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In giro per il bosco

In giro per il bosco
Peter Wohlleben

Pubblicato 3 anni fa
Peter Wohlleben

Leggi un estratto dal libro "Il Bosco" di Peter Wohlleben e scopri come trasformare la tua passeggiata nel bosco in un'avventura straordinaria

Vediamo se questa situazione vi è familiare: vi trovate con i vostri bambini a passeggiare in un bosco e a un certo punto loro iniziano a fare rumore. Può essere che si mettano a giocare a palla, che vedano un piccolo animale selvatico e vi comunichino urlando la loro scoperta oppure, semplicemente, che gridino perché sono contenti.

La reazione immediata degli adulti è sempre la stessa: «Sssh! Non gridate così forte!».

Ma perché? Davvero cervi e caprioli sono disturbati dal rumore delle persone?

Stai leggendo un estratto da questo libro:

In linea di principio è vero che gli animali selvatici amano il silenzio, ma non perché siano particolarmente sensibili ai rumori. Quando una tempesta infuria tra le cime degli alberi o arriva un forte acquazzone, non si riesce più a sentire nient’altro. Nemmeno un lupo o una lince che si stanno avvicinando, il che può essere pericoloso per i caprioli e per i cervi. È la ragione che spiega la predilezione di questi animali per il clima asciutto e senza vento, condizioni in cui possono percepire distintamente ogni suono che segnala ravvicinamento di un predatore.

I rumori prodotti da noi umani quando passeggiamo nel bosco non infastidiscono gli animali, dato che non investono il bosco intero, ma provengono da una sola fonte ben definita. Per i mammiferi di grossa taglia i rumori che produciamo sono inoltre il segnale che i loro nemici più pericolosi, ossia i cacciatori, non sono in agguato. È vero che in Germania il lupo e la lince stanno timidamente tornando a popolare i boschi, ma è vero anche che i predatori umani vestiti di verde sono ben più numerosi, nell’ordine delle migliaia. Non c’è quindi da stupirsi se gli animali selvatici hanno paura soprattutto di noi bipedi.

Quando passeggiamo per i sentieri cantando allegramente o conversando ad alta voce, segnaliamo alle altre creature che non stiamo cacciando. Questo vale persino per il gatto selvatico, un animale estremamente timido. Un tempo gli si dava la caccia perché si riteneva che catturasse i caprioli. Caprioli? Il gatto selvatico non è imparentato con il gatto domestico, ma gli somiglia molto, fatta eccezione per alcune minime differenze nelle dimensioni. Riuscite a immaginare il micio di casa che si mangia un bassotto? I piccoli denti non sarebbero abbastanza lunghi e la bocca non potrebbe aprirsi a sufficienza per tenere fermo un animale così grande. Ciononostante, tra i cacciatori la leggenda che il gatto selvatico sia un predatore dei caprioli è rimasta viva per secoli e perciò l’animale è stato oggetto di cacce spietate. Non sorprende che sia diventato molto timido.

A ogni modo, gli esseri umani che camminano rumorosamente per il bosco non sono visti come un pericolo dalle altre specie. Una volta, in gennaio, ho accompagnato un gruppo di visitatori nella vecchia faggeta innevata del mio distretto. Gli escursionisti volevano vedere «Ruheforst», il bosco funerario che abbiamo creato a Hümmel. Dopo una visita di circa un’ora tornammo al parcheggio, dove mi accorsi di avere dimenticato lo zaino sotto un albero. Lo stagista che mi accompagnava si offrì di andare a recuperarlo. Tornò eccitatissimo dopo un quarto d’ora. Aveva visto un gatto selvatico attraversare pacifico il sentiero. Chiaramente l’animale aveva atteso lì vicino che il gruppo allegro e chiassoso lasciasse la foresta secolare.

Mi è capitato qualcosa di simile l’anno seguente, in una giornata di luglio, mentre mi trovavo proprio nello stesso parcheggio. Ero appoggiato al mio fuoristrada e stavo parlando con un collega, quando all’improvviso, a cinquanta metri da noi, vidi un gatto selvatico che camminava tranquillo per il vialetto d’ingresso, spostandosi da una zona di bosco all’altra al di là del sentiero. La strada vicina e i rumori degli escursionisti non sembravano disturbarlo, il che dimostra che l’animale teme molto di più le persone che si aggirano silenziose nel sottobosco.

