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Voce alla GDO con "Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

"Buyer, perché non inserisci la mia referenza"? Ecco alcuni possibili motivi

Buyer di tutta Italia, e non dico "mondo" per non globalizzare troppo il mio appello: uniamoci per arginare le aspettative di codifica e contrattualizzazione in arrivo h24 con il semplice prerequisito della detenzione di uno o più prodotti in linea di produzione, se non di mera intermediazione.

Occorre tranquillizzare innanzitutto i candidati che, a meno che non si tratti di nuovi ibridi derivanti da incroci genetici mai tentati in precedenza in laboratori di terza generazione, il prodotto proposto è sicuramente già presente in assortimento, regolarmente trattato, e se l'unica novità è rappresentata dal nome sull'etichetta a latere della cassa, difficilmente si tratterà di una risoluzione a paventati problemi di fornitura o a necessità immaginarie.

In linea di massima tutte le strutture acquisti mediamente consolidate hanno costruito nel tempo una squadra di fornitori capace di assicurare il prodotto con regolarità e continuità, in una numerica tale da non frastagliare troppo le righe di carico nei momenti di normale disponibilità e al contempo capace di assorbire i picchi di richiesta con discreta capacità di volumi aggiuntivi.

Ovviamente, il tutto in condizioni normali o quasi di resa produttiva, perché è ormai consolidato che nei momenti di estrema mancanza di merce non basterebbero il triplo dei fornitori abilitati a compensare la cronica assenza di prodotto.

Ogni buyer quindi, con la propria sensibilità, visione d'insieme, radicata convinzione di perfetta sincronia degli ingranaggi, costruisce la propria squadra e la mette in campo utilizzando tutte le risorse, sfruttandole al meglio nei momenti di maggior capacità prestazionale o alleggerendole in caso di minor resa, quantitativa o qualitativa che sia.

Non è una formazione immutabile nel tempo, ma neanche modificabile a ogni proposta in arrivo dal mercato, perché il miglior gioco deriva sempre da una consolidata efficienza dei movimenti che porti tutti ad ottenere la propria soddisfazione, nella sicurezza non di essere indispensabili ma sicuramente di appartenere in maniera comprovata al progetto abbracciato.

Le valutazioni di nuovi inserimenti derivano di solito da due motivazioni principali: la necessità di volumi aggiuntivi rispetto a quelli normalmente disponibili e l'insoddisfazione conclamata verso una linea di fornitura esistente, che si vuole quindi ridurre o eliminare.

Non escludo aprioristicamente la volontà o possibilità di fare nuovi test magari su areali meno noti o sfruttati, di affiancare una nuova risorsa magari per rompere la routine e creare un effetto rinvigorente alle proposte commerciali sopitesi con la consuetudine, di inserire nuova linfa nel circuito con voglia di crescere e investire su se stessa; ma se non si trattasse di casistiche marginali, verrebbe meno il rapporto di fiducia costruito nel tempo con le aziende storiche, quel rapporto che permette di assorbire le perdite, di superare le difficoltà in nome della continuità.

Ben vengano quindi le presentazioni aziendali e le proposte di fornitura, purché con la consapevolezza che la valutazione positiva delle stesse non deriva dal mero fatto di produrla, una referenza, ma dalla volontà di costruire un progetto soddisfacente per entrambe le parti.

Tutti dovremmo aborrire l'idea di codificare e contrattualizzare un fornitore per poi parcheggiarlo in panchina in attesa che la decimazione di quelli già utilizzati renda disponibili delle quote da dedicargli e spero che tale premessa renda più digeribili le archiviazioni.

Per concludere, le righe di oggi, non vogliono alleggerire la coscienza ma semplicemente chiarire, forse più a noi buyer che ad altri, le motivazioni che risiedono dietro a un no, a una mancata risposta, se non a un secco diniego.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 31)