La caduta del Muro di Berlino, la storia e gli incredibili tentativi di fuga

Trent’anni fa cadeva la frontiera simbolo della Guerra Fredda: il merito fu di un giornalista italiano, che indusse in errore un ministro della Germania Est
Caduta muro berlino
La caduta del Muro di Berlino nel 1989Getty Images

Trent’anni fa si celebrava la caduta del Muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda e di decenni di tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il 9 novembre 1989 migliaia di cittadini di Berlino Est si riversano in strada e scavalcano la frontiera con Berlino Ovest, in seguito all’annuncio di Günter Schabowski, portavoce e ministro della Propaganda della Germania Est, che da quel giorno non sono più necessari passaporto e visto per varcare il Muro.

Il Muro di Berlino crolla grazie a un italiano

Il Muro di Berlino sarebbe comunque crollato, prima o poi, perché da mesi ormai si succedevano manifestazioni di protesta e si parlava della possibilità, per i tedeschi dell’Est, di circolare sempre più liberamente verso la Germania Ovest. La scintilla decisiva però si accende grazie al giornalista italiano Riccardo Ehrman, corrispondente dalla Germania per l’Ansa, che il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa, incalza il ministro Schabowski sulla necessità di rispondere con provvedimenti concreti alla richiesta di libera circolazione dei cittadini della Germania Est. Schabowski è in realtà impreparato sull’argomento, non conosce bene gli ultimi provvedimenti del suo Governo e cerca di leggere al volo le veline che gli sono state preparate: poi, sbagliandosi, risponde a Ehrman annunciando che la libera circolazione è effettiva «da subito». Il messaggio si diffonde nel mondo in poche ore e, nonostante l’informazione sia errata (Schabowski avrebbe dovuto annunciare l’introduzione di nuovi permessi speciali, non la libera circolazione), è ormai impossibile per la polizia di frontiera fermare il fiume umano che spinge verso Berlino Ovest. Il Muro, di fatto, crolla quel giorno: la storia non può più tornare indietro.

Che cos’è il Muro di Berlino

Il Muro di Berlino viene eretto improvvisamente nella notte tra il 12 e 13 agosto 1961 per iniziativa della Repubblica Democratica Tedesca, la Germania Est per intenderci, al fine di impedire ai cittadini orientali di fuggire verso Berlino Ovest, che, di fatto, è un’enclave della Germania Occidentale all’interno del territorio della Germania Est. La divisione di Berlino e della Germania era stata decisa all’indomani della sconfitta tedesca nella Seconda Guerra Mondiale: i vincitori Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica si erano spartiti il controllo della Germania e di Berlino. Poi però, la repentina rottura dei rapporti tra Usa e Urss, con la nascita della Guerra Fredda, aveva portato alla definitiva divisione di Berlino e della Germania in due blocchi: uno occidentale, sotto il controllo della Repubblica Federale Tedesca, e uno orientale filosovietico, a creare la Repubblica Democratica Tedesca, che in realtà tanto democratica non è mai stata.

La grande festa sul Muro di Berlino il 10 novembre 1989

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Berlino Ovest, una città isolata

Il Muro, inizialmente fatto soltanto di filo spinato, poi progressivamente eretto in cemento armato, perfezionato e sempre più impenetrabile nel corso dei decenni, circonda tutta Berlino Ovest, rendendo in qualche modo prigionieri anche i cittadini occidentali, che possono raggiungere la Germania Ovest, distante circa 160 chilometri, soltanto attraverso poche vie aeree, stradali e ferroviarie nel territorio della Germania Est, strettamente sorvegliate dalle forze dell’ordine. Non a caso sin dagli anni ’50 i cittadini di Berlino Ovest si autodefiniscono «insulaner», ovvero isolani, perché circondati da un territorio sostanzialmente straniero.

Berlino Ovest, ai tempi del Muro, viene raggiunta anche da capi di Stato e personaggi pubblici: i presidenti degli Stati Uniti John Kennedy e Ronald Reagan tengono qui celebri discorsi nel 1963 e nel 1987. Il cantante David Bowie scrive e incide a Berlino Ovest, nel celebre Hansa Tonstudio, l’album Heroes nel 1977: «Vedevo il Muro dalla finestra dello studio, a pochi metri da me», racconta all’epoca alla Rai. Il brano “Heroes” è ispirato dalla vista di due fidanzati che si baciano di fronte al Muro.

Il Muro separa famiglie e amici

La costruzione del Muro di Berlino, fatta nottetempo e senza preavviso il 13 agosto 1961, coglie di sorpresa i cittadini tedeschi di entrambi i versanti: all’improvviso famiglie e amici si ritrovano separati per sempre, gli uni a Est e gli altri a Ovest. Nel corso del tempo la barriera è stata fortificata e perfezionata: lungo i 155 chilometri di pietra e cemento vengono allestite 302 torri di guardia con cecchini armati, cani poliziotti, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento. Già nel 1962 i muri diventano due, paralleli, con una zona centrale detta «striscia della morte», che rende ancora più difficile scappare da una parte all’altra senza essere fermati o uccisi dalla polizia di frontiera. I punti di attraversamento del muro, per persone e militari autorizzati, sono i cosiddetti checkpoint, strettamente sorvegliati dalle forze dell’ordine.

