Esistono persone senza sentimenti? L'alessitimia e le emozioni

Le persone alessitimiche sono letteralmente incapaci di spiegare quello che stanno provando, e, ovviamente, non hanno la minima consapevolezza dei propri sentimenti.

2 SET 2014 · Ultima modifica: 22 OTT 2019 · Tempo di lettura: min.
Esistono persone senza sentimenti? L'alessitimia e le emozioni
Le donne solitamente hanno una percezione maggiore dei propri sentimenti ed emozioni rispetto agli uomini. Spesso molte si sentono frustrate e insicure perché i loro partner sono assolutamente incapaci di dimostrare quello che provano. Questo le porta a sentirsi confuse, a non sapere che aspettarsi dalla relazione. Un esempio, quando una donna chiede al partner: “Mi ami?” e lui risponde con totale sincerità “Non lo so” oppure: “Credo di amarti perché se così non fosse non starei con te, no?”

Significato di Alessitimia

In psicologia questo tipo di persone che sembrano non provare mai niente vengono chiamate alessitimici (parola che deriva dal greco: a, negazione; lexis parola e thimos, emozione). Questi individui hanno sentimenti ma hanno problemi a esprimerli. Le persone alessitimiche sono letteralmente incapaci di spiegare quello che stanno provando, e, ovviamente, non hanno la minima consapevolezza dei propri sentimenti.

mancanza di sentimenti

La mancanza di sentimenti

Le persone alessitimiche si arrabbiano raramente, non piangono quasi mai e, quando lo fanno, si sentono molto disorientate perché non capiscono cosa sta succedendo né quale sia il motivo del pianto. Sono letteralmente incapaci di spiegare quello che stanno provando, e, ovviamente, non hanno la minima consapevolezza dei propri sentimenti.

Quando qualcosa li colpisce emotivamente, si sentono così disorientati e hanno così poco dominio su quello che realmente sta succedendo, che evitano questo tipo di situazioni a tutti i costi. Tutto ciò, in alcuni casi, può spiegare il perché molte persone affermano di non volere regali: il fatto di riceverli può emozionarli e provocare una ‘tormenta’ che è, in definitiva, vissuta come qualcosa di sconcertante e doloroso.

Queste persone che sembrano totalmente insensibili non hanno carenza di sentimenti bensì non li riconoscono e non possono esprimerli. Possono percepire i cambiamenti corporali che accompagnano le emozioni: tachicardia, sudore, accelerazione del ritmo respiratorio, ecc., però sono incapaci di associare queste reazioni che vive il proprio corpo con emozioni come la paura, la rabbia, ecc.

Le gradazioni di quest’apparente insensibilità, secondo diverse persone, sono molto ampie. Molti pazienti che si sono sottoposti a operazioni che hanno reciso le connessioni tra i lobi frontali e le strutture limbiche possono riscontrare una tale assenza di emozioni, che niente li impressiona, sono indifferenti a tutto. Se le facoltà mentali sono intatte, il cervello si converte in una specie di computer che analizza logicamente vantaggi e svantaggi di ogni azione possibile; nonostante ciò, senza l’aiuto delle emozioni, decidere diventa molto difficile.

La maggior parte delle volte siamo coscienti del ruolo che hanno le emozioni e i sentimenti in ogni decisione che prendiamo. Se non riconosciamo le emozioni possiamo fare passi falsi o annegare in un mare di dubbi. È soprattutto nelle scelte importanti che la mancanza di sentimenti può causare disastri. Non possiamo scegliere la casa nella quale vivremo molti anni prendendo in considerazione solo la parte logica e razionale. È necessario capire se ci piace, se ne siamo contenti, se ci trasmette una sensazione di sicurezza e protezione. Lo stesso discorso è valido nella scelta della facoltà universitaria o del partner con cui ci sposeremo.

sintomi alessitimia

Caratteristiche e sintomi

L'alessitimia all’inizio veniva identificata anche con il termine analfabetismo emotivo, per indicare proprio l’incapacità di questa condizione di riconoscere e di esprimere i propri sentimenti.

Negli ultimi anni questa condizione non è riconosciuta come una vera e propria patologia, ma piuttosto come un costrutto che può portare a una patologia: ovvero le persone alessitimiche tendono a somatizzare ciò che provano, confermando così un’idea già presente nella psicologia che sottolineava come queste persone esprimano la sofferenza emotiva attraverso quella fisica.

