"Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita". A dirlo è stato addirittura Oscar Wilde, che oltre 100 anni fa dettava una regola d'oro valida ancora oggi. Quando si indossa una cravatta non si può peccare con un nodo sbagliato, lento o fatto male. Deve essere perfetto e stretto al punto giusto. Ma le accortezze di cui tenere conto sono anche altre, riguardano lunghezza, colori, motivi e texture, da valutare in base al contesto e alla personalità. Ecco quindi le indicazioni da seguire per una cravatta da maestro.

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Courtesy E. Marinella
Le cravatte di Marinella

1. Il nodo deve essere stretto

Il nodo è il passaggio cruciale, sebbene sia l'ultimo. Deve essere adeguatamente stretto perché: "L'errore peggiore che si può compiere è indossare una cravatta male annodata", spiega Stefano Bigi, ad della milanese Bigi Cravatte, che si occupa dell'accessorio per eccellenza da ben tre generazioni. Dello stesso avviso è anche Maurizio Marinella, che guida la storica firma napoletana E. Marinella: "Non è importante il tipo di nodo, basta che sia ben eseguito, che le due pale siano alla stessa altezza a un dito dalla cintura e, se piace, ci sia una scanalatura proprio al di sotto del nodo, che regala un po' di movimento, ma al contempo, ha anche una funzionalità, consentendo al nodo di non allentarsi".

2. Mai troppo lunga o troppo corta

Lunghezza e larghezza sono entrambe strettamente legate al nodo. La lunghezza è in buona parte determinata da come annodi la cravatta ed è fondamentale che non vada mai oltre la cintura, ma anche sulla larghezza non si scherza. "La cravatta perfetta ha una pala di 8 cm. Le dimensioni devono essere ridotte anche nel sottonodo. È la parte che si nota di più, perché quando la giacca è chiusa è proprio la parte del nodo quella che spicca", suggerisce Stefano Bigi.

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3. Colori sobri, please

L'abbinamento cromatico tra cravatta, abito e camicia deve essere armonico. Giocare sì, ma sempre con misura. Per mixare i colori è quindi bene tenere conto di queste accoppiate: la cravatta bordeaux può andar bene sia con l'abito blu sia con quello grigio, quella blu funziona con un completo grigio, mentre la versione marrone è da usare con il vestito blu. A detta di Bigi: "Meglio optare per i colori sobri ed evitare il rosso di sera, a meno che non sia richiesto dal dress code".

4. Vai con la fantasia (con cautela)

Partiamo dalle situazioni formali, quelle in cui è più probabile che sia richiesta la cravatta. In quei casi scegli i microdisegni o falsi uniti. "Se l'ambiente è lavorativo meglio scegliere un disegno classico, un motivo inglese stampato, che permette di mantenere un profilo discreto", spiega Bigi. Per le cerimonie punta su qualcosa di più lucido, ma i must di Marinella sono: "le cravatte blu e bianche, molto belle di sera sulla camicia bianca, sobrie ed eleganti allo stesso tempo". Nelle situazioni più rilassate puoi anche scegliere le righe, tenendo a mente che le regimental si abbinano solitamente al blazer. Per le situazioni informali ti sono concesse anche le cravatte tricot tagliate e quelle in cashmere per l'inverno.

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Courtesy Bigi
Le cravatte in garza di seta di Bigi

5. I must have

Quella che non può mancare nel tuo guardaroba rimane secondo Marinella la cravatta blu azzurra e bianca: "un classico utile in ogni occasione, indossato di giorno con camicia azzurra o messo in risalto la sera con una camicia bianca". Per uscire dal coro in gran stile, il consiglio di Bigi è invece la cravatta in garza di seta: "si tratta di un tessuto molto particolare, fatto da pochissimi telai al mondo e solo in Italia. Può essere accostata sia con abito grigio classico che con una giacca, quindi funziona sia per situazioni formali sia casual".

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Se le regole possono guidare nel modo di indossare la cravatta, la scelta di quale sia quella giusta da acquistare rimane comunque legata alla personalità. Te lo dice lo stesso Marinella: "si tratta più di emozione. Io consiglio sempre di fare una scelta di pancia".