Cerimonia per il 50/o anniversario della Concattedrale Gran Madre di Dio progettata da Gio Ponti a Taranto. Grazie ai lavori di riqualificazione, la simbolica vela della facciata è tornata a riflettersi nell’acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, che rappresentano il mare. Dopo il discorso del sindaco Rinaldo Melucci e dell’arcivescovo Filippo Santoro, sono state accese questa sera le luci del nuovo impianto di illuminazione esterna, rendendo l'effetto scenico dell’immagine della facciata riflesso nell’acqua.

Poi è stata celebrata la messa a 50 anni dalla prima cerimonia religiosa officiata dall’allora arcivescovo Guglielmo Motolese, che commissionò l’opera. La vela sostituisce la tradizionale cupola ed è costituita da un doppio muro traforato che dietro ha solo il vuoto e le cui aperture o finestre sono state realizzate, come spiegava lo stesso Ponti, «perché gli angeli vi potessero sostare».

«A noi incanta quest’opera di genio architettonico, di audacia del Pastore dell’epoca che arricchisce la nostra città oltre alle bellezze naturali di un segno che offre a tutti un luminoso messaggio di amore e di speranza. Un segno che sgorga dal cuore di Dio e che abbiamo voluto celebrare in questi suoi 50 anni per una navigazione più serena del nostro popolo».

Così l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro nell’omelia della messa celebrata stasera per il 50esimo anniversario della Concattedrale di Taranto, progettata da Gio Ponti e commissionata dall’allora arcivescovo Guglielmo Motolese.

«La Concattedrale - ha aggiunto mons. Santoro - è un’opera viva che dopo mezzo secolo conserva il suo fascino di spiritualità e di modernità. Sembra fatta oggi, in questi anni. C'è qualcosa di innovativo e di antico come è l’immagine della barca che è la Chiesa. In quella vela in cui in cui soffia il vento dello Spirito che spinge all’infinito c'è l’invito a tutta la nostra Città a sollevarsi verso un futuro più lieve di giustizia, di armonia tra lavoro, cura del creato e speranza di futuro».

Oggi, ha fatto presente l’arcivescovo, «è anche la vigilia della Immacolata, festa tanto cara al popolo cristiano e ai tarantini in particolare perché è co-patrona di Taranto. Alla Gran Madre di Dio è dedicata questa Concattedrale e la Madonna ci sarà più vicina in questo tempo di pandemia e di grandi decisioni per il futuro di Taranto. In queste decisioni - ha osservato infine mons. Santoro riferendosi in particolare alla vicenda ex Ilva - è bene che gli enti locali siano coinvolti perché quanto deciso non scenda dall’alto, ma tenga presenti le reali esigenze della nostra terra».

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