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Offlaga
di SERGIO ARRIGOTTI 04 mag 2018 15:31

La Madonna della Formica

Nel santuario di Offlaga, la cui storia è stata raccontata recentemente in un libro, la devozione mariana è coltivata da secoli

È iniziato il mese mariano, il mese per eccellenza di devozione verso la Vergine, e c’è un santuario nella Bassa dove questa devozione è praticata e coltivata da secoli, e la cui storia è stata raccontata recentemente anche in un libro curato da Teresina Cremaschini.

È l’antichissimo santuario della Madonna della Formica di Offlaga. Un santuario tra i più conosciuti e amati, a cui i fedeli sono legati da un affetto particolare soprattutto in occasione di due festività: la domenica in Albis e la giornata dell’ammalato del primo di maggio: “ricorrenze capaci di attirare” scrive la Cremaschini “pellegrini non solo da località vicine, ma pure da province lontane”. La storia del santuario affonda le radici nel medioevo quando gli abitanti locali costruirono un “oratorio”, un luogo di preghiera, “in quella zona, con quel singolare ed insolito nome: Formica”. Secondo la leggenda popolare è stata chiamata così perché si narra che la zona di Offlaga fosse piena di formicai, un immenso flagello per la campagna e i raccolti dei paesani: il rimedio venne con le preghiere alla Madonna, a cui gli abitanti dedicarono un santuario. Racconto però che gli storici hanno confutato, e che viene smentito nel libro. Da sottolineare anche il valore architettonico, artistico e pittorico della chiesa. Le fondamenta dell’edificio risalgono al 1542. Mentre l’aspetto attuale si deve alla riedificazione del 1779. Oggi la chiesa è a navata unica, l’altare maggiore porta la data del 1855, a cui risale anche la decorazione della volta del presbiterio. Ma particolare attenzione va data agli affreschi, ai numerosi ex voto, ai vari quadri, soprattutto ad una pala risalente al Cinquecento raffigurante la Vergine col Bambino e al quadro di San Francesco. I soli oggi originali esposti sopravvissuti ai diversi furti che purtroppo la chiesa ha subito nel tempo. Ma ciò che la rende speciale, che la rende tanto amata dagli offlaghesi al punto da definirla spesso “la nostra piccola Lourdes” è che appare come un’oasi di pace spirituale dove “si stempera l’inquieta frenesia dei nostri tempi. Ti basta entrare e subito scopri la bellezza e l’armonia dell’insieme… E se poi ti siedi e chiudi gli occhi respiri un senso di serenità e una gioia intima che difficilmente trovi altrove”.

Consapevoli di tutto questo nella parrocchia guidata da don Felice Frattini si è deciso di non disperdere un patrimonio storico, di fede e di devozione popolare notevole e si sono raccolti in un libro, dopo un accurato lavoro di indagine la storia, anche i ricordi, le testimonianze, gli eventi vissuti dai fedeli nel santuario. “Non per una rievocazione nostalgica” sottolinea Cremaschini, ma quale “invito ad entrare in questo luogo sacro con uno sguardo più attento ed uno spirito più consapevole”. Per una preghiera che non esclude nessuno: cristiani e non, praticanti e dubbiosi, tutti uniti in un accogliente abbraccio umano.

SERGIO ARRIGOTTI 04 mag 2018 15:31