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MTO, street artist francese, non ci sta. Accusa Google di arroganza per il suo piano di catalogare tutta la Street Art del mondo. Cosa non gli va giù? L’arte di strada è precaria per definizione, dice lui, si consuma con la vita stessa, e anzi questo è uno dei suoi tratti distintivi. Volerla catalogare significa imbalsamarla, volerla addomesticare.
Quindi che ha fatto MTO? Nel recente festival Memorie Urbane che si è tenuto a Gaeta ha realizzato un murales intitolato We Live on Google Earth, dove si legge “Google Error 404 – Mural Not Found”. E ci ha pure disegnato la pagina di un giornale farlocco, datato 20 maggio 2020, dove si legge “Computer Says No” e “First Case of Artistical Censorship By Google Corp”.
Non è la prima volta che gli artisti prendono di mira Google e la sua pretesa di ordinare e catalogare tutto. E tutto sommato ben gli sta. Grazie MTO