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Con il Libro del Mese di Dicembre 2014, Un altro giro di giostra, Tiziano Terzani racconta la grande varietà di cure alternative in cui si è imbattuto durante il suo girovagare per il mondo alla ricerca di aiuto contro la sua malattia. Oggi esistono una miriade di terapie che si distaccano dalla medicina tradizionale occidentale e tra queste molti avranno sicuramente già sentito parlare della musicoterapia.

MusicoterapiaGià in antichità erano note le capacità curative della musica: le prime fonti risalgono, addirittura, agli egizi (1500 a.C.). A Platone si deve la catalogazione dei diversi stili musicali del suo tempo e i loro effetti sull'animo umano. Nel Medioevo nasce il fenomeno del tarantolismo, ancora oggi presente nell'Italia meridionale, secondo cui si guarisce dal veleno del morso della tarantola attraverso la musica e la danza. In tempi più recenti, alla fine dell'Ottocento, vengono fatti in Inghilterra i primi tentativi per prevenire attacchi epilettici o sedare i pazienti con la musica.

Ma per parlare di musicoterapia in senso moderno è stato necessario che prima l'uomo compisse alcuni passi fondamentali: lo sviluppo del sapere medico, lo studio sull'origine della specie umana e la nascita della psicoanalisi. Il primo corso di studi ufficiale nasce nel 1944 all'Università del Kansas e circa dieci anni dopo la musicoterapia sbarca in Europa, in Gran Bretagna, grazie a Juliette Alvin.

La musica ha il potere di entrare in comunicazione con il nostro sistema emozionale senza l'utilizzo di parole. Come ha detto Leonard Bernstein, "la musica può nominare l'innominabile e comunicare l'inconoscibile". Agisce nella nostra sfera più primordiale, riesce a entrare in sintonia con il nostro essere facendo vibrare la nostra anima per simpatia. Di conseguenza, anche il nostro corpo ne subisce influenza: battito cardiaco, pressione sanguigna, tensione muscolare, ormoni, ecc.

Per questo motivo, la musica può essere utilizzata come prezioso supporto o addirittura come terapia per handicap di tipo fisico e psichico, sordità, autismo, disturbi di comunicazione o della sfera emotiva, ma anche problemi geriatrici, tossicodipendenza, preparazione al parto.

MusicoterapiaLa musicoterapia può avere un approccio attivo o recettivo. Con il primo, si fa musica con il paziente (spesso attraverso semplici strumenti a percussione, il corpo, oggetti vari) in modo da stimolare atteggiamenti di relazione, coordinazione motoria, produzione verbale, o riqualificare la percezione ritmica: si cerca di creare un nuovo piano comunicativo che non è quello convenzionale, ma è una trasposizione grazie alla quale terapeuta e pazienti possono entrare in contatto senza parole. L'approccio ricettivo è più facilmente comprensibile: chi, quando è nervoso, non si mette un bel cd della propria musica preferita a tutto volume per rilassarsi? Attraverso ascolti mirati e scelti ad hoc, il musicoterapeuta può aiutare a curare situazioni di stress o, grazie a messaggi sonori ipnotici, può alleviare il dolore – e, se mettiamo insieme le due cose, si può trovare un valido sostegno per il parto. È stato inoltre dimostrato che, dopo un ictus, si cade meno facilmente in depressione se si ascolta musica classica, ed anzi si sono riscontrati recuperi cognitivi molto significativi.

La combinazione di altezze, timbri, intensità degli strumenti musicali con ritmo, melodia e durata del brano, può offrire sorprendenti effetti in determinate situazioni. Basti pensare che, secondo uno studio dell'Università di Tel Aviv, possono essere ridotti i tempi in incubatrice dei bambini nati prematuri grazie all'ascolto di trenta minuti al giorno di Mozart (la stessa cosa non succede con Bach o Beethoven, ad esempio).

Ci sono brani che sono stati definiti particolarmente terapeutici: in situazioni di stress, la famosa Primavera di Antonio Vivaldi o la Quinta Sinfonia di Schubert; per aiutare la concentrazione, invece, Mozart con la Sonata in re maggiore per due pianoforti (KV 448) o il Concerto per flauto e arpa (KV299); per combattere l'insicurezza e la passività, la Marcia trionfale dall'Aida di Verdi.

La musicoterapia ha un'applicazione molto vasta: ciò che però si propone di fare, in sostanza, è cercare di penetrare nel profondo del nostro essere, con un sistema e una volontà diversa ma in qualche modo simile a ciò che fa Terzani quando, a un certo punto, capisce che è solo dentro di sé che ognuno di noi può trovare aiuto.

(articolo a cura di Sergio Gelsomino)

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