mercato dell’arte

Dopo il record, quanto vale l’opera di David Hockney?

di Silvia Anna Barrilà e Marilena Pirrelli

Il precedente record di Jeff Koons: Balloon dog (Orange) (1994-200) aggiudicato per 58.405.000 dollari dalla stima tra 35-55 milioni di dollari il 12 novembre 2013 da Christie's New York (Afp)

4' di lettura

Dopo la retrospettiva organizzata in occasione dell'80° compleanno alla Tate , al Pompidou e al Metropolitan , il mercato dell'artista inglese David Hockney è esploso fino a farlo diventare l'artista vivente più caro al mondo quando il suo dipinto del 1972 “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)”, anch'esso esposto nella retrospettiva, è stato venduto all'asta da Christie's a New York la sera del 15 novembre per 90,2 milioni di dollari. Un risultato che è il triplo del suo record precedente (28,5 milioni di $ per “ Pacific Coast Highway and Santa Monica ” del 1990 segnato pure quest'anno a maggio da Sotheby 's a New York) e quasi il doppio del precedente record per un artista vivente, 58,4 milioni di $, segnato cinque anni fa da Jeff Koons da Christie's a New York con “ Balloon Dog (Orange) ”, 1994-2000.
Un'astuta operazione di mercato – il venditore secondo Bloomberg è il miliardario inglese Joe Lewis, che ha fatto fortuna sul trading delle valute negli anni ’90 unendosi a George Soros nella scommessa contro la Bank of England e la sterlina sulla caduta dei tassi di cambio e attualmente è proprietario del Tottenham Hotspurs, acquistò l’opera di Hockney dal produttore discografico e cinematografico David Geffen nel 1995 che l'aveva comprata nel 1983 per 800.000 $ –, oppure il giusto riconoscimento per un artista che in 60 anni di carriera ha saputo affermare il suo personalissimo stile, diventando un maestro della Pop Art? 81 anni, icona gay, Hockney ha raggiunto questo traguardo con un'opera sulla vita emotiva di una coppia omosessuale, un tema non proibito all'interno della storia dell'arte, ma poco frequente a questo livello di prezzo, come sottolinea il New York Times in un'analisi.

Hockney alla Tate

Il dipinto. Un'opera di più di due metri per tre, molto riconoscibile, con al suo interno due temi iconici dell'artista: il paesaggio idealizzato a bordo piscina, un motivo scoperto al suo arrivo a Los Angeles nel 1964, e il doppio ritratto, sintesi della complessità delle relazioni umane. Una composizione nata casualmente dalla giustapposizione di due fotografie cadute sul pavimento, che riprende un tema ben radicato nella storia dell'arte sin dal Rinascimento, quello del bagnante in un paesaggio idilliaco, simbolo dell'unione dell'uomo e della natura, l'opera è stata iniziata dopo la fine della relazione con Peter Schlesinger, un giovane studente di Hockney alla Ucla University con cui l'artista ebbe una relazione dal 1966 al 1971, e dimostra il potere terapeutico della pittura. L'artista lavorò a due versioni del dipinto, prima nell'ottobre del 1971 e poi nell'aprile del 1972, prima della mostra alla galleria André Hemmerich a New York. Fu conclusa nella notte prima della spedizione per la mostra a New York in seguito ad un periodo di due settimane di intenso lavoro in cui Hockney ci lavorò per 18 ore al giorno.

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La crescita del mercato. Arriva sul mercato per la prima volta in un'asta pubblica in un periodo di grande fermento per il mercato dell'artista inglese. Dal 2000 a oggi il suo mercato - prevalentemente americano - è cresciuto del 191%, secondo quanto calcola la banca dati Artprice.com . Nel 2017 sono state vendute 454 sue opere per un totale di 36,5 milioni di $, il tasso di invenduto è stato basso, pari al 15,3% (sono escluse le stampe). Il prezzo è salito del 38,9%. Nei primi sei mesi del 2018 il suo mercato è cresciuto del 225%, secondo la banca dati Artnet.com , l'incremento più alto per un artista vivente.
L'opera non era coperta da garanzia, né aveva un prezzo di riserva, fatto molto singolare nel mercato attuale in cui la pratica delle garanzie è sempre più utilizzata dalle case d'aste per invogliare i venditori a consegnare e accaparrarsi i capolavori milionari. Secondo The Art Newspaper è stato il venditore a rifiutare l'offerta di una garanzia da parte terza da parte della casa d'aste, un gesto di fiducia nella capacità del mercato di trovare il giusto valore dell'opera.

Le gallerie. Sul mercato primario l'artista è rappresentato da Annely Juda a Londra (prima personale nel 1997), L.A. Louver a Los Angeles (prima personale nel 1978), Pace Gallery a New York (lo rappresenta dal 2008) e Galerie Lelong a Parigi (prima personale nel 2001), ma espone in molte altre gallerie come Richard Gray a New York, dove è in corso una sua personale. La sua carriera in galleria è iniziata nel 1963. Per molto tempo ha esposto presso André Emmerich . In Italia ha avuto due personali nel 1966, alla Galleria Dell'Ariete e allo Studio Marconi a Milano, e un'altra nel 1981 presso la Galleria del Cavallino .
“L'elevata richiesta di opere di Hockney ha determinato questo risultato d'asta, non viceversa” ha dichiarato ad ArtEconomy24 Marc Glimcher, presidente e ad di Pace Gallery. “Tuttavia, inevitabilmente, questa vendita farà sì che i proprietari delle opere di Hockney saranno resistenti alle prossime cessioni, proprio come lo sono i proprietari dei lavori di Rothko. Il motivo è che una volta che tutti concordiamo sul fatto che queste opere siano alcuni degli oggetti più preziosi del mondo, diventa molto difficile rinunciarvi. Ciò crea le condizioni per cui i potenziali acquirenti dovranno offrire prezzi straordinari per convincere qualcuno a separarsene. Questo risultato accelererà certamente tale processo per il mercato di Hockney”. Secondo Glimcher la svolta nel mercato dell'artista inglese è avvenuta già nel 2012, con la mostra sul paesaggio alla Royal Academy of Arts di Londra.
In asta le opere su carta arrivano a 11,7 milioni di $; i lavori fotografici a quasi 200 mila $. Ma ci sono opere anche ad un livello più basso di prezzo: “A Frieze New York 2018” racconta Marc Glimcher, “abbiamo venduto tutti i disegni di Hockney realizzati con l'iPhone e l'iPad, che avevano un prezzo di 26.000 dollari. Sempre interessato alle possibilità delle nuove tecnologie - continua Glimcher -, Hockney ha creato opere usando l'iPhone e l'iPad sin da quando i dispositivi sono stati introdotti per la prima volta nel mercato, rispettivamente nel 2008 e nel 2010. La compattezza e la portabilità dei dispositivi consentono all'artista di lavorare in modo immediato e estemporaneo, catturando paesaggi, nature morte e scenari nel momento in cui li sperimenta”.

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