Il ministro della giustizia Nordio, di fronte al parlamento, ha dichiarato che il sovraffollamento delle carceri è un problema che coinvolge non solo l'Italia, ma tutti i Paesi. Ha sottolineato che il nostro Paese si trova tra i primi posti per quanto riguarda il trattamento umanitario dei detenuti. Non solo. I suicidi del 2023 sono risultati leggermente inferiori rispetto a quelli dell'anno precedente, indicandolo come se fosse uno progresso, quasi come se fosse una sorta di magra consolazione. Ma ha anche aggiunto che i suicidi in carcere sono difficili da evitare. Ha ammesso che la costruzione di nuove carceri è difficile a causa di vincoli paesaggistici e ambientali, ma contemporaneamente ha riproposto la vecchia ricetta della ristrutturazione delle caserme dismesse.

Le risposte del ministro Nordio alle interrogazioni dei deputati sulla situazione delle carceri in Italia sono state in generale evasive e poco convincenti. Il ministro ha ripetuto più volte che la situazione è critica, ma che il governo sta lavorando per migliorarla. Tuttavia, come hanno notato soprattutto i deputati del Pd, non ha fornito alcuna proposta concreta per affrontare i problemi più urgenti, come il sovraffollamento, la carenza di personale e le condizioni di vita inadeguate.

Le affermazioni del ministro della Giustizia sono state contestate dai deputati del Partito Democratico, i quali hanno sottolineato diversi aspetti. In particolare, hanno evidenziato che il sovraffollamento delle carceri in Italia è molto grave, con un tasso di affollamento che va oltre il 120%. Le condizioni di vita in carcere sono spesso inumane, con episodi di violenza, degrado e mancanza di servizi essenziali. La riqualificazione delle caserme dismesse richiederebbe tempi e risorse notevoli. Il lavoro e lo sport indicati dal guardasigilli sono certamente fondamentali per la rieducazione dei detenuti, ma non sono sufficienti a risolvere i problemi del sistema carcerario. Le repliche sono state dure e incisive. La deputata dem Michela Di Biase ha accusato il governo di ignorare i problemi delle carceri e di perseguire una politica “panpenalista” e alla riduzione di quelle alternative.

Nel suo intervento, Nordio ha affermato che «la pena ha senso se porta con sé un cambiamento e una rieducazione reale», sottolineando l'importanza del lavoro e dello sport come elementi chiave in questo processo. Tuttavia, questa affermazione sembra cadere nel vuoto considerando le condizioni attuali delle carceri italiane, in cui le risorse insufficienti rendono difficile la realizzazione di programmi efficaci utili alle opere trattamentali dei detenuti. La proposta (tra l’altro non nuova) del ministro di utilizzare caserme dismesse come alternative alla costruzione di nuove carceri ha sollevato dubbi sulla praticità e sulla reale efficacia di questa soluzione.

Le dichiarazioni del guardasigilli riguardo ai suicidi in carcere hanno sollevato ulteriori preoccupazioni. La riduzione del 15% dei suicidi rispetto al 2022 è stata citata come se fosse un progresso, senza comprendere quali azioni siano state intraprese per risolvere una questione così grave, tanto da allarmare anche l’uscente garante nazionale delle persone private della libertà. «La sua relazione sulle carceri è deludente e irritante», ha replicato il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, riferendosi soprattutto a come il guardasigilli ha trattato il discorso dei suicidi in carcere. E sul sovraffollamento, sempre Giachetti ha lanciato duramente un auspicio: «Sono da tirar fuori tutti quei detenuti che non ci devono stare: quelli con patologie psichiche, i tossicodipendenti, quelli in custodia cautelare», e ha concluso: «Sono piene anche a causa del panpenalismo. Dove sta il giudice Nordio, quello garantista, nel ministro che assiste ogni giorno alla creazione di un nuovo reato?».

Le risposte del ministro sono state duramente criticate anche dal senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo Pd al Senato e componente della Commissione Giustizia. «Le dichiarazioni di oggi del ministro Nordio sulla situazione delle carceri nel nostro Paese sono imbarazzanti e dimostrano la totale mancanza di una strategia per combattere il sovraffollamento e migliorare le condizioni di detenzione», ha scritto Mirabelli. «Non c'è nessuna politica e dal vocabolario del ministro sono sparite parole decisive: il carcere come extrema ratio, le pene alternative, il lavoro e formazione per i detenuti», ha osservato il senatore dem.

A seguito di questo dibattito in Parlamento, la Presidente di Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, ha annunciato il lancio del Satyagraha, iniziativa che prenderà il via il 22 gennaio a mezzanotte. Questa azione coinvolgerà un digiuno di dialogo condotto dalla stessa Bernardini e Roberto Giachetti, mirato a sensibilizzare sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che il ministro della Giustizia. Bernardini sottolinea la grave situazione delle carceri italiane, evidenziando il rischio per lo stato di diritto dovuto al sovraffollamento e al deficit strutturale del personale penitenziario. «Non posso credere che il ministro Nordio e la presidente Meloni non ne siano consapevoli», aggiunge amaramente.