I tentativi di fuga attraverso il Muro di Berlino

Sono almeno cinquemila i tentativi di fuga che hanno avuto successo verso Berlino Ovest da parte di cittadini tedeschi orientali. Non meno di 239 sono le persone che, sorprese durante la fuga, sono state uccise dagli agenti della Vopos (da Volkspolizei), la temibile polizia tedesca orientale. Si tratta però di stime imprecise perché numeri esatti non esistono. La ricerca della liberà porta i cittadini dell’Est a tentare stratagemmi di ogni genere pur di scappare in Occidente. Nel primo anno la frontiera viene sfondata quattordici volte, con alterno successo, da mezzi pesanti. Sono numerosi i tentativi memorabili di fuga: per 18 volte, tra il 1961 e il 1962, il passaggio a Ovest riesce a persone nascoste sotto le automobili che attraversano la frontiera. Successivamente, dopo che vengono introdotti controlli più accurati con specchi per ispezionare il fondo delle autovetture, la fuga riesce in nove occasioni con la sola Bmw Isetta, piccolissima automobile che si ritiene possa portare soltanto una persona: il fuggitivo invece viene nascosto nel vano dove solitamente sono alloggiati batteria e impianto di riscaldamento. Al decimo tentativo però il motore dell’utilitaria si ferma proprio al confine e lo stratagemma viene scoperto. Altri scappano all’interno di rotoli per cavi, prima che il trucco venga svelato da un delatore, altri ancora fingendosi ufficiali sovietici con uniformi militari perfettamente riprodotte e cucite da un’amica sarta.

Un tunnel costruito tra Berlino Est e Berlino Ovest

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Tunnel sotterranei per la fuga

Spesso le fughe vengono aiutate dagli abitanti di Berlino Ovest, avvertiti precedentemente con biglietti di carta. Una famiglia di tre persone si mette in salvo nascondendosi all’interno del bagno della Casa dei Ministeri, situata al confine, per poi calarsi nella notte attraverso una carrucola issata lanciando un cavo d’acciaio dal tetto dell’edificio fin oltre il Muro. Hanno fatto storia poi i passaggi sotterranei, come il cosiddetto tunnel 57, che porta in salvo, appunto, 57 persone. Vi lavorano 36 giovani, quasi tutti studenti, per sei mesi nel 1964: lungo 145 metri e alto al massimo un metro e mezzo, parte dal seminterrato di un panificio e sbuca nel giardino di una casa di Berlino Ovest. Celebre è anche il tunnel 29 del 1962, costruito in un anno per iniziativa degli italiani Mimmo Sesta e Gigi Spina, lungo 123 metri e che mette in salvo 29 persone. L’impresa viene finanziata in gran segreto dalla tv americana Nbc in cambio delle riprese dei lavori di scavo: una sorta di reality show da cui è ricavato il docufilm The Tunnel, premiato con tre Emmy Awards.

Il dramma di Peter Fechter

Fallisce invece il tentativo di Siegried Noffke, sorpreso e ucciso da una «squadra antifuga» della polizia mentre sta costruendo il sotterraneo attraverso cui portare in salvo moglie e figlio. Nel 1979 due famiglie scappano su una mongolfiera di 28 metri fatta in casa, da persone che non hanno particolari conoscenze tecniche di volo: si alzano in quota fino a 2.600 metri viaggiando per 28 minuti lungo un tragitto di 40 chilometri. Tra i tentativi falliti più drammatici quello del 18enne Peter Fechter, ferito dai proiettili delle guardie orientali e rimasto agonizzante, sotto al Muro, per 50 minuti, il 17 agosto 1962. Grida «aiutatemi» ai poliziotti occidentali e ai giornalisti, che assistono alla scena da Berlino Ovest, al di là del divisorio di cemento. Qualcuno gli lancia qualche rotolo di garza, ma Fechter non ce la fa: raccolto agonizzante dai militari della DDR, morirà poco dopo. Il presunto cecchino, uscito in strada più tardi, viene accolto dalle urla «assassino» da parte dei cittadini occidentali, per ore. Sulla frontiera non sono mancati episodi inquietanti, come rapimenti di occidentali che cercano di aiutare la fuga degli abitanti di Berlino Est (si parla di almeno 600 persone) e persino l’uccisione di guardie dell’Ovest da parte dei Vopos, in episodi isolati. Tra i fuggiaschi verso l’occidente non mancano pure svariati soldati della Germania Est, che preferiscono disertare e rischiare la morte pur di non vivere in uno Stato di polizia. Celebre è il primo soldato che fugge, il 19enne Hans Conrad Schumann, immortalato dai fotografi occidentali mentre scavalca il filo spinato di corsa il 15 agosto 1961. Non sono mancate poi, nel corso degli anni, azioni dimostrative di protesta e sporadici passaggi clandestini anche da ovest e est.

La fuga del soldato Conrad Schumann il 15 agosto 1961

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Il crollo del Muro di Berlino

Il Muro di Berlino viene pacificamente riaperto il 9 novembre 1989, in seguito all’annuncio di Schabowski, e l’evento fa da prodromo alla riunificazione delle due Germanie, ratificata il 3 ottobre 1990. L’abbattimento ufficiale del Muro inizia il 13 giugno 1990: sono state conservate soltanto sei piccole parti come monumento a memoria di quanto accaduto. Il 21 luglio 1990, per festeggiare la riunificazione di Berlino, Roger Waters dei Pink Floyd tiene nella metropoli tedesca un memorabile concerto, con alcuni ospiti di prestigio, che non può che chiamarsi The Wall.

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