La Germania si prepara a liberalizzare la cannabis. Dopo l’accordo trovato all’interno del governo la legge è pronta a sbarcare in Parlamento. Se non ci saranno colpi di scena l’entrata in vigore del provvedimento è prevista per il primo aprile, di sicuro il voto è in programma venerdì. Per i dirigenti dei partiti di maggioranza (socialdemocratici, verdi e liberali) la normativa è una vera pietra miliare per una politica moderna sulla droga che rafforza la prevenzione, la salute e la tutela dei giovani, decriminalizzando i consumatori e combattendo efficacemente il mercato nero. La legge realizza un impegno programmatico del governo guidato da Olaf Scholz: mira a ridurre gli spazi agli spacciatori, convogliando la domanda nei club di sostanze non tagliate legali. Trenta ricercatori ed esperti hanno stilato quindi una lettera favorevole alla parziale liberalizzazione: professori di diritto, psicologia e sociologia vi vedono “un rafforzamento dell’attività di assistenza contro la dipendenza da droghe, capace di incoraggiare genitori e minori a richiedere in futuro aiuto prima”. Il ministro della Sanità Karl Lauterbach (Spd) ha difeso a spada tratta il disegno di legge: “Un passo idoneo nell’abbandono di una politica fallita sulla cannabis – ha detto – Possiamo sperare di far sparire due terzi del mercato nero”. Non mancano controversie e dubbi, ma in Europa Berlino potrebbe porsi all’avanguardia in materia dopo un dibattito che va avanti ormai da molti anni.

Cosa prevede la legge
Dopo oltre 40 anni la cannabis verrà stralciata dalla legge tedesca sugli stupefacenti. I maggiorenni potranno coltivare e possedere fino a 25 grammi di “erba” e detenere nel proprio appartamento al massimo tre piante con fiori femminili di cannabis essiccati (la marijuana) fino a 50 grammi. Entro questa soglia potranno essere cancellate le condanne ed estinti i procedimenti in corso. Già oggi, d’altronde, la Procura può soprassedere dal perseguire il reato in caso di fermo con non più di 10 grammi. Permane punibile il possesso da 30 grammi in pubblico e da 60 in privato, con tetto massimo di ammenda a 30mila euro. Dal primo luglio sarà anche consentita la coltivazione e la vendita in modo non commerciale nell’ambito di cannabis-club di non oltre 500 adulti (si può essere iscritti ad un solo club) con divieto di cessione della sostanza ai minori. I membri potranno ottenere 50 grammi di sostanza al mese, di cui al massimo 25 al giorno. Per i consumatori tra i 18 ed i 21 anni il limite si abbassa a 30 grammi al mese con livello di Thc non superiore al 10 per cento. I club pagheranno l’Iva ed una tassa sulla cannabis e saranno sottoposti a prescrizioni e severi controlli.

I limiti
La “canna” sarà proibita tra le 7 e le 20 a meno di 100 metri di distanza da asili, scuole o centri giovanili, parchi gioco e sportivi, o zone pedonali, ed il possesso e consumo al di sotto dei 18 anni, pur non comportando sanzione penale, comunque vietato e sanzionato con l’obbligo di partecipare a programmi di prevenzione o intervento precoce. Il ministero dei Trasporti dovrà anche fissare entro marzo un tetto massimo di Thc ammissibile alla guida, sulla falsariga dell’alcol che è consentito al massimo nello 0,5 per mille. Al di fuori dell’ipotesi di distribuzione attraverso i club – i cui responsabili dovranno dare prova di competenza, affidabilità, capacità alla consulenza e prevenzione – rimangono inizialmente esclusi negozi di vendita o forme di distribuzione o spedizione in rete, nonché miscele di cannabis in altri prodotti.