L’alessitimia è caratterizzata soprattuto da 3 punti:

  • difficoltà a individuare ed esprimere le proprie emozioni
  • Incapacità di collegare le emozioni alle loro sintomatiche fisiche
  • Scarsa immaginazione e sistema cognitivo indirizzato alla concretezza.

Questa disfunzione non è legata pertanto al fatto di non provare emozioni, ma piuttosto al fatto di non saperle riconoscere ed esprimere: chi è alessitimico non riesce a creare la rappresentazione mentale e corporea di ciò che sente e di come dovrebbero reagire.

I sintomi dei soggetti alessitimici, oltre a quelli già accennati, sono:

  • incapacità di individuare i motivi delle proprie emozioni
  • Scarsa empatia
  • Capacità immaginative e oniriche ridotte
  • Comportamenti neutri e assimilabili alla norma e alla media delle altre persone
  • Relazione con gli altri in forma fortemente dipendente
  • Preoccupazioni ipocondriache (dovute al fatto di non saper riconoscere i sintomi dell’attivazioni emotiva e scambiandoli per sintomi di malattie)
  • Reattività del sistema nervoso autonomo e forte somatizzazione

anafettivo e alessitimico

Differenze tra alessitimia e anaffettività

Come abbiamo visto l’alessitimia è un tipo di disturbo che coinvolge la sfera emotiva: le persone che ne soffrono non sono in grado di esprimere né di riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui, né a livello mentale né a livello di espressioni fisiche.

Queste persone però manifestano dei comportamenti affettivi, anche se spesso in maniera esagerata o inappropriata perché non sono in grado, appunto, di riconoscerli.

Nel caso invece dell’anaffettività ci troviamo di fronte a una persona che non prova più sentimenti, né tantomeno riesce ad esprimerli.

Questo tipo di disturbo emotivo nasce normalmente in seguito a un trauma o a un’esperienza vissuta in maniera dolorosa dall’individuo: il soggetto tende a entrare in uno stato difensivo, rinchiudendosi in sé stesso per non provare più emozioni e non soffrire più.

In questi casi succede che le persone tendano ad evitare relazioni che portano all’intimità e allo scambio emotivo, per rifugiarsi in relazioni basate su piaceri materiali e illusori.

La differenza tra queste due tipologie di problemi emotivi risale pertanto sia nelle cause di tale blocco emotivo, sia nella tipologia.

L’anaffettivo è infatti privo di sentimenti in seguito a un trauma, mentre l’alessitimico, prova emozioni ma non è in grado di decifrarle.

Esiste un altro tipo di disturbo emotivo, denominato blocco affettivo, che consiste in un momento di stallo emotivo per l’individuo. Questo tipo di disturbo di verifica quando le emozioni che il soggetto prova sono in contrasto tra di loro e la persona si trova bloccata e inerme davanti alle sue emozioni. Molto spesso questo tipo di blocco ha una durata limitata nel tempo, ma se così non fosse, il soggetto che ne soffre potrebbe trovarsi immerso in stati di angoscia e dissociazione.

In tutti questi casi il consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista, espero in disturbi della personalità, per cercare di risolvere il problema perché non sfoci in un disturbo patologico.

amore alessitimico

Amore e analfabetismo emotivo

Amara una persona alessitimica può portare molto dolore, perché si tratta di qualcuno per niente empaticho e emotivamente freddo. In questi casi quello che viene a mancare è normalmente una connessione e un’intimità che si basa sui sentimenti e sulla condivisione di sensazioni e parole.

Secondo alcuni recenti studi, l’alessitimia potrebbe essere la causa della fine di diverse storie d’amore, visto l’alto grado di problematicità che comporta in una relazione, oltre al fatto che sembra essere particolarmente diffusa. Sembra infatti che il 10% della popolazione soffra di questi deficit, che impedisce di riconoscere ed esprimere le emozioni, e nella maggior parte dei casi, si tratta di uomini.

Se vi trovate accanto un partner che soffre di freddezza emotiva e incapacità di espressione affettiva, ricordate che alcuni atteggiamenti come approfondire certe tematiche intime, o le riflessioni, il linguaggio poetico e romantico, i doppi sensi, non saranno di facile interpretazione per questa persona: la comunicazione potrebbe risultare abbastanza frustrante con un partner alessitimico.

A livello comunicativo potreste cercare codici basilari comuni per comunicare ed esprimere l’affetto: sguardi, gesti e carezze potrebbe essere un buon inizio. In ogni caso il consiglio principale è cercare un terapeuta o uno specialista che possa seguire voi e il vostro partner, per una terapia più approfondita.

