Escursionisti sul piede di guerra, troppi i divieti per camminare tra le montagne ciociare
Con la nuova carta del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) sono aumentati i divieti
Anche andare tra le montagne ciociare ricadenti nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise sta diventando sempre più complesso perché bisogna conoscere bene i percorsi ma anche i divieti che sono stati decisi da un paio di anni a questa parte. In pratica si può andare a piedi e con gli sci solo sui percorsi segnati che partono dalle Mainarde (piana dei Prati di Mezzo) e che però non consentono più di raggiungere i posti più belli. Questo tipo di attività all’aria aperta non è solo piacevole ma porta anche turismo e fa girare l’economia in queste belle zone montane della Ciociaria.
A segnalare questa situazione che si ripete da tempo è Pierpaolo Mori dell’Ates (Associazione tutela escursionisti e sci alpinisti) che con frosinonetoday.it fa il punto della situazione. “Le attività escursionistiche, di sciescursionismo e scialpinismo, sono diventate una fonte importante di turismo e incassi per un paese come Picinisco, e per la Val Comino, lavorano i bar, i ristoranti, gli alimentari, gli alberghi e affittacamere. Sto leggendo con attenzione la nuova carta del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), uscita recentemente, dove sono riportati i sentieri che si possono percorrere, a piedi e con gli sci. Si può andare solo sui sentieri segnati, il resto del territorio è vietato”.
“Anche sui sentieri segnati – spiega ancora Mori - ci sono per la gran parte degli itinerari divieti per chi fa escursionismo a cavallo o con il proprio cane di compagnia accanto. Tutti questi divieti ci sono da un paio d’anni, da quando è stato emanato il nuovo regolamento (disciplinare agosto 2020).
I sentieri principali che partono dalla piana dei prati di mezzo, alle Mainarde, non consentono di raggiungere tutte le mete classiche seguendo i normali itinerari scialpinistici.
Quindi o le persone appassionate rinunceranno oppure trasgrediranno.
Molti senza nemmeno rendersene conto. Non riescono nemmeno a immaginare che ci possa essere il divieto, non hanno le carte per vedere i sentieri, che con la neve vanno intuiti, non sanno nemmeno leggere le carte. A dicembre 2020 e gennaio 2021, quando c'era l'obbligo per i laziali di restare in regione, c'erano le macchine parcheggiate fino ad oltre un km dal parcheggio dei prati, 1.000-2.000 persone, scialpinisti, ciaspolari, cani. Valeva già il disciplinare e i divieti, però tutti in gran caciara andavano fuori sentiero, i cani erano vietati, ma abbaiavano felici. L'Ente Parco mette i divieti e poi li applica a discrezione. In teoria avrebbero dovuto multare 500 persone.
La nuova carta
“Adesso comunque con la nuova carta c'è qualche piccola modifica. Si può andare sul Forcellone (non però sul Cavallo e non la classica sul Predicopeglia) sia come escursionisti che come scialpinisti. Non si capisce il criterio utilizzato. Se non si da fastidio agli orsi o ai camosci sul Forcellone, perché gli si da’ fastidio sul Monte Cavallo che è lì di fronte, oppure sul Predicopeglia, che è parte del Forcellone? Per Monte a Mare e Metuccia è vietata l'ultraclassica che passa dal valichetto a nord di monte Cavallo. In teoria per seguire il sentiero bisognerebbe scendere in valle venafrana e poi risalire le coste dell'altare. Per uno scialpinista è un assurdo scendere con le pelli di foca e poi risalire. Nessuno lo farà”.
Le conclusioni
“Quindi staremo a vedere – conclude il suo intervento Mori - o rinuncia degli scialpinisti a mete ultra classiche, o strage di multe o tutti e due gli occhi chiusi delle Guardie e dei Forestali. In un Paese rispettoso dei cittadini si mettono poche norme e regole, quelle necessarie e giustificate, e poi si fanno rispettare. Si danno motivazioni scientifiche forti e puntuali per ogni divieto, c’è coerenza ed equità. Nelle dittature, invece, si mettono tante norme e regole, anche inutili, senza nemmeno dare serie giustificazioni, con totale arbitrio, e poi le si fanno rispettare a discrezione, le multe si danno ad personam. Non vale più lo Stato di diritto. Quale di queste due forme di governo è applicata nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise?”