Mauro Mazza: "C'è un male profondo nel cuore della squadra"

10.11.2009 09:00 di  Federico Farcomeni   vedi letture
Fonte: Rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta dal Corriere dello Sport
Mauro Mazza: "C'è un male profondo nel cuore della squadra"

Le mancate promesse di quest'estate e la caduta libera della Lazio in questa stagione sono difficilmente spiegabili dall'esterno. Andando a scavare, non tutti "gli scheletri" verranno alla luce perché ce ne sarà sempre qualcuno nascosto dentro all'armadio, ma qualche traccia di sé la lascia sempre. Ecco perché con qualche indizio, la situazione difficilissima in cui si è andata a cacciare la Lazio, potrebbe anche essere spiegabile. La analizza più da vicino Mauro Mazza, direttore di Rai Uno, sul suo consueto angolo all'interno del Corriere dello Sport. Riportiamo alcuni estratti del suo articolo, comparso oggi nell'edizione odierna del quotidiano.

"La crisi attuale è figlia di quelle scelte sbagliate, di quegli errori di valutazione, di quella presunzione avuta ad inizio stagione (mancati acquisti, ipotesi di auto-sufficienza ed auto-sostenibilità della rosa, ndr). Si trattasse soltanto di un dato tecnico, si potrebbe pensare di tirare a campare fino al mercato di gennaio, strappando qualche punticino qua e là, in attesa che col nuovo anno la rosa sia rinforzata. Si trattasse soltanto di un problema di guida, basterebbe cambiare subito l'allenatore e la svolta sarebbe dietro l'angolo. Ma il discorso è più complesso e più complicato. Più ancora di quel che si vede sul campo, ha a che fare con il virus che periodicamente contagia la squadra. Due anni fa la prima epurazione coinvolse alcuni giocatori. L'estate scorsa fu stilata un'altra lista nera. Ma, puntualmente, siamo daccapo, quel virus non è stato debellato. Questo siginifica che all'interno della rosa c'è qualcosa che non va. C'è qualcuno che non va, e che influisce negativamente sul gruppo, forte più della propria ascendenza sui compagni meno esperti e più giovani, che sulla propria qualità tecnica. In questo senso, nella conta delle reponsabilità, Ballardini è il meno colpevole, rispetto a chi questa situazione aveva vissuto e sofferto nelle passate stagioni, ma non ha voluto parlarne con il nuovo tecnico, che conosceva quei giocatori solo per quanto mostravano in campo, e non per le piccole lobbies nello spogliatoio della Lazio: una volta perché la società non facesse acquisti; un'altra per accusare Zarate di egoismo; un'altra ancora per cacciare Delio Rossi, et cetera. La crisi di oggi ha un sapore antico. Affrontarla è un obbligo, uscirne una speranza".