Burkini a Monfalcone, Pd chiede azioni pratiche. Cisint: «Battaglia per la città»

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Burkini a Monfalcone, Pd chiede azioni pratiche. Cisint: «Battaglia per la città»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 22 Lug 2023
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Domattina A.m.i. si ritroverà a Marina Julia per fare il bagno vestiti, in protesta. Ma il sindaco non intende mollare.

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Non si placano i botta e risposta sul tema burkini a Marina Julia. E mentre l’Associazione Monfalcone Interetnica ha organizzato per domani, domenica 23 luglio alle 9.30, un momento di protesta sulla scalinata della spiaggia monfalconese sotto il motto “Il mare è di tutte/i il costume è mio”, il consigliere regionale Diego Moretti punta il dito non solo sulla lettera ma sull’annunciata ordinanza comunale.

“Anziché alimentare paure e inutili crociate su come si deve andare in spiaggia, buone per ottenere una visibilità mediatica nazionale e forse una futura candidatura nazionale, fossi nel sindaco di Monfalcone mi preoccuperei dei cittadini che non hanno più il medico di base o di chi aspetta per un banale esame ospedaliero mesi e mesi. Una situazione peggiorata negli ultimi anni”, così Moretti.

Secondo il capogruppo del Pd in consiglio regionale, “la sindaca volutamente distoglie l'attenzione dai problemi reali, attaccando chi al mare ci va come ci andavano le nostre nonne fino a metà '900. La sua inutile e assurda polemica dimentica alcuni dati reali e incontestabili: durante la sua amministrazione gli stranieri in città sono aumentati, gli sbarchi in questi mesi di governo Meloni sono quadruplicati e nei giorni scorsi il governo nazionale, nel silenzio di Cisint in primis, ha approvato le quote di stranieri regolari che porteranno in tre anni 400mila nuovi lavoratori nella nostra industria sugli 800mila richiesti”.

Le donne sono il punto su cui bisogna intervenire con la massima intensità, non con proibizioni che le releghino ancora di più in casa ma con progetti specifici e coinvolgendole nella comunità, perché con loro e i loro figli può iniziare un percorso di integrazione. Quindi basta chiacchiere e basta ai deliri di onnipotenza che non risolvono in alcun modo i problemi, ma esasperano le situazioni”, conclude Moretti.

Lo stesso Pd cittadino definisce la possibile ordinanza “palesemente insostenibile” oltre che “ennesima mossa per sviare l’attenzione dalle promesse elettorali disattese”. La nota della sezione monfalconese dem, firmata dal segretario, Gianfranco Pizzolitto, e da Fabio Delbello, responsabile della questione migratoria per la segreteria, sottolinea come “le donne al bagno completamente vestite costituiscono di fatto una duplice provocazione perché contraddicono le nostre abitudini e i nostri faticosi percorsi sulle pari opportunità. Il gesto indica arretratezza culturale e religiosa e se non saranno attivati percorsi di inclusione tali donne saranno punite due volte, cioè da noi e dal loro sistema sociale di provenienza.

Infatti, se noi emarginiamo i soggetti che il nostro sistema economico richiama accentueremo le divergenze che cresceranno fino a diventare drammatiche”. La proposta è quella di realizzare “a Monfalcone un approccio serio e competenze nei confronti di una questione di estrema complessità” mentre a livello regionale “governare i flussi migratori disponendoli in modo tale da favorire una migliore inclusione e nel contempo per prevenire l’insorgenza della rigetto nei nativi foriero anche questo di danni permanenti ed incalcolabili”.

Cisint, invece, si dice “consapevole che ogni volta che affronto un problema concreto della mia città che tocca anche la comunità musulmana si sollevano polemiche pregiudiziali di uno pseudo politically correct che vorrebbe che le questioni anche spinose, come in questo caso, si nascondessero come la polvere sotto il tappeto o la testa sotto la sabbia, così com’è stato per 15 anni con le giunte di sinistra che hanno lasciato la città nel più profondo degrado e abbandono”.

“Se non ci fossero stati infingimenti e ipocrisie e se le esigenze di manodopera di Fincantieri - che nessuno nega - fossero state governate correttamente con paghe consone e specifica formazione e senza lo sfruttamento massiccio di poveri immigrati dei Paesi più poveri del mondo per arricchire un sistema privilegiato di subappaltatori, non ci saremmo ritrovati un territorio devastato nel mercato del lavoro, nelle abitazioni, nei servizi sanitari, nelle scuole, nel sociale”, ribadisce Cisint che “questa vicenda ha dato a Monfalcone la consapevolezza di essere un caso nazionale che non può essere ignorato ai vari livelli istituzionali. L’Italia – conclude il sindaco – conosce la mia battaglia, che non è quella “del costume da bagno”, quanto della dignità dei miei concittadini e della mia città da tutti i punti di vista, della sicurezza, del lavoro, della convivenza sociale”.  

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