A due metri è una locuzione che oggi ci riguarda e ci ferisce. Ma è una pratica che ci fa bene e ci sta insegnando tanto. "Che siamo tutti uguali, che siamo fragili e che siamo dei piccoli esseri. Crediamo di essere invincibili ma non lo siamo", ci ha spiegato Claudia Gerini. A due metri è anche il titolo di un progetto fotografico di cui ci siamo innamorati a prima vista. Una perfetta sintesi visuale e logistica di ciò che è stato il lockdown per molti di noi: il tanto, troppo spesso snobbato, focolare domestico. La routine dei mesi appena passati ha ispirato la realizzazione di una galleria di ritratti dei protagonisti di questa quarantena, ovvero quelle persone che hanno intrattenuto noi tutti tramite la loro arte sui social media: attori di film e di serie tv, registi, fumettisti e youtuber. La fotografa Erica Fava ha saputo cogliere l'attimo e in pieno lockdown ha varcato la soglia delle case romane di 20 talent e, nel rispetto delle distanze di sicurezza, ha chiesto di mostrarle un angolo di casa in cui i personaggi si sentissero più a loro agio, fotografandoli nella maniera più naturale possibile, negli spazi e con gli abiti che contraddistinguono la loro quotidianità lontano dai riflettori. Cristiano Caccamo (vi dice niente Celebrity hunted?) è uno di questi ed ecco cosa ci ha raccontato.

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Cristiano Caccamo e la ripartenza


In tempi di lockdown noi di Elle abbiamo lanciato un hashtag #ripartiamodaqui per capire quali fossero gli umori e quali le volontà di ripartenza dopo un’esperienza così totalizzante. Tu da cosa, chi o perché RIPARTI?

Riparto da me stesso direi, che forse è un po’ scontato dirlo ma è l’unica cosa a cui posso appigliarmi e l'unica cosa che ho capito di poter leggermente controllare.

Cosa ti ha lasciato questa pandemia?

Ho scoperto cose che non sapevo di saper fare, ho esplorato lati di me che non conoscevo.
Alla fine davvero penso che sia stata un’occasione preziosa per rallentare e riscoprire un intimità che avevo messo da parte.

Cristiano Caccamo tra lockdown e spiragli di normalità

Come hai trascorso le giornate di lockdown?
In queste giornate ho fatto di tutto. Mi sono dedicato alla cucina che da sempre è una cosa che mi piace, ma che non ho mai avuto tempo per applicarmici per bene. Ho imparato a fare una pizza talmente buona che mai più andrò a mangiarla fuori! Ho anche comprato un fornetto professionale in pietra... Poi ho visto tanti film, molti dei quali sinceramente forse non avrei mai visto, tante serie tv. A pranzo e a cena avevo un appuntamento fisso con i miei amici in videochiamata ed è stato bello pure quello: trovare una quotidianità e una vicinanza anche via telefono.

Quando hai visto uno spiraglio?

Forse quando si è cominciato a capire di cosa si trattava e quindi come ci si doveva comportare, quali erano le cose giuste da fare o da non fare. All’inizio era tutto confuso, nessuno capiva l’entità, la gravità e la dinamica del contagio.

Come hai gestito quella confusione?
Le cose che non conosci confondono di più, mi spaventano e sono più pericolose. Quando si comincia a comprendere, è li che nasce il famoso spiraglio...

I bilanci di Cristiano Caccamo

È tempo di bilanci un po’ per tutti, ti è capitato di chiederti: ora cosa voglio di più?
Vorrei ora prendermi più cura dei rapporti, nutrirli e renderli solidi quanto più mi è possibile. Ho dei pilastri nella mia vita che mi fanno stare su anche quando tutto intorno è incerto e fragile e questa è una cosa impagabile. Sono un “animale sociale” e mi sento vivo solo in relazione con gli altri e mai come in questo periodo ho avuto la conferma di questo.

Lo showbiz, come la moda, è un mondo fatto di incontri, come ti immagini il tuo lavoro nell’era post-Covid?

Faccio fatica a immaginarmi una soluzione, un modo protetto, ma allo stesso tempo poco invasivo per affrontare il nostro mestiere. È un mestiere fondato sul contatto, sulla reazione. L’idea di mettere delle barriere, delle distanze mi fa impressione. Penso al set, da un punto di vista proprio pratico: alle relazioni dei personaggi, alle scene di gruppo, d’amore, ma anche a tutto quello che c’è dietro o fuori, al contatto con la troupe, i truccatori, il pubblico a teatro. Sarà una bella prova, ma non vedo l’ora di affrontarla.