Indennità di turno non dovute, la consigliera comunale del Partito Democratico Valentina Verga chiede all’amministrazione di «prendere una posizione politica a tutela delle educatrici».
L’altra sera Verga è intervenuta nel corso dell’assise a proposito del caso delle dipendenti comunali che lavorano negli asili nido e nelle scuole materne che sono state informare di dover restituire le somme indebitamente percepite tra il 2013 e il 2016 (leggi qui).
«La vicenda va avanti da anni, ma oggi siamo arrivati a un dunque», ha affermato, sottolineando che il lavoro delle educatrici «è sempre stato riconosciuto come un fiore all’occhiello e un servizio fondamentale».
Verga sostiene che «al di là dell’aspetto erariale che va valutato, a mio parere a livello politico l’amministrazione deve prendere una posizione netta sulla questione. Una posizione – ribadisco politica, non legale – a tutela delle dipendenti, dicendo che faranno il possibile per evitare che debbano pagare dei soldi (penso in particolare a chi oggi è in pensione) pur avendo garantito il servizio, con un avvicendamento necessario per rispettare il rapporto bambini-educatore».
«Capisco – prosegue – che a livello giuridico sia intervenuta una sentenza, ma a livello politico mi aspetto una presa di posizione da parte dell’amministrazione, con le modalità che potrà trovare, per non lasciare sole le dipendenti in questa situazione».
Ipotizzare soluzioni è tutt’altro che semplice. «Non so che cosa si possa fare nel concreto. Mi domando, ad esempio, se siano state accantonate delle cifre o ci siano dei fondi non vincolati che possono essere messi a disposizione in questa partita. Le modalità dovranno valutarle gli uffici con l’amministrazione. In ogni caso, si deve esprimere la volontà forte di tentare in tutti i modi di ovviare a questo problema».
La scorsa settimana si è tenuto a Palazzo Gilardoni un incontro fra personale educativo e amministrazione. Lunedì prossimo è in programma una riunione con i delegati sindacali.
«Mi auguro che in quella sede il Comune arrivi già con delle possibili proposte. Compatibili con quanto potrebbe imporre la Corte dei Conti ma anche con soluzioni sostenibili per le educatrici. Alcune delle quali – conclude Verga – si sono viste recapitare la richiesta di restituire tremila euro».
R.C.