Fin dall’alba dei tempi, il desiderio recondito di spiegare le ali e prendere il volo ascendendo al cielo, come il folle Icaro della mitologia greca, ispira gli artisti e i visionari di ogni generazione, dagli 'ornitotteri' ingegnosi di Leonardo Da Vinci, ai selvaggi unicorni delle narrazioni fantasy di J.R.R. Tolkien, Haruki Murakami e J.K. Rowling. Sospese tra sacro, profano e terreno, le ali arricchiscono il panorama fashion con un tocco di surrealismo delicato, attingendo dal mondo animale, ma anche dall’immaginario biblico. Dopo aver sfiorato il Sole negli anni Duemila, momento storico che ha testimoniato l’apice del loro successo, il 2023 sembra il momento perfetto per tornare a parlare di questo simbolo dall’allure misteriosa ed incantata: in primis, per il ritorno in scena del Victoria’s Secret Fashion Show, interrotto nel 2018, con gli iconici Angeli della passerella che hanno scritto uno dei capitoli più sensuali della moda contemporanea. Poi, per il loro rientro nel sottobosco delle culture giovanili, che ora più che mai, prendono ispirazione dall’estetica Y2K dei brand di punta di inizio millennio. Tra questi, i celebri jeans Angel Devil con le ali bianche stampate sul retro, ma anche gli angioletti di Fiorucci, il logo alato di Harley Davidson su t-shirt e giacche in pelle da centauro, e le sneakers alate nate dalla collaborazione tra Adidas e Jeremy Scott.
E mentre, in preda alla nostalgia, sulle piattaforme second-hand spopolano gadget, accessori e capi d’abbigliamento che riportano in vita questa tendenza teen indimenticabile, le passerelle di moda, decenni fa, hanno intrapreso il discorso in maniera molto più raffinata. A partire dal celebre 'Angelo d’Oro' del 1987 di Roberto Capucci, l’abito da sera a impero realizzato in taffetà, con drappi di tessuto modellati come se fossero delle ali, una creazione maestosa che incute quasi timore nel suo splendore dorato. Per poi passare all’angelo addolorato di Thierry Mugler, che ha aperto la collezione Hiver des Anges del 1984, conservato al MET di New York in occasione della mostra, e tema del gala, "Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination". Sin dagli anni Ottanta, il couturier francese ha fatto delle ali uno dei motivi ricorrenti principali delle sue sfilate, e dopo l’angelo con ali dorate del 1984, nel 1997 ha incorporato le ali sui copricapi delle sue modelle-chimere, in una collezione metafisica dal fascino decisamente più oscuro.
E se le ali di Dior, nate dal genio creativo di John Galliano per la collezione Haute Couture 2001, sono un chiaro riferimento all’iconografia religiosa, quelle realizzate da McQueen per la collezione Horn of Plenty del 2010, prendono spunto dal piumaggio degli uccelli e costruiscono una serie di silhouette ibride in un crescendo di tensione, tra gabbie e rossetti sbavati che evocano il becco dei pennuti. Ancora più teatrali sono invece le ali di farfalla di Iris Van Herpen, in un connubio tra moda e tecnologia all’interno delle collezioni “Hypnosis”, “Architectonics” e “Meta Morphism”, tutte dotate di un approccio stilistico ricercato e futuristico.
In tempi più recenti, invece, tra le star che hanno nuovamente puntato i riflettori su questo dettaglio scenografico, Beyoncé ha sfoggiato un body metallico di Zigman con un’apertura alare che ricorda quella delle api, durante la tappa di Phoenix del suo Renaissance World Tour. Le ali assumono un significato ancora diverso nell’outfit di Hunter Schafer, che durante la prima stagione di “Euphoria” ha indossato un costume da angelo grunge, riportando in vita le vibrazioni ribelli dell’album “In Utero” dei Nirvana. Inaspettata, invece, la scelta di Bianca Censori - la nuova moglie di Kanye West -, che a maggio è stata immortalata insieme al rapper, a Los Angeles, mentre indossava un paio di ali bianche abbinate a un completo nude aderente e un paio di stivaletti biker.
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