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Dal mondo

Liechtenstein, il peso della crisivale 34 miliardi di euro

A tanto ammonta il differenziale negativo dei capitali gestiti sulla piazza finanziaria nel 2008 rispetto al 2007

mappa del liechtenstein

Anche i Principati possono essere messi all'angolo dalla crisi mondiale della finanza che così si conferma, almeno nella sua inclinazione internazionale, irriverente e irriguardosa nella scelta degli obiettivi da colpire. Niente sconti, quindi, i reali di sangue blu di tutto il mondo sono avvisati. E per trovare conferma di questo andamento singolare della crisi è sufficiente analizzare i dati relativi ai tesori ammassati sulla Piazza finanziaria con sede nel Liechtenstein, ex giurisdizione non cooperativa, oggi promossa al grado di entità aspirante alla cooperazione. E sottolineiamo aspirante, dato che per la concretezza si può attendere.

34 miliardi in meno che recano una sola firma: crisi
Torniamo ai numeri. Osservando i flussi di risorse e di patrimoni gestiti, nel 2008, dalle banche e dagli operatori finanziari, inclusi fondi pensione, intermediari e quant'altro offra il dizionario della finanza del nuovo millennio, la somma totale risulta essere pari a 148 miliardi di euro. Spostando l'occhio al 2007, invece, i tesori e le ricchezze gestite dalla finanza del Principato ammontavano complessivamente a 182 miliardi di euro. Sintetizzando in cifre, la perdita causata dalla crisi è stata pari a 34 miliardi di euro, - 19 per cento rispetto all'anno precedente. Un segno meno che non si registrava da decenni, anzi, che non è stato mai contabilizzato prima, almeno risalendo all'introduzione dei moderni sistemi di calcolo e di rendicontazione utilizzati per monitorare i flussi, in entrata e in uscita, delle ricchezze e dei patrimoni gestiti dagli operatori attivi sulla Piazza del Principato.

Solo la crisi dietro la debacle? Ai posteri l'ardua sentenza
Ora la questione che sembra preoccupare i responsabili della finanza del Liechtenstein non sembra affatto concentrarsi sul quantum della perdita incassata, piuttosto il dibattito è focalizzato sull'individuare, possibilmente per nome, l'origine della debacle, costata quasi il 20 per cento della base finanziaria del Principato. Su questo punto le voci divergono. Infatti, da un lato le voci ufficiali e quelle dei responsabili dell'autorità finanziaria che monitora l'andamento del mercato e l'operatività dei gestori non sembra avere dubbi, indicando nella crisi la causa della perdita registrata nel 2008. Ma a queste voci si sommano anche quelle degli analisti esterni che, invece, sembrano essere più inclini nel trovare una giustificazione alla debacle ripartendola tra l'effetto crisi, inevitabile, e l'impatto combinato della stretta dei governi, soprattutto tedesco, sull'evasione offshore e dello scandalo legato alla rivelazione dei nomi dei beneficiari stranieri di conti gestiti dalla Banca LGT. Storia questa che, per settimane, ha fatto il giro del Pianeta, coinvolgendo centinaia di ricchi contribuenti. Insomma, non sarebbe soltanto colpa della crisi, anche se alcuni analisti già prevedono un rientro forte di patrimoni sulla piazza del Principato entro la fine del 2009. Quindi basterà attendere le pubblicazioni dei prossimi rapporti attesi per inizio 2010.   
 
Il Liechtenstein in numeri 
15 Banche/oltre 2000 operatori finanziari/circa 200miliardi di euro gestiti e custoditi, includendo quindi anche i depositi oltre ai patrimoni investiti in decine di fondi e di strumenti finanziari/il risultato è che 1/3 del pil, 2miliardi dei 6miliardi complessivi, trae origine dalle attività finanziarie parimenti il 15 per cento della forza lavoro vi risulta impiegata e questo in riferimento a una popolazione di 35mila persone.

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