Palla ovale e cibo: la dieta dei rugbisti

Sport e cibo per migliorare le proprie prestazioni: ecco alcuni consigli utili per gli appassionati di rugby
A beat up rugby ball sits on the field with the goal posts in the background.
A beat up rugby ball sits on the field with the goal posts in the background.Robert Scoverski

Equilibrio, velocità, forza, potenza e agilità. Ecco le caratteristiche che devono avere i rugbisti che vogliono portare avanti la propria passione in ricerca di grandi risultati. Ma a tavola cosa è necessario portare per essere sempre al pieno delle proprie forze? Ecco alcuni consigli.

Uno sport complesso

Innanzitutto bisogna ricordare che il rugby è uno sport decisamente più complesso rispetto a tanti altri e il ruolo che ogni giocatore riveste può influire anche nel tipo di caratteristiche fisiche richieste. Ad esempio un mediano di mischia ha bisogno di più velocità e agilità, mentre giocatori più pesanti come i piloni hanno bisogno di maggior potenza, che si ottiene allenando sia la forza che la velocità. Di sicuro, però, non esistono cibi o diete miracolose capaci di trasformare un giocatore mediocre in un campione, ma un campione potrebbe giocare come un mediocre se sbaglia alimentazione. E uno dei segreti per non sbagliare sta nella quantità di ciò che si mangia e nella varietà a tavola. Promossi, dunque, pasta asciutta (magari condita con legumi come lenticchie e fave), pesce, frutta e verdura. Stesso discorso per grassi, carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali e acqua. In una partita di rugby si consumano in media dalle 700 alle 800 kilocalorie e di questo bisogna sempre tenerne conto.

Il menu del rugbista

Volendo semplificare, pertanto, i consigli principali per gli atleti della palla ovale sono: fare sempre almeno tre pasti, ovvero un’ottima colazione e due spuntini principali (che possono arrivare anche a tre nei giorni in cui è presente l’allenamento) e non lasciare mai a digiuno l’organismo per troppo tempo. Meglio concedersi uno spuntino mezz’ora dopo l’allenamento o prima di andare a letto. Il menu del rugbista, dunque, potrebbe prevedere una colazione abbondante con latte scremato totalmente o parzialmente e fette biscottate con marmellata o cereali, poi uno spuntino a metà mattina con yogurt magro oppure biscotti, frutta di stagione, o ancora noci e mandorle, e pranzo con pasta o altri tipi di carboidrati complessi (riso, pane o patate) con i legumi. Ma vanno più che bene anche proteine come pesce, albume d’uovo e formaggi magri, senza dimenticare un bel contorno a base di verdura e frutta finale. Per merenda, niente è meglio di un altro yogurt, oppure frutta se non addirittura un piccolo panino con tacchino o altre proteine magre. Promossa anche la frutta secca. A cena, si può benissimo ripetere il menu del pranzo, ma magari riducendo il quantitativo per stare leggeri, mentre dopo l’allenamento va bene concedersi un ultimo spuntino magari con una piccola razione di proteine magre.

Addio terzo tempo?

Dopo la partita poco più di cento grammi di arachidi tostate possono rappresentare un ottimo modo per recuperare le energie spese. Anche se, com’è noto, nel rugby il terzo tempo è una tradizione che neanche il miglior nutrizionista del mondo potrebbe scalfire facilmente. Secondo gli esperti, quindi, la consueta birra sarebbe da evitare, ma preceduta da una corretta reidratazione con acqua, sali minerali e zuccheri, lo strappo alla regola è concesso. Durante la partita, infine, mai dimenticarsi di bere anche quando la sete non è eccessiva. Per quanto riguarda gli integratori, si tratta di sostanze inutili per chi segue una dieta varia ed equilibrata e addirittura dannosi, anche psicologicamente, per quanti vi si affidano alla ricerca della prestazione straordinaria. Sul caffè, infine, nessun veto.