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Alla scoperta dei pipistrelli

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Tutto quello che dovete conoscere su queste straordinarie creature alate che ricoprono un ruolo essenziale nell'equilibrio del loro ecosistema

I pipistrelli sono il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i roditori. Sono soprattutto tropicali, ma alcune specie hanno comunque conquistato, mediante adattamenti stupefacenti, anche le zone temperate, spingendosi addirittura oltre il Circolo polare artico. Deserti, paludi costiere, foreste di conifere e giungle hanno tutti dei chirotteri (l’ordine cui  appartengono i pipistrelli) tra i loro abitatori.

E ogni anno vengono descritte nuove specie nei posti più difficili da raggiungere!

In Italia troviamo pipistrelli in ogni tipo di ambiente, a parte le cime più alte dove il freddo e soprattutto la mancanza di insetti da mangiare non permettono una adeguata sopravvivenza. Ma dalle valli alpine alle coste siciliane qualche pipistrello c’è di certo, nascosto dalla notte.

MAMMA E CUCCIOLI

Con l’inizio dell’estate nascono i piccoli: uno o al massimo due fratellini, nudi e con gli occhi chiusi,saldamente afferrati al pelo della mamma, preoccupatissima di dar loro latte nutriente e mantenerli al caldo. Quando sono un po’ più grandicelli, devono lasciarli nei rifugi, non possono portarseli in volo a caccia nella notte.
Nei rifugi allora si trovano questi cuccioli che serrano i ranghi per riscaldarsi a vicenda, magari accuditi da qualche “zia” che dà loro un’occhiata aspettando il ritorno delle madri che, in questo periodo, devono cacciare a più non posso per sé e per potere, nel mezzo delle notte, tornare per la poppata.

I piccoli crescono velocemente, esercitano le ali, squittiscono cercando la mamma e in poco più di un mese sono pronti per volare fuori in cerca dei primi insetti da sgranocchiare.

Le madri allora si rilassano e si dedicano al cibo, preparandosi alla brutta stagione. Con l’autunno viene il momento di cercare compagnia e allora raggiungono i maschi per gli accoppiamenti e poi magari si cambia ancora rifugio per trovarne uno adatto all’inverno.

Una vita in totale movimento da aprile a ottobre, per poi riposarsi per 3-4 mesi!

I pipistrelli, infatti, vanno in letargo e, durante quel periodo, la loro temperatura corporea può scendere anche a -10 °C. così riescono a  passare senza consumare energia anche vari mesi in posti che devono essere tranquilli, umidi e freddi... come le grotte.

SESTO SENSO

I pipistrelli si muovono, cacciano e si spostano di notte, vivendo l’oscurità come noi viviamo la luce del giorno. In questo sono aiutati da un senso in più. Non solo i classici 5 (udito, tatto, vista, odorato, gusto) ma anche l’ecolocalizzazione, cioè la possibilità di esplorare l’ambiente emettendo gridi ultrasonici e creandosi una mappa dello spazio e delle possibili prede grazie agli echi che ne ritornano.

Un vero scanner sonico 3D!

SOTTOSOPRA

Il pipistrello non fa alcuno sforzo per restare appeso a testa in giù: il peso del suo corpo fa leva sui tendini collegati agli artigli che si chiudono automaticamente.

Chirottero, il nome un po’ più tecnico dei pipistrelli, vuol dire proprio "mano alata" dal greco antico. Un nome che riassume come l’evoluzione abbia portato questi piccoli mammiferi a conquistare lo spazio aereo della notte.

La loro mano è diventata enorme e la pelle si è tesa tra le dita, arrivando poi ai fianchi e addirittura alla coda, divenendo una superficie alare elastica e robusta che permette loro una manovrabilità e una resistenza pari a quella degli uccelli.

SUCCHIASANGUE?

Le leggende e le credenze sui pipistrelli sono tante e quasi sempre false. Non è vero, infatti, che si attaccano ai capelli, che la loro pipì rende calvi o che sono ciechi (ci vedono benissimo) e portano sfortuna. È vero invece che alcuni, i pipistrelli vampiro, si nutrono succhiando il sangue.

Per la gran parte, però, insettivori e volano a volte per chilometri alla ricerca delle piccole prede di cui si nutrono. Ci sono specie che preferiscono succose falene e chi si concentra su croccanti coleotteri, ma in tanti mangiano anche le zanzare. In questo ci sono di grande aiuto, perché divorano migliaia di insetti anche fastidiosi o dannosi per l’agricoltura.

COME AIUTARLI?

Di tanti ancora sappiamo ben poco, ma siamo certi di una cosa: sono in pericolo. La perdita dei rifugi e degli habitat che utilizzano per mangiare e riprodursi, l’inquinamento da pesticidi e la troppa luce con cui illuminiamo la notte sono i principali problemi di questi mammiferi.

Per questo, per prima cosa, è importante conoscerli e interessarsi al loro mondo. Solo la comprensione e la curiosità permettono di capire come siano importanti, belli e simpatici e di quanto rispetto abbiano bisogno. Poi raccogliere informazioni sulla loro presenza, operare per la salvaguardia delle colonie e informare chi opera direttamente nello studio e nella conservazione, informare gli altri su come sia importante aiutare questi mammiferi volanti.

Magari possiamo anche rendere loro disponibili rifugi artificiali, le bat box, che li aiutano a trovar casa, anche se ci vuole pazienza: sono infatti diffidenti, e spesso occorre molto tempo perché utilizzino questi rifugi, ma siamo almeno sicuri di aver dato loro la possibilità di starci vicini.

Quindi al lavoro: ognuno può dare il proprio contributo per la salvaguardia di queste eccezionali creature che l’evoluzione ci ha messo accanto!

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