Ci sono ancora molti dubbi sulle finalità dell'azione di quotidiano avvilupparsi di iniziative praticate dal presidente juventino sul crinale di quello che una volta si definiva moggiopoli, ovvero quella intricata fenomenologia sportiva- sportiva, mah- che ha segnato due lustri abbondanti di storia pallonara nostrana. Oggi nel fondovalle di tutto ciò - che intanto ha cambiato nome, si chiama calciopoli - il giovane e caparbio rampollo della real casa torinese assedia le cronache di stampa indipendente e non con uno spettacolare florilegio di denunce, dichiarazioni urticanti di sfida, chiamate a coorte per un intero popolo da scagliare contro la multiforme congerie dei nemici bianconeri, FIGC, organi della giustizia sportiva ma soprattutto i dioscuri dell'ingiustizia perpetrata, Massimo Moratti e Guido Rossi. Vuole un occhio di bue solo per lui per mera vanita', o, come altri, lavora per apprestare uno sbarco in politica? Non sarebbe il primo. E poi, e' vera passione? E a chi si ispira, in quale archetipo trova sostegno nel suo ridondare diuturno di inesauribile energia con cui tutti dobbiamo fare i conti?

Tenteremo di formulare delle ipotesi secondo possibili chiavi di lettura. Non chiedeteci di prendere parte per l'una o per l'altra, non e' nostro compito giudicare. Opzione 1- Il moderno crociato. Vive nel mito di Goffredo di Buglione per una serie di elementi descrittivi in cui si ritrova specularmente. Designato successore da uno zio definito "il gobbo" dapprima fu figura di secondo piano nella lotta di liberazione in Terra Santa ma, poi, mentre i condottieri di prima fila tentennavano, spinse con la forza della fede i crociati verso Gerusalemme, acquisendo i galloni del comando e di una sempiterna riconoscenza in occidente. Fini' per proclamarsi - guarda caso- advocatus del Santo Sepolcro. L'Inter diventa cosi' una Gerusalemme trasferita nelle cose odierne da assediare come centro e scaturigine del male. E, quindi, in alto gli scudi. 29 naturalmente!

Opzione 2- soggetto dalla memoria labile. Si identifica con lo smemorato di Collegno, piemontese come lui, al centro di un inestricabile busillis sulla sua precisa identita'. Andrea Agnelli nasce e si comporta come un figlio di Umberto Agnelli, tuba per anni con la dirigenza sucessivamente radiata, ricambiato in effusioni e sdolcinatezze distribuite massivamente di fronte agli operatori televivi come attraverso l'etere delle sim nazionali. Scompare per un po' e si ripresenta comportandosi come il figlio naturale  di Gianni Agnelli, privatizzando gli utili tratti dal lavoro di sbobinamento svolto dai suddetti radiati - e pagato da loro - e socializzando un sostanziale disprezzo per i vecchi sodali culminato col niet al vernissage del nuovo stadio di Torino.

Opzione 3- Appassionato di genere noir. Vive con interesse morboso le vicende che la cronaca consegna ai media per la loro artata mostrificazione. Patisce come tanti la mitopoiesi di personaggi altrimenti impalpabili, sottratti all'inevitabile corso di una vita minuta ad anonima da un fatto criminoso. Massimo Moratti se lo sente addosso da tempo. E infatti si sente al sicuro solo coi giornalisti, sotto la sede di c.so Vittorio Emanuele. Ma appena li lascia, malvolentieri come sappiamo, ricomincia l'incubo. A Forte dei Marmi si e' trovato perfino un bigliettino sotto il sellino della bicicletta. "Il 9 settembre non mancare. Ti aspetto. Non trovare scuse. O vengo io a prenderti. Lo scudetto." Moratti, come sappiamo a quell'invito non ha dato seguito, preferendo a quella compagnia un impegno ben piu' rilassante, la visione de "La casa 4" su Sky.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 24 settembre 2011 alle 00:01
Autore: Giorgio Ravaioli
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