amico di quest’ultimo condivide con i presenti alcuni aneddoti sulla vita dell’avvocato fiscalista, felicemente sposato con Ruth Bader Ginsburg fino alla sua morte nel 2010.

Quando la storia è raccontata da una penna familiare è più facile che il film entri in una dimensione più intima e autentica. Anche se suona emblematica la risposta della seconda donna a essere nominata Giudice alla Corte Suprema, quando il nipote le propone l’idea di scrivere un film su di lei: “Se è così che pensi che ti piacerebbe passare il tempo!”. Parole che suggeriscono chiaramente la personalità forte e vivace che le ha permesso di diventare una figura così influente.

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Armie Hammer e Felicity Jones in Una Giusta Causa

Ruth Bader Ginsburg è stata una delle nove donne ammesse alla facoltà di Legge dell’Università di Harvard nel 1956. Nonostante il suo talento e i voti alti, nessuno studio legale l’ha assunta dopo la laurea ed è finita con l’insegnare per gran parte della sua vita, sostenuta da un marito amorevole che le è stato sempre di grande supporto e ha giocato un ruolo fondamentale nella sua carriera. Tuttavia il film di Mimi Leder si concentra, in particolare, sul primo caso di discriminazione sessuale che la Ginsburg ha dibattuto in una corte federale nei primi Anni 70, analizzando lo sviluppo di una strategia legale che metteva in discussione alcune ingiustizie così profondamente radicate da sembrare perfettamente naturali. Il caso Moritz per lei è stata un’opportunità di esercitare la professione di avvocato, entrare in un’aula di tribunale e scrivere una pagina di storia sulla parità dei sessi.

Felicity Jones che ci ha incantato al fianco di Eddie Redmayne nel film La Teoria del Tutto, torna a interpretare un personaggio reale che oggi ha 85 anni e molto da raccontare. L’attrice riesce a portare sullo schermo una donna magnetica, testarda, intelligente e sensibile, capace di far convivere la madre, la studentessa e la professionista, restando concentrata su un obiettivo, nonostante gli ostacoli che hanno provato a distrarla nel corso della vita. “Un personaggio femminile ferocemente devoto a quello che fa” lo ha definito Jones che ne ha centrato l’essenza e si è connessa con la sua realtà dell’epoca. Quando quest’ultima ha incontrato per la prima volta il giudice Ginsburg ha pensato che fosse “una rivoluzionaria con un fuoco nelle viscere”, anche se i personaggi che ruotano intorno a lei sono altrettanto interessanti e ricchi di sfumature. Armie Hammer nei panni del signor Ginsburg, è un uomo elegante, premuroso e presente. Justine Theroux come Mel Wulf, il direttore legale dell’American Civil Liberties Union e grande amico di Ruth, regala un'interpretazione convincente e solida. Ma particolare attenzione va a Kathy Bates che interpreta magistralmente Dorothy Kenyon, avvocato e famosa femminista tra le fondatrici dell’ACLU che si convince ad aiutare Ruth solo dopo aver letto la sua relazione sul caso Moritz.

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Kathy Bates in Una Giusta Causa

Anche se il produttore di Una Giusta Causa, Robert Cort, ha paragonato Ruth Bader Ginsburg a Wonder Woman, tutti i personaggi femminili di questo film sono forti, determinati e ambiziosi, persino la giovane figlia della protagonista che vuole lottare per le sue idee, esige risposte e partecipa a manifestazioni e comizi di figure come Gloria Steinem. Mimi Leder (Deep Impact, Un Sogno per Domani, The Peacemaker) realizza un biopic dal fascino universale con una importanza sociale, ma soprattutto molto attuale visto i movimenti come Me Too e Time’s Up che hanno recentemente animato la scena a Hollywood. La crociata legale di Ruth Ginsburg sottolinea il potere del cambiamento e dà una lezione di progresso, ricordando come persone con opinioni diverse su questioni morali del Paese potevano incontrarsi in un’aula di tribunale all’epoca, e discutere la validità delle loro argomentazioni per poi decidere se una legge dovesse essere cambiata.

Ulteriore punto di forza di Una Giusta Causa, tuttavia, è l’attenzione della sceneggiatura alla coppia Ginsburg come un vero e proprio team solidale e indomito, legato da un grande affetto sincero, tenero e complice. Felicity Jones e Armie Hammer, nei panni dei rispettivi personaggi, trasmettono un senso di famiglia verosimile e un esempio tangibile della possibile uguaglianza tra uomo e donna, nella sfera privata come nel mondo del lavoro. Essi si muovono attraverso epoche diverse, dagli Anni 50 agli Anni 70 e questo passaggio arricchisce ulteriormente il film che assiste al cambiamento della moda, dell’arredamento degli interni e l’animazione delle strade. I costumi dei personaggi meritano una menzione speciale, soprattutto l'outfit di Felicity Jones con una prevalenza delle tonalità di blu intenso che le donano particolarmente.

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