La creazione di Adamo è uno degli affreschi più noti al mondo, così famoso da trovarsi su merchandising di ogni tipo e da essere stato ricreato e riprodotto in innumerevoli versioni parodiche. Quando ci troviamo davanti al lavoro originale, che abita nella Cappella Sistina, non riusciamo a fare a meno di sentirci sopraffatti dalla forza di questa scena ma, nel contempo, rimaniamo sbalorditi dalla delicatezza e dall’eleganza della rappresentazione di un momento simbolo della cristianità. Ma anche chi non ha mai avuto la fortuna di recarsi in Vaticano per ammirare quest’opera dal vivo, sicuramente l’ha vista e ammirata in ogni suo dettaglio anche in una riproduzione fotografica. Oggi cerchiamo di capire qual è il mistero della sua bellezza.

In che modo Michelangelo affronta il tema della Creazione di Adamo?

La Creazione di Adamo di Michelangelo risale al 1508 quando papa Giulio II della Rovere convocò Michelangelo, impegnato a dar forma alla statua del David a Firenze, per dipingere il soffitto della Cappella Sistina nello stato del Vaticano. Sebbene Michelangelo non fosse così appassionato di pittura quanto lo era di scultura, accettò comunque la sfida e si diresse a Roma dove produsse una delle più grandi realizzazioni artistiche della civiltà umana. La Cappella Sistina ospita un insieme di capolavori dei più grandi artisti del Rinascimento Italiano, tra cui Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino, che raffigurano una serie di scene del Libro della Genesi, inclusa la "nascita" di Adamo di Michelangelo, che è una rappresentazione del versetto 26 della Genesi. Si tratta del momento in cui Dio tocca Adamo, creandolo a Sua immagine e somiglianza.

Nell'affresco vediamo due grandi figure maschili, a destra è raffigurato Dio e a sinistra è raffigurato Adamo. Entrambe le figure hanno le braccia tese l'una verso l'altra, il braccio sinistro di Adamo si protende verso il braccio destro di Dio e i loro indici si incontrano al centro della composizione. Nonostante il versetto dica che Dio abbia creato Adamo a sua immagine e somiglianza, notiamo che le due figure sono abbastanza diverse. Dio, a destra, indossa quella che sembra essere una tunica biancastra e i lineamenti del viso, così come la barba e i capelli grigi, suggeriscono che sia più vecchio di Adamo.

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Adamo è sulla sinistra sdraiato su un prato che si affaccia su un pendio erboso. È semisdraiato completamente nudo con il braccio appoggiato sul ginocchio destro, mentre il braccio destro poggia a terra per sostenere il busto. I suoi lineamenti sono quelli di un giovane e il suo corpo è forte e muscoloso.

Cosa trasmette la creazione di Adamo?

Questo affresco si distingue e attira l’attenzione maggiormente rispetto agli altri che adornano la Cappella Sistina sia per le dimensioni dei protagonisti che per la sensazione che lascia allo spettatore che, come abbiamo detto all’inizio, rimane a bocca aperta di fronte alla drammatica semplicità di una scena così carica di significato.

Michelangelo utilizzò colori brillanti, facilmente visibili anche da lontano. La Creazione di Adamo è stata realizzata con la tecnica dell'affresco, che prevede l'applicazione del colore direttamente su intonaco fresco e umido. Infatti è necessario che la calce bagnata sia ancora in grado di reagire con l'ossigeno per creare carbonato di calcio in modo da proteggere i pigmenti dai fattori ambientali.

La combinazione di colori appare chiara, con un'ampia area composta da toni caldi che contrasta con i capelli di Dio, che sono di un colore blu-grigiastro più freddo e i capelli di Adamo che sembrano essere di un marrone più scuro e dal sottotono freddo. Ci sono anche aree più scure che creano delle ombre sulle figure, sottolineandone le forme e l'anatomia, creando un senso di profondità. Lo sfondo dell'affresco è di un colore bianco-grigio neutro, che mette ulteriormente in risalto le due figure protagoniste dell’opera: Dio e Adamo, in primo piano.

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Lucas Schifres//Getty Images

Perché le dita di Adamo e Dio non si toccano?

Adamo, incerto e dallo sguardo quasi insicuro viene portato alla vita da Dio che, di contro, è risoluto nella sua decisione di creare la vita sulla terra. Il momento rappresentato da questo affresco è quello appena successivo all’alito della vita. Le dita dei due protagonisti si separano dopo l’atto della creazione e lo spazio che si trova tra di loro è la rappresentazione della materializzazione della differenza tra la vita terrestre e la sfera divina. Questo spazio, sebbene sia quasi irrisorio, è simbolicamente infinito perché non potrà mai più essere colmato. La mano di Dio è molto più ferma e rappresenta la forza della creazione, rivendicando il primato su questo gesto che non può essere fatto da nessun altro. Il momento della creazione è, come ogni nascita, l’inizio della fine e, nel linguaggio cristiano, l’inizio della fine della perfezione.