Cause alessitimia

Tra le cause dell’alessitmia, c’è da considerare sopratutto il contesto famigliare e l’ambiente in cui è cresciuto il soggetto, poiché tutto ciò influisce sul contesto psico-affettivo.

In particolare si sono riscontrati cause di alessitimia in contesti dove il bambino ha sofferto una trauma o da una mancata relazione affettiva che permetta al bambino di sviluppare le sue capacità cognitive ed emotive.

Anche crescere in una famiglia molto autoritaria o la separazione dai genitori potrebbe portare a una tendenza all’alessitimia, ossia all’incapacità di comunicare e riconoscer le sensazioni e gli stati d’animo. Inoltre l’alessitimia può essere considerata un sintomo di altre patologie, come il disturbo da stress post-traumatico o la sindrome di Asperger.

A livello generale, questo deficit emozionale è collegato a diverse malattie psico-fisiche, come ansia, disturbi gastrointestinali, disfunzioni sessuali, e può portare allo sviluppo di condizioni patologiche gravi (come bulimia nervosa, depressione o ansia).

cause alessitimia

Test per la diagnosi

Esiste un test per l’alessitimia che serve per diagnosticare tale deficit: la TAS-20 (Toronto Alexhitymia Scale), un test psicometrico di autodiagnosi, che  è compost da 20 domande, e serve per determinare la presenza dei 3 sintomi principali dell’Alessitimia:

  1. Incapacità di individuare le emozioni/sensazioni
  2. Difficioltà nel riconoscere e descrivere sentimenti propri e altrui
  3. Un pensiero proiettato verso l’esterno e quasi mai verso l’interno e verso le proprie sensazioni.

Oltre a questo test di autovalutazione per l’alessitimia, sono stati individuate altre prove che possono essere utili per identificare tale malattia. Soprattutto alcuni test psicologici proiettivi che attraverso l’utilizzo di immagini, foto o quadri dal significato ambiguo, cercano di testare le emozioni e le espressioni dei soggetti, favorendo le libere associazioni, quando si trovano davanti a tali immagini.

I soggetti che soffrono di alessitimia, soprattuto chi ne soffre a un livello abbastanza grave, non riuscirà a creare associazioni originali o sentimenti reali, e potrebbe trovarsi incastrato in situazioni di blocco o angoscia.

Cura e terapie

L’alessitima non è considerato un vero e proprio disturbo a sé stante nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ma è più che altro visto come un deficit della funziona riflessiva del sé che può essere presente in molti disturbi patologici, presentandosi sottoforma di sintomo.

In particolare è stato riscontrato che l’alessitimia è presente, e può influire in:

  • condizioni patologiche: per esempio l’ipertensione, disfunzione erettile o abuso di sostanze
  • Patologie mentali come la depressione o l’ansia, ossia malattie collegate allo spettro ansioso
  • Patologie collegate ai disturbi di personalità come personalità narcisista, evitante, ossessivo-compulsiva o schizofrenica.

La presenza di questo deficit in tutte queste patologie, dipende primariamente dal fatto che la scarsa mentalizzazione (ossia capacità di prevedere e capire il comportamento dell’altro, capacità acquisita soprattutto attraverso la teoria della mente) e le capacità cognitive e metacognitive verso sé stesso e gli altri, non sono sviluppate né riconoscibili da parte del soggetto, oltre che ad rendere complicato il cambiamento.

La terapia cognitivo-comportamentale, può aiutare a sviluppare alcuni aspetti della sfera affettiva: il terapeuta può aiutare i pazienti a riconoscere e a gestire le emozioni, insieme alle manifestazioni somatiche che queste comportano. Ovviamente questo processo verrà sempre inserito in una terapia che consideri le capacità cognitive e metacognitive del paziente.

Conclusioni: La regolazione emotiva

Riassumendo, potremmo dire che l’alessitimia si caratterizza come un disturbo della regolazione emotiva e affettiva, che porta appunto a non riconoscere e a non essere in grado di esprimere le proprie sensazioni.

Le persone che soffrono di tale disturbo sono persone concrete con poca immaginazione, che non sono capaci di esplorare il mondo interno e a riconoscere le manifestazione somatiche delle emozioni. Tale disregolazione affettiva può essere curata seguendo una terapia cognitivo-comportamentale che rieduchi la persona alle espressioni somatiche e psichiche delle emozioni. È un passo importante da seguire perché questo deficit emotivo non si tramuti in una patologia più grave (come la depressione o l’ansia) o per verificare che non sia sintomo di un’altra patologia (come la sindrome di Asperger o un disturbo post-traumatico).

