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  • Il metodo

    Il benessere organizzativo e il potere della leggerezza in azienda

    Percorso “Energia dei numeri UNO” #4

    Arrivati ad agosto, ovunque ci troviamo e ovunque siamo diretti, abbiamo diritto alla leggerezza.

    E’ un diritto o una conquista? 

    Oggi e nei prossimi articoli approfondiremo il tema della della leggerezza in relazione alle 3 deep skills : GENERATIVITA’ – LEADERSHIP – TEAMWORKING che vi abbiamo introdotto nel primo articolo del percorso ‘Energia dei Numeri UNO

    Di leggerezza ne ha scritto Calvino nelle sue “Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio” un trattato che propone una serie di lezioni preparate nel 1985  in vista di un ciclo di sei lezioni da tenere ad Harvard nell’ambito delle prestigiose “Poetry Lectures”

    “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore..” 

    “..Nei momenti in cui il regno umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio. Devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro…” 

    La scienza ci ha ormai dimostrato che il movimento e il vuoto che costituiscono la materia sono importanti quanto il pieno, il visibile; e che peso e leggerezza vanno amalgamati nella giusta proporzione. 

    La leggerezza è liberatoria, è un’arte da coltivare nelle sfumature della vita, come scelta di trasformazione del proprio modo di vedere noi stessi e il mondo.

    Quindi la leggerezza è una conquista ed è la strada per accedere al benessere personale ed organizzativo.

    Si può essere leggeri senza pregiudicare la serietà ?

    Mauro Corona, alpinista e scrittore, ci dice che “In montagna la leggerezza è farsi sostenere dalle correnti, come i falchi e le poiane, senza battere le ali, senza sprecare forze”. 

    Nella vita è lo stesso: quando si è leggeri, ogni corrente, ogni minima soddisfazione ci sosterrà in aria, ci terrà allegri.

    Per raggiungere una leggerezza nei comportamenti e nell’umore occorre ottenerla anche fisicamente. 

    Bisogna essere ascetici. 

    Non prendersi troppo sul serio, essere leggeri nelle esigenze personali, non prendersela troppo quando qualcuno sbaglia una parola nei nostri confronti.

    La leggerezza è una forma di naturale prevenzione contro il rancore e, a volte, l’odio. Alleggerire la mente anche quando tutto intorno può appesantirsi, e appesantarci,  ci dà l’impressione di non poterne uscire, è la forza della nostra mente. 

    La maggiore risorsa a cui possiamo attingere è la nostra capacità di entrare in contatto con le nostre emozioni, ascoltare e saper seguire le condizioni che ci portano verso uno stato di benessere maggiore.

    Si potrebbe dire che una persona vive con leggerezza quando riesce ad affrontare gli ostacoli della vita senza esserne influenzato negativamente, rimanendo stabile e con una buona dose di distacco. 

    Una tale attitudine porta a “planare”, a sorvolare le situazioni difficili senza che queste creino pesi sul cuore.

    Cosa si intende per leggerezza e come potenzia il benessere organizzativo?

    Leggerezza significa donarsi, donare agli altri. 

    Scrollarci di dosso la pesantezza, l’eccessiva serietà ed essere generosi, tolleranti.

    Ogni individuo dovrebbe essere leggero nelle proprie vanità, nel proprio orgoglio, nelle proprie pretese. 

    Il silenzio è leggerezza.

    Leggerezza è saper accettare anche la sfortuna, senza precipitare nel tragicismo. 

    Questo dipende dall’educazione che si riceve: un bambino che cresce in una famiglia dove ogni problema diventa una tragedia, e dove si pretende sempre di più di ciò che si ha o si raggiunge, è inevitabile che presto vorrà andarsene o diventerà un adulto pesante, greve. 

    Quindi la leggerezza va insegnata sin da piccoli.

    Ma anche da adulti si può imparare.

    Basterebbe fermarsi e ragionare un po’. 

    Dialogare con il prossimo, non ritenersi indispensabili o migliori degli altri. 

    Leggerezza è vivere, agire, tentare. 

    Leggerezza è fatica: sembra un paradosso, ma dopo un’arrampicata, dopo una corsa, perdendo qualche chilo, viene voglia di essere più allegri, viene appetito, si dorme meglio.

    Leggerezza è sobrietà negli oggetti di cui ci circondiamo, anche nelle nostre case, che invece sono piene di orpelli, di marchingegni a motore… e noi stessi diventiamo oggetti in funzione degli oggetti che dobbiamo controllare, guidare, riparare.

    Leggerezza è generosità, tolleranza, disincanto. 

    Come imparare ad essere “leggeri”? 

