Due record e cinque titoli: stella del nuoto a 13 anni 

La pescarese Valentina Procaccini da novembre a Roma al Circolo Aniene

PESCARA. E’ ancora presto per capire se diventerà una campionessa del nuoto, e non è nemmeno il caso di caricare di pressioni una ragazzina di 13 anni. Sta di fatto che se a questa età stabilisci due primati italiani di categoria, nei 50 a nei 100 stile libero, c’è qualcosa che va oltre il talento.
A maggior ragione se al termine della stagione invernale in vasca corta (25 metri), conclusa lo scorso 25 aprile, fai registrare il miglior tempo (di categoria) in Italia in cinque specialità. Qualcosa più di un talento, visto che Valentina Procaccini nuota da soli tre anni. Prima faceva triathlon, ora è fresca campionessa italiana nella classe 2008 nei 50, 100, 200 e 400 stile libero e 100 rana in base ai risultati fatti registrare nella sessione invernale. «In un’altra vita deve essere stata un pesce, in acqua si trova a suo agio», scherza la mamma Clemirt di origini cubane, ma da 25 anni in Italia. Valentina Procaccini ha lo sport nel sangue: il papà, Antonio, ora insegna Economia aziendale all’Acerbo, ma ha giocato prima a pallamano in A2 e poi a basket fino alla C1, la mamma ha fatto triathlon fino a un paio di anni fa e la nonna materna, Mirta, era una specialista nei 100 metri a Cuba. E poi c’è Maria Vittoria, frutto del primo matrimonio del padre, che gioca a pallacanestro.
Lei, Valentina, è una ragazzina alta 182 centimetri, un fisico da far paura. Ha due sorelle gemelle, Adriana e Alice, anche loro hanno fatto nuoto. «I genitori mi portavano a correre da quando avevo due-tre anni», racconta Valentina, «loro facevano le gare podistiche dei grandi e io quelle riservate ai bambini». Sempre in movimento, tanto che poi, seguendo la mamma, ha fatto triathlon con la società pescarese The Hurricane. Tre anni fa la scintilla con il nuoto, una delle discipline del triathlon. «Era impressionante», racconta la mamma, «perché pur non avendo le basi di chi ha fatto la scuola di nuoto, andava forte, facendo registrare degli ottimi tempi». Tanto forte da vedersi puntati addosso i riflettori dei tecnici che hanno consigliato ai genitori di puntare su Valentina e il nuoto. «Ho dei parenti in America e ho mandato le ragazze a fare un Camp a Miami e anche lì», racconta la mamma, «ci hanno fatto notare che la bambina aveva del talento fuori dal norma». E così la famiglia Procaccini si è cominciata a guardare attorno. La chiusura delle Naiadi è stata una mazzata tra capo e collo e ha rischiato di spezzare i sogni di Valentina Procaccini.
La sensazione che le piscine non sarebbero state mai riaperte e la necessità di sgrezzare il talento della bambina hanno indotto i genitori a prendere una decisione difficile e pregna di sacrifici. E così è intervenuto il Circolo Aniene, la squadra di Federica Pellegrini e della Quadarella che ha preso al volo il talento, portandolo a Roma. Dal novembre scorso Valentina si è trasferita a Roma dove a turno vive con la mamma o con il padre. La famiglia si è divisa per inseguire un sogno. «Ho lasciato tutto», sospira Valentina Procaccini, «amici, sorelle, compagni di scuola e città. Amo nuotare, è la mia vita».
A Roma c’è Cristian Minotti, il tecnico della Quadarella, che la segue. I risultati sono confortanti. Nel corso dei criterial nazionali giovanili su base regionale, qualche settimana ha disintegrato due record italiani di categoria R1 nuotando i 50 stile libero in 26”1 e i 100 stile libero 56”76. I primati appartenevano rispettivamente a Silvia Di Pietro (26”31) e a Maria Ginevra Masciopinto (57”38). In particolare il record della Di Pietro resisteva da 15 anni (2006). Tutto questo lascia immaginare un futuro da regina delle acque. Ma nel nuoto bisogna andarci con i piedi di piombo perché lungo la strada che porta alla gloria possono interferire fattori fisici e mentali. E quindi Valentina Procaccini nuota sì, ma frequenta la terza media – con la didattica a distanza – di una scuola privata e l’anno prossimo pensa di fare il liceo Scientifico sportivo. «La mattina mi alzo e faccio la Dad», racconta, «alle 13 mangio e alle 14 sono in piscina. Comincio a nuotare alle 14,30, poco più di due ore. E’ una vita abbastanza difficile, ma faccio quello che mi piace, sia pur a distanza dai miei affetti». Si allena e sorride, perché a fine maggio inizia al stagione estiva all’aperto e l’attendono le gare. Lei in acqua a nuotare, parenti e amici sugli spalti a fare il tifo. Pescara si trova tra le mani un talento del nuoto proprio nel momento in cui le Naiadi sono chiuse e faticano a riaprire le porte.
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