Perché le donne hanno le tette?

La particolarità è tutta umana: nessun altro animale, neppure i primati, mantengono un seno florido prima e dopo l'allattamento.
Il seno di Kelly Brook
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L'essere umano è l'unica specie animale con le tette. Il seno può prosperare in una donna ben prima del menarca, cioè la prima mestruazione, e restare senza dubbio oltre l'inizio della menopausa. Non ha quindi particolari relazioni con la fertilità, mentre l'allattamento può solo aumentarne le dimensioni. Tra i mammiferi invece, ai quali zoologicamente apparteniamo, il petto di un maschio e di una femmina si differenziano solo dopo la nascita di un cucciolo, quando appunto si ingrossa nelle femmine per produrre e conservare il latte.

“La maggior parte dei mammiferi tiene le mammelle sotto il corpo, perché si tratta di quadrupedi – spiega Mauro Cristaldi, professore di Anatomia Comparata per Scienze Naturali alla Sapienza di Roma. La posizione eretta nell'uomo ha messo in mostra l'apparato genitale, tra l'altro molto fragile specie nel maschio, ma anche tutto il torace. Quindi a poco a poco nella femmina il torace è stato usato come sistema di relazione rispetto all'ambiente, divenendo – secondo Desmond Morris autore del famoso bestseller "La scimmia nuda" - un fattore attrattivo. Basta guardare il modo in cui le mammelle vengono, da sempre, evidenziate: sono visivamente attrattive, e vengono “utilizzate in tutti i modi per questo scopo”.

Per lo stesso motivo, le società occidentali hanno poi sviluppato una cultura che ha portato a coprirle: mostrarle nude avrebbe portato infatti un'eccessiva sollecitazione e una costante aggressività nel maschio, anche se, pure in tal modo, costituisce un notevole problema sociale nei gruppi umani. È dunque lecito pensare che, proprio come il maschio moderno, complessivamente più inibito, anche il maschio primitivo trovasse estremamente sexy le mammelle, e la specie si sia dunque evoluta preferendo le femmine con una certa quantità di tessuto adiposo attorno al tessuto mammario del seno.

“Il seno della madre gioca un forte condizionamento psicologico per i maschi, e le fantasie dietro al seno femminile rimangono estremamente forti non solo nei maschi ma anche nelle femmine. L'omosessualità femminile è stata ed è importante per l'evoluzione, come quella maschile, perché è un ammortizzatore sociale: se c'è mancanza dell'altro sesso si possono avere rapporti con persone dello stesso sesso. Noto il caso di Giulio Cesare, bisessuale che veniva chiamato il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti. In quest'ottica, l'omosessualità è un considerevole ammortizzatore sociale, quindi utile alla specie perché capace di smorzare l'aggressività latente che si determina spesso tra i sessi”.

Lo stesso scopo del seno ce l'hanno, per la parte posteriore del nostro corpo, i glutei. “Quello che chiamiamo culo non è altro che un grosso seno, un po' più basso e collocato posteriormente, e richiama la stessa attrazione sessuale. Una cosa simile avviene per tutti i rigonfiamenti simmetrici del corpo: le ginocchia o le spalle hanno anch'esse funzione attrattiva”.

Un'evoluzione simile a quella che ha portato le donne a sviluppare il seno la troviamo in altri primati proprio riguardo ai glutei. “Le scimmie antropomorfe hanno avuto un ipersviluppo dei glutei, enormi, ma che addirittura diventano rossi nelle femmine in fase di ovulazione: proprio per richiamare il maschio".