In questi giorni la società civile italiana si è mossa con grande entusiasmo per inviare aiuti di ogni genere verso l’Ucraina. È meglio donare cibo, vestiti e medicinali o direttamente denaro? Parrocchie, scuole, farmacie, stanno inviando pacchi con i beni più disparati. Ma è veramente questo quello di cui si ha bisogno?

Valentina Barca, esperta di politiche sociali in emergenza, spiega: “I bisogni delle persone cambiano costantemente nel corso di un’emergenza umanitaria. Beni che pochi giorni prima erano richiesti in grandi quantità possono diventare velocemente ridondanti se le donazioni non sono ben coordinate. I soldi, invece, si possono usare per qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo – soprattutto se trasferiti elettronicamente direttamente al destinatario. Inoltre, la logistica per distribuire i beni donati è estremamente complessa, lenta e costosa. Forse consideriamo il denaro meno ‘romantico’. Forse non ci fidiamo che i soldi arrivino veramente a chi ne ha bisogno. Ma ci sono anni di evidenza a dimostrare che non c’è niente che in questo momento possa avere più impatto, e che possa garantire maggiore trasparenza, equità, sostenibilità, e celerità.”

Proprio in questi giorni, dialogando con Croce Rossa – beneficiaria di una campagna GoFundMe iniziata da Andriy Shevchenko che ha raccolto oltre 300mila euro mi è stato spiegato che i problemi dovuti alla mancanza di coordinamento con chi ha esperienza di emergenza e si trova sul campo sono enormi. Anche qualcosa di banale come ricevere sul posto pacchi di pasta con tempi di cottura diversi tra loro rappresenta un problema logistico. Che senso ha impiegare spedizioni di camion per portare derrate alimentari reperibili ben più a ridosso dell’emergenza, piuttosto che medicinali irreperibili o kit medici?

Anche la Caritas Italiana invita a effettuare donazioni in denaro, perché la distribuzione di beni di prima necessità viene gestita dalla Caritas a livello internazionale nei paesi attorno all’Ucraina e quindi le organizzazioni sul campo conoscono le reali necessità dei rifugiati.

Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia spiega: “Il problema è che, a parte alcuni grandi convogli umanitari e alcune attività organizzate da istituzioni, enti locali e organizzazioni locali, ci sono molti convogli che non riescono realmente a raggiungere l’Ucraina. Molta merce si sta accumulando alle frontiere sotto la pioggia e senza essere stoccata in alcun magazzino. Il rischio è che non tutti gli aiuti arrivino a destinazione”.

Le organizzazioni che stanno operando a livello internazionale hanno necessità sempre maggiori per poter fronteggiare con efficacia le richieste di cure mediche alla popolazione, ai bambini e alle loro famiglie e per portare cibo e acqua, supporto psicologico e assistenza ai rifugiati. Su GoFundMe è possibile raccogliere fondi per associazioni come Unicef, Unhcr, Cesvi, Croce Rossa Italiana, Caritas, Terre des Hommes, Soleterre, Save the Children. Sulla pagina “Aiutiamo l’Ucraina” si trovano campagne a cui fare una donazione e una breve guida che spiega come poter lanciare una raccolta per un ente benefico in supporto del popolo ucraino. Ogni raccolta fondi relativa alla guerra in Ucraina viene esaminata e validata per garantire che i fondi arrivino ai beneficiari designati in maniera tale che tutte le campagne siano in conformità con gli statuti, le leggi e i regolamenti finanziari globali, alla luce anche delle sanzioni economiche in evoluzione.

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