Paese fantasma in Veneto. Gnocca, quel borgo che aveva 2.626 abitanti

Mercoledì 3 Gennaio 2024 di Anna Nani
Il cartello che indica la frazione praticamente scomparsa

PORTO TOLLE - Ci sono località che fanno parte dell’immaginario collettivo. Una di queste è Gnocca che fino alla Seconda Guerra mondiale con 2.626 abitanti era la seconda frazione più popolosa di Porto Tolle. Di quei tempi però non sono rimasti che pochi edifici abbandonati che si possono lungo la strada arginale che costeggia appunto il ramo del Po di Gnocca in quella che è nota come Isola della Donzella, una delle 3 che compongono Porto Tolle con Ca’ Venier e quella di Polesine Camerini. La quarta è quella di Ariano che comprende Corbola, Taglio di Po e Ariano andando dal punto in cui il Po inizia il Delta a Santa Maria in Punta fino alla punta estrema del Bacucco.


Scovetta, Ca’ Mora, Gnocca, Cassella, Ivica e Gnocchetta sono i nomi dei piccoli borghi distanti chilometriche si possono incrociare da Donzella arriva a Santa Giulia costeggiando il Po di Gnocca. Nomi strani, che spesso hanno smosso l’ironia di chi li ha sentiti. Eppure, l’interpretazione molto diffusa della toponomastica che ha fatto di Gnocca uno dei luoghi più fotografati d’Italia non ha nulla a che vedere con il modo di dire poco fine usato per indicare una bella ragazza. Più banalmente Gnocca deve il proprio nome a quello del ramo omonimo del Po, come era già documentato nelle mappe dei primissimi anni del ‘700, che ha preso il nome dalla configurazione del territorio.

NEL CUORE DEL DELTA

Proprio il professor Luciano Scarpante nella presentazione dell’ultimo libro realizzato con Damiano Laurenti “Nel cuore del Delta del Po. Porto Tolle, la terra più giovane d’Italia” aveva spiegato che nel punto in cui il ramo del fiume si divideva c’era un dosso che in dialetto veniva detto appunto “na gnoca”. E quel nome è rimasto nei secoli, attraversando povertà ed alluvioni che hanno fatto sì che Porto Tolle passasse dai 21.723 abitanti del 1956 agli attuali 9.000 sparsi su 239 chilometri quadrati. Gnocca era talmente importante nel periodo d’oro dell’agricoltura che nel 1737 vide addirittura inaugurato il proprio oratorio dal proprietario del fondo Mocenigo Soranzo per poi diventare in breve una Curazia, ossia una succursale della parrocchia di Donzella da cui fu staccata nel 1934 fino a diventare parrocchia nel 1947. Una località diventata paese che a fine giugno richiamava gente alla Fiera di San Luigi. Poi l’emigrazione di massa ha progressivamente spopolato questa zona lasciando solo grandi case disabitate. Gnocca a quei tempi era famosa anche per il particolare campanile di legno, che era stato eretto per sostituire il primo in mattoni andato distrutto durante la Prima guerra mondiale. Non avendo soldi per farlo in muratura fu quindi costruito in centro al paese con tavole di legno, salvo poi essere irrimediabilmente danneggiato dall’alluvione del 1966. Con il diminuire dei residenti la chiesa fu chiusa due anni più tardi, nel 1968, per poi essere abbattuta ad aprile del 1980. Gnocca comprendeva nella sua parrocchia tutta la zona che va da località Ca’ Mora fino al mare e fino agli anni ’50 gli abitanti di Cassella, Ivica e Santa Giulia per la celebrazione dei sacramenti dovevano arrivare fino a qui con non poco disagio, considerato che la barca era l’unico mezzo di trasporto. Capitava molto spesso che lo stesso battesimo venisse somministrato a 2 o 3 anni quando si aspettava che ci fosse un certo numero di bambini da battezzare.
 

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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