Solo in una seconda fase – previo accordo con l’Ue perché per il Protocollo di Schengen ogni Paese deve vietare commercio ed esportazione di sostanze psicotrope, con la sola eccezione del mero consumo personale – potranno essere testate catene di distribuzione e vendita esclusivamente all’interno di alcuni Comuni o Länder per un quinquennio. Secondo la Ndr Berlino, Brema e Schwerin avrebbero manifestato interesse, al contrario della Baviera che paventa un “turismo per la droga“.

Le controversie, i dubbi: il dibattito dell’opinione pubblica
Tino Sorge, portavoce per le questioni di politica sanitaria Cdu/Csu preannuncia che “sarà la prima cosa che annulleremo” riferendosi a una probabile vittoria dei partiti di centrodestra alle prossime elezioni politiche. Nel dibattito in Parlamento la Cdu, oltre a presentare una propria mozione contraria, tenterà di rendere visibili anche le divisioni all’interno della maggioranza di governo e chiederà una votazione nominale. I ministri degli Interni dei Länder in una lettera inviata alla loro omologa del governo nazionale Nancy Faeser (Spd) chiedono di bloccare la legge temendone “effetti negativi devastanti nella lotta alla criminalità organizzata, alla tutela dei bambini e dei giovani e della salute”: “L’attuale disegno di legge – scrivono – facilita enormemente il commercio illegale di cannabis senza togliervi affatto attrattività”. Tra gli effetti deleteri, sottolineano i rappresentanti regionali, ci sarebbe anche l’aumento degli incidenti stradali.

In effetti il progetto di legge è stato molto discusso all’interno della maggioranza. Almeno 15 deputati Spd sono contrari. Il presidente della commissione Interni del Parlamento Lars Castellucci (anche lui socialdemocratico) rileva “carenza di tutela ai minori, mancanza di controlli e con ciò facilitazione dell’attività criminale” bollandola come “un esperimento pieno di rischi”. Tra le preoccupazioni anche all’interno del centrosinistra c’è anche la riduzione a 100 metri della “distanza di sicurezza” dalle scuole. Come esempio viene citato il Cannabis social club di Stoccarda: aperto da 25 persone quasi otto anni fa per promuovere la legalizzazione, ha visto una crescita esplosiva di iscritti e nel giugno scorso erano già circa 440.

Al dibattito pubblico hanno partecipato anche gli ordini dei medici, in particolare i pediatri sono preoccupati dalla soglia da 18 anni e l’accettazione dei rischi di deterioramento psicologico e gravi psicosi nei giovani: “Il consumo regolare sotto i 25 anni – sottolinea il presidente dei pediatri Thomas Fischbach – disturba durevolmente lo sviluppo cerebrale”. L’associazione dei giudici ed il sindacato di polizia temono regole inefficienti nei controlli e impraticabili nei procedimenti. Il presidente dall’Associazione dei giudici tedeschi Sven Rebehen paventa “un poderoso aumento del carico ad una già oberata giustizia penale” giacché la legge prevede anche “un abbattimento di pena retroattivo”. Da una parte c’è chi solleva dubbi nell’efficacia nel prevenire il passaggio a droghe pesanti e dall’altra si registra il parere del Deutsche Suchthilfe (l’agenzia nazionale che si occupa di assistenza per le dipendenze), stima che varrebbe solo per una piccola parte di consumatori.

La prima valutazione dopo un anno
La maggioranza prova a sedare le critiche: è previsto che dopo l’entrata in vigore saranno tempestivamente valutati gli effetti alla tutela dei giovani e sulla criminalità organizzata, raccogliendo anche il parere competente della polizia criminale, con verifiche a scaglioni, una prima valutazione dopo un anno, una seconda dopo due ed una conclusiva dopo quattro; inizialmente invece era stata ipotizzata solo quest’ultima. L’approccio tedesco è in linea con i consigli maturati il 23 giugno 2023 in occasione della Giornata Mondiale contro l’abuso di droghe e il traffico illegale in cui un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha suggerito di rinunciare a politiche repressive che favoriscono la criminalità organizzata ed implementare piuttosto politiche di riduzione del danno. Da una decina d’anni è iniziato infatti un ripensamento sull’efficacia della Convenzione unica sugli stupefacenti ratificata nel 1961 dall’Onu che raccomandava agli Stati “tolleranza zero“, includendo la cannabis fra le sostanze da combattere e che portò dieci anni dopo il presidente americano Richard Nixon a lanciare lo slogan “war on drugs”. Mentre oggi c’è un fiorente mercato gestito dalla criminalità organizzata con sostanze prive di controllo (come ha evidenziato anche Serena Tinari il 2 luglio 2023 sulla RTSI). E come contromisura da Berlino a Zurigo si offrono già anche test gratuiti ed anonimi di tutte le droghe per evitare danni dovuti al consumo.

