Giancarlo Governi descrive Fausto Coppi nel libro "il grande Airone"

18.01.2010 15:20 di  Alessandro Pizzuti   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it / il Messaggero
Giancarlo Governi  descrive Fausto Coppi nel libro  "il grande Airone"

Antonio Buccioni, Vincenzo Cerracchio e Alessandra De Stefano presentano il romanzo di Giancarlo Governi
IL GRANDE AIRONE (Editore Castelvecchi) sarà presente l'Autore.

Roma Mercoledì 20 gennaio ore 11.00 nella Sala del Carroccio in  Campidoglio.

"Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi. "
Questo incipit di radiocronaca pronunciato da Mario Ferretti ha accompagnato la memoria del Campionissimo per più di sessanta anni. Chi c’era giura di averlo sentito, anche io bambino, sono sicuro di averla sentita. Ma negli archivi della Rai di questo incipit non c’è traccia.
Tutto questo non ha importanza perché la frase di Ferretti ha connotato Fausto Coppi, come un “uomo solo al comando”. Al comando della corsa, per le sue fughe solitarie, ma anche uomo solo nella vita. Fin da quando, ragazzo, passava ore intere in bicicletta per consegnare la merce del salumaio Merlano di Novi Ligure. «Sempre solo, perché?», lo chiese una volta a Cavanna, il massaggiatore cieco che conosceva ogni fibra del suo corpo. «Sei solo, perché un uomo eccezionale come te non trova facilmente conforto nel rapporto con gli altri. La solitudine fa parte della tua forza, soltanto chi è abituato alla solitudine può stare su una bicicletta per otto ore al giorno, soltanto chi è abituato alla solitudine può sobbarcarsi fughe lunghissime e snervanti come fai tu, soltanto la solitudine ti fa ascoltare con orecchi sgombri il funzionamento del tuo organismo, ti fa capire che cosa sta succedendo dentro di te, se ogni organo risponde positivamente alle tue richieste».
Fausto fu solo quando gli italiani che pure lo avevano adorato lo abbandonarono, e molti lo esecrarono, nella sua drammatica vicenda sentimentale con la Dama bianca. Anche i suoi tifosi più accaniti permisero che dall’Italia bacchettona venisse trattato come un delinquente, la sua compagna imprigionata e lui processato. Fu solo anche nella morte assurda, durante le feste di fine anno, quando un balletto di medici inetti non seppero riconoscere una banale malaria. Per assurdo ebbe conforto soltanto dal suo amico-rivale Gino Bartali, che di Fausto era l’opposto. E’ quest’uomo solo che mi ha affascinato fin da bambino. E’ per raccontare questo uomo solo che ho scritto il libro “Il Grande Airone”.