Acquariologia

Il pesce combattente

Colori sgargianti, aspetto altero e fiero: chi non ha mai notato questo pesce in un negozio di acquari? Personalmente confesso che è stato il mio primo pesce tropicale ormai 40 anni fa e che ancora oggi ne sono affascinato. Vediamone l’origine e le caratteristiche.

Betta splendes (questo il suo nome “ufficiale”) fa parte degli anabatidi, un gruppo numeroso di pesci d’acqua dolce diffuso principalmente nel sud-est asiatico. In particolare, il pesce combattente è originario della Thailandia, vive in piccole pozze d’acqua e nelle risaie. Caratteristica di tutti gli anabatidi è quella di possedere uno speciale organo chiamato labirinto, che gli permette di poter respirare anche l’ossigeno atmosferico e, quindi, di sopravvivere in acque dove altri pesci morirebbero soffocati.

Un brutto carattere

Come fa ben immaginare il nome comune, il maschio di pesce combattente è caratterizzato da una forte aggressività nei confronti dei suoi simili. Questo piccolo pesciolino, che arriva a misurare solo 6-7 cm, non tollera assolutamente la vista e tantomeno il contatto con un altro maschio. Nel paese di origine vengono organizzati combattimenti fra questi pesci, competizioni molto popolari di solito accompagnate da un grande giro di scommesse.

 

Se si vuole tentare l'allevamento di più esemplari femmine con un maschio serve una vasca con una capacità non inferiore ai 70-80 litri e che offra numerosi nascondigli come piante, rami e rocce.

 

Allevamento

Nei negozi è normale vedere alloggiati questi piccoli pesci in vaschette da pochi litri, se non addirittura in barattoli di vetro o bicchieri di piccole dimensioni. Questo, però, non è evidentemente il modo corretto di allevare i Betta. Nonostante si tratti di un pesce relativamente robusto e molto adattabile, per il suo corretto mantenimento è necessario seguire alcune regole: vediamole qui di seguito.

La vasca

È indispensabile un vero e proprio acquario dalla capacità minima di 25-30 l. Il pesce combattente preferisce acque tenere e leggermente acide, ma essendo molto adattabile, anche condizioni leggermente differenti vengono tollerate senza grossi problemi. Una ricca vegetazione acquatica e galleggiante lo aiuta, poi, a sentirsi più sicuro. La vasca deve possedere il coperchio per due ragioni: i Betta amano saltare (li ritrovereste sul pavimento di casa!); respirando regolarmente anche l’aria atmosferica è importante che questa abbia la stessa temperatura dell’acqua. Senza coperchio respirerebbero aria più “fredda” rispetto a quella della vasca e ciò comporterebbe l’insorgere di pericolosi problemi respiratori.

La temperatura e l'alimentazione

L’ideale per l’allevamento è una temperatura di circa 25-27°C. Temperature inferiori nel lungo periodo possono indebolire il pesce e favorire l’insorgere di malattie, perciò è assolutamente necessario dotare la vasca di un termoriscaldatore. Per quanto riguarda il cibo, invece, il mangime industriale in scaglie non è l’alimento ideale per questo pesce insettivoro. L’ideale sarebbe poter somministrare cibo vivo come in natura, ma questi pesci si adattano bene a prede inanimate e, quindi, a mangimi surgelati e liofilizzati a base di larve di zanzara, artemia salina e dafnie. Con un po’ di pazienza, il Betta riesce ad abituarsi perfino al mangime in granuli (ce ne sono di specifici per questa specie).

La compagnia

La soluzione migliore sarebbe quella di allevare il pesce combattente da solo visto che, come anticipato, è impossibile la compresenza di due maschi nello stesso acquario, perché l’uno tenterà di eliminare l’altro. Con gli esemplari femmina non va molto meglio: sono mal tollerate dal maschio e spesso vengono talmente stressate dal suo comportamento aggressivo che finiscono per ammalarsi e morire! Gli appassionati e gli allevatori professionisti le introducono solo al momento della riproduzione e le separano subito dopo. È sconsigliato introdurre con i Betta, inoltre, pesci molto piccoli o gamberetti che verrebbero facilmente considerati prede, mentre pesci di specie diverse – ma con dimensioni simili – sono quasi sempre ignorati (è saggio evitare di introdurre specie che hanno l’abitudine di mordere le pinne degli altri pesci!).

Un nido di bollicine

La riproduzione in acquario di questo pesce è abbastanza facile ed estremamente interessante. Il maschio prepara in superficie un nido di piccole bolle d’aria, dove poi conduce la femmina che avvolgerà col corpo in una sorta di abbraccio. In questo momento la compagna espellerà le uova, che verranno immediatamente fecondate e che il maschio raccoglierà con la bocca per portarle nel nido, dove si occuperà di sorvegliarle fino alla loro schiusa. I piccoli nasceranno dopo pochi giorni e dovranno essere nutriti con minuscole prede vive come i naupli di Artemia.

Per tutti i gusti

Secoli di selezione su questo pesce hanno portato ad ottenere un numero quasi infinito di forme e colori. Esistono standard ben definiti per classificare le varie caratteristiche ed i soggetti migliori partecipano a veri e propri campionati di bellezza. In maniera molto sintetica, possiamo dire che i Betta vengono classificati in base al numero (1, 2 o 3) e alla disposizione dei colori (ad esempio butterfly, koi, dragon, ecc…) oppure in base alla forma delle pinne, che possono essere corte come negli esemplari selvatici (plakat) oppure a velo, più o meno sviluppate (come half moon, delta e dumbo) e più o meno incise (crown, double tail). Se un comune soggetto con pinne a velo può essere acquistato per pochi euro in un qualsiasi negozio, gli esemplari selezionati raggiungono prezzi di svariate decine se non di centinaia di euro e sono quasi sempre reperibili solo presso allevatori amatoriali o professionisti.

A cura di Stefano Mongiusti, Medico Veterinario, acquariofilo ed erpetofilo