Nel resto del mondo
In Europa finora solo Malta e Lussemburgo hanno reso legale la cannabis “ricreativa”, rispettivamente nel 2021 e nel 2023. A Malta i cittadini maggiorenni possono detenere fino a 7 grammi e 4 piante, nonché creare associazioni senza scopo di lucro per la coltivazione in comune; in Lussemburgo il limite è 3 grammi e c’è lo stesso tetto di piante, ma è consentito il commercio di semi, anche on line, senza limiti di quantità, o di livello del principio psicoattivo. Nel resto del mondo l’uso “ricreativo” è già legale solo in Uruguay (dove anzi, è monopolio di Stato), Canada (dal 2018 i maggiorenni possono detenere fino a 30 grammi e 4 piantine), Georgia, Messico, Sudafrica e Thailandia. E pure in Corea del Nord – come raccontava un paio d’anni fa il Sole 24 Ore – non è considerata una droga e l’uso è libero.

L’European Drug Report 2023 – elaborato dall’Osservatorio Ue sulle tossicodipendenze – fornisce infografiche sui consumi sia della cannabis legale che dei sequestri di quella illecita. In diversi Paesi l’utilizzo resta criminalizzato, anche se per mero uso personale gli arresti sono sempre meno frequenti, così ad esempio in Francia, Grecia, Polonia, Svezia, Danimarca e Finlandia. Altri hanno apertamente depenalizzato modeste quantità od anche la coltivazione per uso personale, come Belgio, Portogallo, Spagna ed Austria, seppure con tetti molto diversi. Spesso è autorizzata la vendita della cannabis light, infiorescenze con alto cannabidiolo ma Thc inferiore allo 0,2%. In Italia, anche se la Consulta nel 2022 ha vietato un referendum sulla legalizzazione, sono depenalizzate la detenzione fino a 5 grammi e la coltivazione di 2 piantine (con modalità rigidamente specificate in Cass. Sez. Unite 16 aprile 2020 n. 12348). Fratelli d’Italia vorrebbe cambiare la legge, ma la Corte di Giustizia dell’Ue con sentenza 19 novembre 2020 ha precisato che nessuno Stato membro può “vietare la commercializzazione del Cbd legalmente prodotto in un altro” e che se tale divieto può essere giustificato da un obiettivo di tutela della salute pubblica “non deve eccedere quanto necessario per il suo raggiungimento”.

L’Olanda è spesso citata ad esempio perché il consumo personale era già possibile dal 1975, ma era meramente tollerato fino 5 grammi e 5 piante. In via sperimentale, dallo scorso dicembre per 4 anni a Breda e Tilburg si potranno fare legalmente le “canne”. Lo Stato rifornisce direttamente i coffeeshop – un’attrazione turistica, ma non tutti vendono a chi non è del posto – affidando la coltivazione a poche aziende con rigidi controlli, tra cui il livello del principio psicoattivo dell’inflorescenza. Dopo la Germania però anche la Cechia intende liberalizzare la cannabis per usi personali entro il 2025: attualmente vige un limite di detenzione di 15 grammi ed è già possibile coltivarla per uso proprio. Sull’estremo opposto in Paesi come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita è prevista finanche la pena capitale.

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