Tra le innumerevoli categorie estetiche che caratterizzano e animano il mondo della moda, il concetto di ugly, brutto, ha progressivamente cambiato significato, trasformandosi da mero giudizio estetico ad un modo diverso di intendere gli abiti, stravolgendo il rapporto tra i vestiti e chi li indossa. Ci siamo ormai abituati alla presenza di calzature Birkenstock in ambiti prima impensabili, quasi vietati, come passerelle, show ed eventi esclusivi, e un destino simile sta interessando un altro accessorio fino ad oggi associato al turismo in Olanda.
Gli zoccoli, o clogs in inglese, nacquero tra il tredicesimo e il quindicesimo secolo in Olanda, e si diffusero presto anche in Belgio, Germania, Francia e Danimarca. La loro caratteristica principale era la resistenza data dal legno, che proteggeva dagli urti durante il lavoro quotidiano di contadini, operai, minatori, e tutte le classi sociali più povere della società. I clogs incontrarono un nuovo tipo di fama reinventandosi come scarpe da ballo, grazie al ticchettio del legno contro il suolo, diventando parte dei balli e delle tradizioni dei paesi scandinavi. Verso la fine del diciannovesimo secolo gli zoccoli, veri predecessori del tip tap, si diffusero anche nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove conobbero la massima espansione nei ruggenti Anni Venti, come nuova calzatura d’elezione per passeggiate sulla spiaggia.
A metà degli anni Cinquanta, a Chicago, William M. Scholl, fondatore dell’omonima azienda di footwear, creò una nuova versione dei clog, mantenendo il materiale simbolo della scarpa, il legno, ma rivoluzionando la silhouette, che divenne più affusolata e leggermente rialzata nella parte anteriore, per assicurare un comfort maggiore. Il piccolo cinturino posto poco sotto le dita divenne l’elemento distintivo della calzatura, declinato in bianco, rosso, blu, beige e nero. Dopo aver conquistato Hollywood e le sue star, prima fra tutte Audrey Hepburn, i cosidetti “exercise sandals” vennero esportati in Europa, diventando un must have nell’estetica della Swinging London, dove venivano indossati con abiti svasati, mini gonne o jeans scampanati.
Nonostante il successo sfavillante legato al movimento hippie e a quell’estetica bohémien, con l’avvento dello sportswear e delle sneaker i clogs persero parte del loro fascino, senza però scomparire mai davvero. Se negli anni Novanta avevano tentato un timido ritorno prima ai piedi di Carrie Bradshaw in Sex and the City, gli zoccoli sono ora pronti ad un rebranding, in chiave luxury e meno sportiva, come dimostra l’evoluzione di Crocs, che da semplice scarpa in gomma per il giardinaggio si è trasformata in una calzatura degna di una passerella.
Complici i mesi di lockdown e la conseguente ricerca di comfort e comodità anche fuori casa, è con la stagione Primavera Estate 2021 che le Maison hanno decretato il definitivo ritorno dei clogs. Se Balenciaga, con l’aiuto di Crocs, punta su silhouette dirompenti e mai viste prima, Hermès gioca sul minimalismo e sulla qualità impareggiabile delle sue pelli.
Dior ne propone una versione massimalista, decorata dal monogram della Maison, mentre Bottega Veneta e Gucci scelgono la gomma, perfetta anche per una versione con tacco. Nicolas Ghesquière da Louis Vuitton ne ha portato in passerella una versione a metà tra clog e pump, mentre Celine e Chanel restano sulla classica combinazione legno e pelle. In un caleidoscopio di interpretazioni, materiali e colori, a testimonianza di come i clogs non smettano mai di ispirare.