da vinci conteso

La Francia chiede 28 opere di Leonardo. Dopo 1.200 mail l’Italia dice: «Parliamone»

di Antonello Cherchi

“L’Annunciazione” di Leonardo, attualmente esposta agli Uffizi . È tra le 26 opere, tra quadri e disegni, realizzati dal grande artista che la Francia vorrebbe ricevere in prestito per l'allestimento della mostra al Louvre che il prossimo anno celebrerà i 500 anni dalla morte

3' di lettura

L’elenco che la Francia ha fatto recapitare all’Italia contiene 26 opere, tra quadri e disegni, realizzati da Leonardo da Vinci e che i cugini d’Oltralpe vorrebbero ricevere in prestito per l’allestimento della mostra al Louvre che il prossimo anno celebrerà i 500 anni dalla morte del grande artista. Ci sono opere esposte ora agli Uffizi di Firenze (tra le quali l’Annunciazione), alla Galleria nazionale di Parma (la Scapigliata), alla Galleria dell’Accademia di Venezia (per esempio , l’Uomo Vitruviano), alla biblioteca Reale di Torino (l’Autoritratto), all’Istituto nazionale per la grafica di Roma (lo studio di panneggio).

Le opere di Leonardo da Vinci richieste dalla Francia all’Italia

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C’è, poi, il San Girolamo custodito ai musei Vaticani e il Musico della pinacoteca della biblioteca Ambrosiana di Milano: su entrambi i dipinti ha competenza il Vaticano. A queste si aggiungono due opere di Andrea del Verrocchio: la Dama col mazzolino (esposta al museo del Bargello di Firenze) e l’Incredulità di San Tommaso, del museo Orsanmichele, sempre a Firenze.

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L’accordo via mail
La Francia ha inviato l’elenco lo scorso anno, dopo che durante il precedente Governo era stato imbastito un accordo per il prestito di opere di Leonardo in cambio di dipinti di Raffaello che Parigi avrebbe dovuto inviarci per celebrare nel 2020 i 500 anni dalla morte del pittore. In realtà, le trattative tra i due Paesi non si erano svolte a livello politico: c’era solo stato uno scambio di vedute tra Louvre e Scuderie del Quirinale sulla possibilità di reciproci prestiti in vista delle celebrazioni dei due grandi artisti. Della questione era, poi, stata investita la direzione generale dei musei al ministero dei Beni culturali, che aveva informato del tutto l’ex ministro, Dario Franceschini, ma senza che a ciò seguisse un diretto coinvolgimento del gabinetto del ministro.

«Sta di fatto che quell’accordo - precisa Lucia Borgonzoni, sottosegretario al ministero dei Beni culturali con delega per le celebrazioni dei due grandi italiani (a cui si aggiungeranno nel 2021 i 700 anni dalla morte di Dante) - non è mai stato formalizzato. Quando sono arrivata ho trovato un fitto carteggio di 1.200 mail. Niente di più».

Lo scambio con i Raffaello
Lo scambio fitto di messaggi aveva, alla fine, previsto che la Francia ricevesse i nostri Leonardo - richiesta a cui ha fatto seguito il dettagliato elenco - mentre l’impegno di Parigi si limitava a metterci a disposizione i Raffaello che si possono spostare. «Senza, però, dire quali», aggiunge Borgonzoni. «Ecco perché ho voluto vederci più chiaro. E mi sono anche chiesta: perché dobbiamo rinunciare al Leonardo pittore? In cambio di cosa?».

La lettera ai direttori
La macchina del prestito, nel frattempo, si era già messa in moto e i direttori dei musei custodi delle opere di Leonardo erano stati invitati a favorire lo scambio con la Francia. Anche perché sul prestito i singoli direttori hanno totale discrezione; una volta deciso devono solo comunicarlo al ministero per una presa d’atto. «Una lettera dell’ex segretario generale del ministero, Antonia Pasqua Recchia, chiedeva però ai direttori di pensare a eventi legati al cinquecentenario, ma senza intralciare e sovrapporsi alla mostra del Louvre», afferma Borgonzoni.

Lo stop all’operazione
Con il cambio di guardia ai Beni culturali tra Franceschini e Alberto Bonisoli è arrivato lo stop all’operazione. Non si tratta di una chiusura totale nei confronti della Francia. Certo, alcune opere non si muoveranno dall’Italia. È il caso di gran parte dei dipinti, mentre sui disegni se ne può parlare. Ed è ciò che a via del Collegio Romano hanno intenzione di fare. «Il 14 dicembre incontrerò il comitato per le celebrazioni e dopo decideremo se aprire un tavolo di trattative con la Francia. Intanto, seppure di corsa, stiamo approntando le celebrazioni qui da noi: siamo a 86 eventi», conclude Borgonzoni. Consapevole che sul prestito dei disegni c’è il vincolo che impone, una volta che le opere ritornano a destinazione, di non poterle esporre alla luce per tre anni. Per tutto quel periodo, dunque, niente mostre, anche se le nuove tecnologie permettono di abbattere la quarantena, per esempio attraverso particolari vetri oscurati.

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