TARANTO - Un quadrimestre impegnativo. Da settembre e sino a fine anno, Kyma Ambiente (quella che i cittadini di Taranto continuano a chiamare Amiu) dovrà restituire al Comune di Taranto 500mila euro al mese. Si tratta della rata che l’azienda d’igiene urbana deve onorare per far fronte al prestito da 2,5 milioni di euro che, nella scorsa primavera, il Consiglio comunale aveva concesso alla società presieduta da Giampiero Mancarelli. Che, per essere precisi, nei mesi precedenti, ha già versato nelle casse municipali circa 200mila euro. Tutto bene, dunque? Non proprio, nel senso che sottraendo la rata da ridare al Comune (500mila euro appunto) al corrispettivo mensile che viene garantito da Palazzo di Città (2 milioni 500mila euro) rimarrebbero a disposizione 2 milioni. La cifra in quanto tale non è proprio rassicurante visto che bisogna mettere da parte 800mila euro per pagare gli stipendi dei dipendenti e poi naturalmente onorare gli impegni con i fornitori e assicurare le manutenzioni ai mezzi. In altre parole, si sta sul filo.

Eppure, non si avverte alcun pessimismo. Anzi. La speranza per i vertici dell’azienda d’igiene urbana arriva dal fatto che il socio unico, ovvero l’Amministrazione comunale, potrebbe riconoscere alla società 800mila euro per l’adeguamento del contratto di servizio in vigore relativamente al costo del carburante e al rinnovo del contratto di lavoro del personlae dipendente. E poi dovrebbero arrivare anche ulteriori risorse che potrebbero rendere meno pesante, per dir così, il peso della restituzione della rata sulla liquidità aziendale.

Intanto, a proposito di contratto di servizio, nei prossimi giorni, riprenderà il confronto tra la presidenza dell’Amiu, l’Amministrazione comunale di Taranto e le organizzazioni sindacali sul nuovo schema. Che, così come è stato già riportato, punta ad attivare un servizio di raccolta differenziata «spinto» ovvero con un «porta a porta» diffuso su tutto il territoreio comunale a cui si aggiungerà poi un potenziamento delle cosiddette isole ecologiche in cui i cittadini potranno conferire i rifiuti selezionati in maniera differenziata (carta, plastica, vetro, indifferenziata, organico) ottenendo anche degli incentivi e dei bonus da utilizzare poi, o meglio da sfruttare, nell’ambito del pagamento della Tari.

Tutto questo, però, avrà un costo. Ovviamente. Se il Consiglio comunale, che come si dice in questi casi è sovrano nel modificare eventualmente la bozza di contratto di servizio presentata, dovesse accendere il «semaforo verde» il corrispettivo mensile in favore dell’Amiu passerebbe da 2,5 a 3 milioni di uro circa al mese. Ma questo non dovrebbe causare alcun aumento della tassa visto che dovrebbe essere incrementata la percentuale di raccolta differenziata. Che ora oscilla intorno ad un non lusinghiero 25 per cento.

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