    Lorenzo Jovanotti in “Le canzoni” ci dà un ottimo suggerimento. Ci invita a vivere il qui ed ora e sostenerci a vicenda.

    La tematica è forte e si potrebbe individuare l’esempio per eccellenza in Michelangelo: l’artista non faceva altro che togliere peso (marmo) alle sculture per donarne quella leggerezza artistica per la quale è noto in tutto il mondo. Solo togliendo e cesellando con stile “scopriva” il capolavoro.

    Perché c’è così poca leggerezza al lavoro?

    Paura, ansia, stress, blocchi emotivi e mancanza di prospettive ci rendono poco propensi alla leggerezza.

    Sul posto di lavoro chi raggiunge il proprio equilibrio è chi prende sul serio il proprio lavoro ma non troppo se stesso.

    Secondo uno studio dell’Istituto Great Place to Work, le persone che hanno un senso dell’umorismo hanno maggiori probabilità di essere promosse a posizioni senior e più propensione a migliorare il benessere organizzativo.

    Affrontare le situazioni con il sorriso e la positività anziché attraverso il peso dell’ansia e della paura porta a prospettive diverse, più ampie e solitamente migliori.

    Per portare leggerezza, comunicare efficacemente e costruire coesione e fiducia affidiamoci  al principio che nulla è permanente e che la transitorietà corrisponde al nostro fluire nella vita. 

    Accogliere questo, in se stessi e negli altri, ci allena alla leggerezza, allevia il divario che tende a esistere tra le persone all’interno di un’organizzazione. 

    Esempio: smorzare i momenti di tensione, con un apprezzamento, proprio quando non vorresti o sottraendoti con cortesia proponendo un pausa, può cambiare la vibrazione della relazione nel momento presente e  contribuire al benessere organizzativo.

    La leggerezza in questo senso non è, come dice Calvino, superficialità: un pizzico di senso di ironia, e autoironia, completata dalla conoscenza dei tempi di battuta dimostrano comprensione di ciò che gli altri si aspettano, capacità di connessione con chi mostra empatia e buona intelligenza emotiva.

    Un’altra via della leggerezza è la calma.

    Una massima del crisis management dice più o meno così:

    “Quando tutti intorno a te perdono la testa, tu tieni la tua ben stretta sul collo”

    Allenarsi alla calma, alla non reazione, all’adattamento ai mutamenti ci porta evitare situazioni di stress, ansia e paura per noi e a non riversarle sugli altri.

    La leggerezza può fare la differenza e saremo sorpresi, nel praticarla, dal suo potere riequilibrante e di benessere personale ed organizzativo.

    Esercizio 1: la pratica del sorriso

    Permetti all’immagine di un sorriso di apparire nella tua mente. 

    Nota come l’idea di un sorriso porti con sé gentilezza, morbidezza, apertura e un senso di naturalezza. 

    Lascia che quel sorriso riempia la tua mente e che la sensazione si diffonda anche all’esterno di voi.

    Ora immagina che il sorriso si apra anche nei tuoi occhi e senti la sensazione che provi quando ciò accade. 

    Lascia che lo spazio fra le sopracciglia si rilassi e la pelle si ammorbidisca, come se gli occhi fluttuassero in una piscina di acqua tiepida. 

    Porta il sorriso alle vostre labbra e lascia che questo sentimento rilassi la muscolatura delle guance. 

    Lascia che la mascella sia tranquilla e la lingua riposi contro il palato superiore. Ora percepisci che anche gli occhi e le labbra ridono.

    Porta questa immagine anche alla gola e nota che cosa accade di conseguenza. 

    E lascia che il sorriso si apra anche nella zona del petto e del cuore. 

    Non importa quale sentimento tu stia provando in questo momento, lascia che sia accolto dalla gentilezza del tuo sorriso che si diffonde in tutto il corpo.

    E’ una sensazione piacevole?

    Usa questo percorso di visualizzazione tutte le volte che ti senti compresso, stressato, pesante.

    Lascia che la leggerezza ti porti la luce necessaria a guardare il mondo con occhi diversi.

    Esercizio 2: la pratica dell’ascolto

    Esci dagli spazi della tua mente e accogli, attraverso altri sensi, il potere della leggerezza

    Ti aspettiamo la prossima settimana sul blog per il prossimo appuntamento sempre dedicato alla LEGGEREZZA.

    Ti ricordiamo che se vuoi approfondire in modo pratico ed esperienziale tutti i pillars del metodo Energyogant puoi farlo durante la VI edizione dell’ENERGYOGANT WEBDAY.

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    Ti aspettiamo!

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