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Legnago beffa S.Giovanni È terza per soli 11 abitanti

Veduta aerea di Legnago: la città è terza in provincia per  numero di abitanti
Veduta aerea di Legnago: la città è terza in provincia per numero di abitanti
Veduta aerea di Legnago: la città è terza in provincia per  numero di abitanti
Veduta aerea di Legnago: la città è terza in provincia per numero di abitanti

Legnago cresce e mantiene per un soffio il terzo posto tra i Comuni più popolosi della provincia. Nel 2021, infatti, secondo i dati elaborati dall’ufficio anagrafe di Palazzo de’ Stefani, la città del Salieri è rimasta sullo scalino più basso del podio dei centri più grandi del Veronese, preceduta da Verona e Villafranca. Tale primato era stato riconquistato dal capoluogo della Bassa la scorsa primavera, dopo il «sorpasso» messo a segno nel 2020 da parte di San Giovanni Lupatoto. Tuttavia, lo scarto attuale di appena 11 abitanti tra il capoluogo della Bassa, che conta 25.414 residenti, e la città del Lupo, con i suoi 25.403 cittadini, fa presagire nei prossimi mesi un nuovo testa a testa tra i due centri. L’anno scorso i legnaghesi sono saliti da 25.401 a 25.414, con una prevalenza delle donne, pari a 13.172 sugli uomini, che sono 12.242. Malgrado ciò le culle sono sempre più vuote. I nuovi nati sono scesi da 182 a 147. E i morti, anche per l’effetto del Covid, sono saliti da 333 a 362. Ad accrescere il numero di residenti all’ombra del Torrione è stata dunque la differenza positiva tra i 1.021 cittadini che hanno deciso di prendere casa in città, trasferendosi da altri Comuni italiani (824 persone) o dall’estero (139), ed i 793 emigrati in altre località d’Italia (655) o straniere (97). Porto, il rione più popoloso, ha visto diminuire i suoi abitanti da 4.555 a 4.553. Allo stesso modo la popolazione si è ridotta a Casette da 3.613 a 3.562 persone, a Vangadizza da 1.932 a 1.914, a San Vito da 1.325 a 1.322 e a Torretta da 132 a 130. Per contro gli abitanti sono cresciuti nel capoluogo da 4.004 a 4.016, così come Terranegra è passata da 3.179 a 3.180 abitanti. San Pietro è salita da 3.607 a 3.619 residenti e Canove è passata da 1.368 a 1.379. Vigo, infine, è lievitata da 1.769 a 1.798 cittadini. Gli ultrasessantenni, nel 2021, sono saliti da 8.062 a 8.108, toccando il 31,63 per cento della popolazione legnaghese. La concentrazione più elevata di persone dai «capelli d’argento» è nel capoluogo, dove abitano 1.344 over 60, pari al 33,46 per cento. Il numero di bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni si è ridotto da 3.380 a 3.342, scendendo dal 13,26 al 13,12 per cento del totale. La frazione più giovane è Torretta, dove i 24 «under 15» rappresentano il 18,45 per cento della piccola località. Nell’ultimo anno le famiglie sono balzate invece 11.440 a 11.503. I single sono saliti da 4.075 a 4.196, mentre i nuclei composti da due persone sono diminuiti da 3.477 a 3.441. A seguire ci sono le famiglie con tre componenti, scese da 2.005 a 1.986, e quelle con quattro persone, calate da 1.341 a 1.323. I residenti originari di altri Paesi sono aumentati da 2.584 a 2.789. A farla da padroni sono i cittadini del Marocco, lievitati da 904 a 941. A seguire ci sono la comunità romena, balzata da 693 a 752 membri, quella moldava ridottasi da 194 a 193 unità. Quarti i cinesi, saliti da 113 a 115 cittadini. «Sull’incremento dei decessi ha inciso la pandemia», evidenzia Orietta Bertolaso, assessore alle Politiche sociali. «Inoltre», prosegue, «l’emergenza non ha certo agevolato coloro che volevano un figlio. Pensiamo, ad esempio, al fatto che un futuro papà, a causa delle restrizioni, non poteva entrare in sala parto con la compagna. Per non parlare del timore, da parte di molte donne, di poter contrarre il virus durante la gravidanza». Ad ogni modo, il Comune ha proseguito le azioni per incentivare le nascite e salvaguardare le famiglie. «Il bonus bebè», precisa Bertolaso, «è diventato strutturale, per cui lo scorso primo gennaio si è attivato automaticamente. L’amministrazione, inoltre, non ha aumentato le rette del nido ed ha aiutato le famiglie con una serie di buoni a sostegno delle spese per utenze e morosità incolpevole». •.

Fabio Tomelleri

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