Al via da oggi a Bari al Teatro Petruzzelli «W Momix Forever» di Moses Pendleton (www.bookingshow.it 080.975.28.10). Il grande spettacolo di danza rappresenta il coronamento di ben 37 anni di attività della compagnia di fama mondiale. L’ex direttore artistico John Job racconta in questo articolo scritto per «La Gazzetta» la storia inedita del maggio di 34 anni fa a Bari.

di John Job

Ero lì, a Bari la prima volta dei Momix e non dimenticherò mai quel giorno di 34 anni fa. Maggio 1983: una due giorni da vero esordio per la compagnia, che era stata costituita tre anni prima, in senso sperimentale, da Moses Pendleton e Alison Chase, i due fondatori del fenomeno Pilobolus Dance Theater.

Ma la storia del loro esordio da Momix è tutta da raccontare e ha una sua parte proprio nella vostra Puglia. Il periodo 1980-1981 è stato quello della conclusione della prima fase di Pilobolus, quando tutti i ballerini tranne uno lasciarono la compagnia e furono sostituiti con nuovi danzatori. L’ultimo contributo di Pendleton per Pilobolus, nel luglio 1981, è stato un meraviglioso classico dal titolo «Day Two».

Il duo, Pendleton e Chase, cominciò a ballare in una mezza dozzina di teatri europei nel 1981, ma verso la metà del 1982, dopo la nascita del figlio di Alison, Nathaniel e dopo il film autobiografico su Moses realizzato per la Tv americana A&E, avevano poco entusiasmo per come era andata. A questo punto entra in campo un quartetto di ballerini straordinari - Jamey Hampton, Ashley Roland, Morleigh Steinberg, e Daniel Ezralow - con me come direttore tecnico. La storia «ufficiale» dei Momix può non raccontare questa storia, ma io credo che i Momix non esisterebbero ora e non avrebbero mai intrattenuto milioni di persone dal 1983, se questo quintetto intrepido non fosse venuto a Bari. Hampton e Ezralow erano stati ballerini Pilobolus, e Ezralow era anche abbastanza ben noto per i suoi anni con la compagnia di danza di Paul Taylor a New York City. Entrambi erano amici intimi di Pendleton ed erano stati ottimi interpreti di molti dei suoi progetti. Roland e Steinberg erano nuovi al mondo della danza, entrambi giovanissimi, sotto i 20 anni. I quattro ballerini avevano trascorso diverse settimane provando con Pilobolus ed esibendosi nello spettacolo alla Princeton University.

Lo spettacolo alla Princeton comprendeva anche altri artisti, tra cui l’autentico «patrimonio» nazionale canadese Margie Gillis, la scoperta di Brian Eno, suonatore di cetra Laraaji, e la stella di Paul Taylor, David Parsons, che debuttò con il suo assolo «Caught», che ora è nel repertorio del Alvin Ailey Dance Company.

Io avevo lavorato con Moses per più di 2 anni prima di questo spettacolo, ponendo le basi per creare Momix e farne una compagnia valida che potesse sviluppare Pilobolus, eclissandosene allo stesso tempo. Volevamo un gruppo che fosse più flessibile, più fantasioso e in ultima analisi, più creativamente libero di Pilobolus.

Il primo test fu a Princeton, uno spettacolo che Pendleton decise di saltare. E il giorno dopo, ero in volo verso Bari con Roland, Steinberg, Hampton e Ezralow, (assente Moses) per il primo tour europeo dei Momix. In realtà non avevamo uno show definito da presentare. Abbiamo avuto un'idea. Ed è stata un po’ come l'idea di Francis Picabia per «Relache» 60 anni prima: che cosa fare sul palco quando non hai preparato uno spettacolo? Si improvvisa!

Sono sempre stato d'accordo con Joe Zawinul, secondo il quale «il jazz è una bella parola», e ho voluto portare quel tipo di realtà «in diretta» nella creatività della danza. Come gruppo, abbiamo voluto che lo spettacolo messo in scena fosse più che il risultato del nostro processo creativo ... abbiamo voluto che fosse il nostro processo creativo. Questo sarebbe stato il modo più efficace per distinguersi dal resto del mondo della danza e da Pilobolus. Intendo: in quale altro modo potevamo andare in Italia per il debutto europeo come nuovo gruppo di danza? Questo doveva essere la compagnia di Moses Pendleton. Noi eravamo pronti, ma Moses era introvabile. Quando tutti ti chiamano un genio, può accadere. L’idea, di cancellare il confine tra la nostra creatività e le nostre performance, aveva già avuto successo 4 mesi prima. Era accaduto ad un festival del cinema nel paradiso dello sci, Park City, nello Utah, con «Moses Pendleton Presents Moses Pendleton» che vinse un premio. Moses e Jamey Hampton andarono in scena con gli sci e fu una trovata e una improvvisata senza precedenti. Inoltre, l'accompagnamento musicale per questa «bravata» fu un disco in vinile che io scelsi senza consultare gli artisti, e quando misi l'ago sul piatto, girava a 33 giri invece di 45. Il sipario si alzò, la musica cominciò e io improvvisai luci volanti all’arrivo di Moses e Jamey con gli sci. Detto così, potrebbe non sembrare molto, ma il risultato è stato incredibile: la nascita istantanea di un classico dei Momix.

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