Cos'è un culto guidato dallo Spirito?

 
 

Come si presenta esattamente un culto aperto alla guida dello Spirito Santo? È un culto con una liturgia formale, inni tradizionali, professioni comuni e la celebrazione settimanale dell'ordinanza della Cena del Signore? Oppure è un'esperienza più carismatica e moderna, con molti canti e spazio per espressioni spontanee di adorazione? Questa è la dicotomia tipica che viene proposta da molti evangelici che conosco, non solo a Roma. Purtroppo, molti evangelici pensano che un culto con una liturgia strutturata sia "rigido" e chiuso all'influenza e alla guida dello Spirito Santo. Invece, un culto vivace, pieno di canti e di atti di lode spontanei, sarebbe libero e aperto alla guida dello Spirito. Questo tipo di pensiero non solo è immaturo e storicamente disinformato, ma è anche pieno di orgoglio spirituale.

È vero che le chiese con liturgie strutturate e tradizionali possono diventare spazi statici, peggio: tossici, di pratica religiosa. Ma dire che una liturgia strutturata non è in grado di essere guidata dallo Spirito Santo o di fornire uno spazio per esserla significa ignorare lo Spirito Santo che vediamo in tutta la Scrittura. Dio è un Dio di ordine e struttura: dalla creazione, alle leggi liturgiche per Israele nell'Antico Testamento, al giorno di Pentecoste in poi, vediamo l'ordine. Quando si tratta dei nostri culti, lo Spirito Santo non inizia la sua opera quando inizia il culto. È già all'opera durante la stesura dei canti scelti, nella scelta delle Scritture da leggere durante la liturgia, e persino nella creazione della liturgia per il culto della domenica successiva. Lo Spirito Santo sta già guidando il Suo popolo nell'adorazione durante ogni fase, non solo nei momenti spontanei dei nostri culti. In altre parole, l'ordine e i culti strutturati non sono estranei alla guida dello Spirito e quindi definirli "rigidi" come fanno molti è ingiusto. In effetti, Paolo sarebbe stato considerato rigido secondo molti standard evangelici odierni, dato che egli stesso istruì le chiese di Corinto a garantire dignità e ordine nei loro culti (1 Cor 14,40). 

Forse un altro problema nel definire un culto "guidato dallo Spirito" è l'errore di associare la parte della liturgia in cui cantiamo come la parte di "lode" del culto, e di associare la persona che guida il canto come "leader della lode" o “worship pastor”. Le chiese che cantano poco potrebbero essere considerate deboli e chiuse alla lode. Ma questo è un prodotto di influenze teologiche e culturali recenti, soprattutto sulle liturgie delle chiese evangeliche. L'associazione della musica con la "lode" e la separazione della "lode" dalla "predicazione" è abbastanza recente nella storia della Chiesa. Si tratta di un errore perché sminuisce gli aspetti di un culto che devono essere considerati atti di lode. Ad esempio, l'invocazione all'inizio del culto è un atto di lode. Il canto degli inni è lode, sia che si tratti di uno o di cinque inni cantati. La confessione del peccato e l'annuncio del perdono sono adorazione. La condivisione delle testimonianze è lode quando ci incoraggiamo a vicenda con le storie dell'opera di Dio nelle nostre vite e nelle nostre comunità. La predicazione della Parola è lode quando ascoltiamo e rispondiamo al Vangelo. La partecipazione alla Cena del Signore è lode, in quanto annunciamo il sacrificio di Cristo fino al suo ritorno (1 Cor 11,26). La benedizione finale è lode. Questo significa che il leader della lode non è solo la persona che guida la chiesa nel canto, ma qualsiasi persona che conduce i vari momenti della liturgia. Per essere chiari, queste persone devono essere perspicaci e aperte alla guida dello Spirito Santo nei vari atti liturgici. È solo quando non lo sono che una chiesa rischia di essere rigida. 

Anche le chiese con modelli di culto più vivaci e carismatici rischiano, forse non di essere considerate rigide, ma fuori controllo, di fornire un'esperienza emotivamente manipolativa a una cultura altamente individualista e consumistica. Il rischio maggiore è quando la tua preferenza personale riguardo gli stili liturgici può portare all'orgoglio spirituale e a un senso di superiorità. Sebbene le liturgie moderne e vivaci non siano sempre colpevoli di manipolazione emotiva, nemmeno le liturgie strutturate e ben pianificate sono sempre rigide e chiuse allo Spirito Santo. Quando organizziamo con attenzione e preghiera le nostre liturgie, utilizzando materiali che sono stati ispirati e creati sotto la guida dello Spirito Santo, e quando prendiamo l'iniziativa con sensibilità e con la sincera intenzione di glorificare e sperimentare Dio insieme (a prescindere da come ciò si manifesti nelle diverse circostanze), l'intero culto è indiscutibilmente guidato dallo Spirito. Di conseguenza, il risultato finale non può che essere un culto guidato dallo Spirito.