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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Bibliografia

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23544920
  • https://www.healthline.com/health-news/top-10-health-conditions-affecting-millennials
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6124373/
  • https://www.medicalnewstoday.com/articles/326451.php#diagnosis
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Alessitimia

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Commenti 8
  • Vic

    Scusate molti mi dicono che non provo sentimenti e in effetti non riesco ad innamorarmi le situazioni di elevata emotivita non mi toccano e non mi fanno sentire nessuna pena posso essere solidale ma lo faccio solo per un fatto ideologico per me stare con un amico o meno è indifferente, sto provando a capirmi ma non ci riesco avete qualche leggero consiglio? Inoltre le caratteristiche qui sopra riportate non mi sembrano di una persona che non prova sentimenti ma solo che non è capace di affrontarli.

  • Monica Vianello

    credo di aver trovato la risposta a tutte le mie domande... mia figlia quasi 18 enne ha lo stesso comportamento descritto, fin da piccolina é stata cosí. Apparentemente niente la emoziona, nel bene e nel male, non ha legami di amicizia, non ama socializzare con nessuno, tra l'altro é mancata da poco la nonna e lei come niente, né pianto, né tristezza, né ricordi! Esiste un percorso per aiutarla ad affrontare la vita?

  • Cristina Capone

    L'articolo è scritto bene, ma vorrei fare un appunto: non solo la terapia cognitivo-comportamentale aiuta a sviluppare capacità riflessive e di mentalizzazione. In genere ogni percorso psicologico e psicoterapeutico aiuta a sviluppare consapevolezza sui propri sentimenti ed emozioni :)

  • Gerardo Dionisio

    Gli studi di psicologia sono ancora insufficienti a determinare con certezza se il deficit del soggetto alessitimico consista o meno nella penuria di provare sentimenti o viceversa nella pochezza in dotazione dei mezzi intrapsichici per riconoscerli al fine di poterli sufficientemente esprimere. Dire che il soggetto anaffettivo provi i sentimenti ma non sia in grado di riconoscerli mi sembra ancora molto contraddittorio e confusionale. Io credo che la mancanza dell'alessitimico sia alla fonte, cioè nella disregolazione affettiva, nell'autopercezione della sua vibrazione sentimentale. Continuare a dire che i sentimenti sono fuori discussione,ma il deficit e' solo nei suoi mezzi espressivi ingarbuglia la corretta analisi e ne inficia la credibilità.

  • Maria Lucia

    Mi sono sposata un uomo freddo come una roccia. Doppo un anno di matrimonio mi vedo in un'isola triste e sola. Lui non mi cerca, non mi fai una carezza e quando sono troppo stanca o con dolore non sento una parola confortevole. Adesso ho fatto una ricerca in Google e ho trovato questo articolo molto interessante. Grazie e tanti auguri a tutti Voi!

  • Silviu Anisim

    Ho conosciuto una ragazza così ed è veramente difficile parlare con lei anche perché io la amo ma....non riesco a capire cosa lei pensi di me perché sembra indifferente a qualsiasi cosa io dica di lei. È una cosa triste, io non so come lei faccia a vivere...Non so cosa fare.

  • G.M.G

    Come fare o come convivere con una persona così? È difficile, sono stanca di questa situazione, sono arrivata a mollare tante volte perché tengo moltissimo a questa persona ma ora le ho detto che mollo, immaginate la risposta...infine è colpa mia perché ho deciso io di mollare, la odio, mi potete aiutare per favore? Grazie

  • Truth

    Non sono d'accordo sull'ultima parte. Se prendi una soluzione Razionale o Logica ti ritrovi automaticamente in un contesto sicuro e piacevole. Certo ognuno ha i propri punti di vista ma su questo mi dispiace non è Logico. Infine non c'è bisogno dell'emozione per capire se una cosa è sicura,faccio un esempio: -Vedi un serpente,cosa fai? Logico,gli stai lontano e non gli dai modo di accorgersi che ci sei. -invece con l'emozione succede questo,urli e scappi facendo in modo che il serpente ti rincorre dietro. Quindi voglio correggere "Devi avere il controllo sulle emozioni prima che esse lo hanno su di te".

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