Buongiorno, coglioni!

Ho trovato questo libro parecchio strano... Quando l'ho comprato sono stata spinta dalla trama che si preannunciava divertente e curiosa. Nel leggerlo ho scoperto poi che invece non era così simpatico, bensì insensato e in alcuni punti per fino noioso. L'idea era buona, ma purtroppo dopo averlo letto ti chiedi: "e quindi?". Ciao

La trama prometteva bene. Cosa c'è di meglio di un romanzo anficonformista, politicamente scorretto, che mette un bel po' alla berlina il mondo a volte irreale degli uffici aziendali. Invece mi sono ritrovato a che fare con una lingua che - se pure scorrevole - è quanto mai disordinata. "Buongiorno, coglioni!" sembra scritto apposta per non far capire nulla al lettore. Per distrarlo. E così ti accorgi che i capitoli scorrono e tu leggi pensando ad altro, bruscamente interrotto, di tanto in tanto, da qualche assurdità dello svolgimento. Come quando l'autore se ne esce con Nietzsche, piuttosto che con Che Guevara o Zarathustra, con i suoi cloni e le sue segratarie sovrappeso e con il polpacciotti, con il cagnolino York Shire dal comportamento bizzarro. Oppure c'è l'amico Gegè, la prediletta Christelle, fino alle più alte sfere con il Presidente, Mega-Man e il Boss. Insomma, non ci si capisce niente, se non che il protagonista ha ben poco da fare sul posto di lavoro, tanto da rischiare il licenziamento. Da evitare.