Possiamo quindi riassumere quanto detto nel modo seguente: nel bosco il rumore non disturba nessuno, soprattutto se si tratta del genere di rumore che fanno i bambini. O meglio, devo correggermi: non disturba gli animali selvatici, ma forse infastidisce alcuni adulti.

Camminare per i boschi dà una sensazione di libertà illimitata, come quella che si può provare negli ampi spazi tipici di altri paesi. Mi piacciono i paesaggi deserti degli Stati Uniti sudoccidentali, non perché sono poco socievole, ma perché quelle distese infinite mi entusiasmano. Se si leva lo sguardo all’orizzonte, in Europa la vista cade per lo più sui pali della luce, sulle autostrade o sugli insediamenti umani, mentre nel New Mexico, in Arizona o nello Utah con gli occhi si può vagare all’infinito per foreste e montagne.

Solo con gli occhi, però, dato che nella maggior parte dei casi l’accesso alle aree lungo le strade pubbliche è vietato e talvolta anche fisicamente impedito da sbarramenti. Durante il nostro viaggio nel Sudovest degli Stati Uniti, siamo stati regolarmente accompagnati dalle recinzioni metalliche che correvano a destra e a sinistra della strada per centinaia di chilometri, stroncando sul nascere ogni sensazione di libertà.

A essere recintati erano spesso solo sabbia e roccia: come se qualcuno potesse avere interesse a rubare qualcosa! I terreni di proprietà privata (e ce ne sono molti) non erano aperti al pubblico e si trovavano numerosi cartelli che lo ricordavano insistentemente.

Quando tornai in Germania, mi resi conto per la prima volta di quante possibilità abbiano qui da noi i visitatori dei boschi. Oltre agli itinerari escursionistici gratuiti, a loro disposizione c’è l’intera area che li circonda. Se quindi volete avventurarvi nel sottobosco, prego, fatelo pure! Nessuno può impedirvelo, a meno che vi troviate in una delle poche aree vietate.

Nella maggior parte dei casi, nelle riserve naturali, nei parchi nazionali e nelle foreste protette più piccole sono indicati gli itinerari da seguire, il che significa che non dovete uscire dai percorsi. Ma queste aree rappresentano solo una piccola porzione delle zone boschive e sono sempre chiaramente segnalate, ed è difficile sbagliarsi. Altre zone in cui è vietato l’accesso sono quelle rimboscate con giovani alberi, ma sono per lo più recintate. Non lasciatevi indurre nella tentazione di scavalcare la recinzione per prendere una scorciatoia: meglio restare fuori e girarci attorno.

Un’ultima area tabù è quella in cui è in corso l’abbattimento degli alberi. Ogni volta che in un bosco rombano le motoseghe e le macchine disboscatrici il pericolo è grande. È difficile stimare con precisione il punto di caduta di alberi alti fino a 40 metri e spesso gli arbusti non consentono ai camminatori di vedere a distanza sufficiente. È per queste ragioni che sui sentieri i segnali di avvertimento iniziano già centinaia di metri prima dell’area effettivamente interessata dal disboscamento; a volte si trova un nastro rosso e bianco che semplicemente v’impedisce l’accesso.

Ma la stragrande maggioranza delle zone boschive è priva di restrizioni e quindi potete entrarci senza alcun problema. Il che vale però solo per chi si muove a piedi. Chi va in bicicletta o a cavallo deve restare sui percorsi segnati, mentre per gli altri mezzi di trasporto normalmente vige il divieto assoluto di accesso e di circolazione.

Ma quali sono le aree boschive ideali per camminare fuori dai sentieri? Le foreste decidue più fitte sono i luoghi che si prestano meglio. Qui il terreno è generalmente privo di vegetazione e i rami sui tronchi non costituiscono un fattore di disturbo. La situazione è molto diversa per i boschi di conifere, specialmente se gli alberi sono stati piantati molto vicini tra loro. Trovandosi a poca distanza gli uni dagli altri, i rami inferiori morti degli abeti rossi, dei pini e degli abeti di Douglas finiscono per incrociarsi tra loro come braccia tese, impedendo il passaggio. A volte mi è toccato tornare indietro per potermi districare con la forza da questi grovigli: per non parlare dei rami che colpiscono il viso come fruste o finiscono negli occhi.

La foresta di latifoglie è molto più sicura. Quando spunta l’erba sotto gli alberi, cercate di evitarla. La rugiada mattutina o le gocce di pioggia trattenute dai fili d’erba inzupperanno le vostre calzature in un attimo: in questo genere di terreno persino le scarpe più impermeabili non riescono a resistere a lungo all’umidità.

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