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La lingua del Drago Immaginale

La lingua del Drago Immaginale
Selene Calloni Williams

Pubblicato 3 anni fa
Selene Calloni Williams

Leggi un estratto da "Le Carte del Drago Immaginale" di Selene Calloni Williams e scopri la via sciamanica oltre il tempo e l'illusione

Il drago parla per immagini, la sua lingua è profetica perché riflette la natura del mondo. Noi viviamo in un mondo simbolico, un mondo immaginale.

Aver condensato oltre trent'anni di esperienza nel campo dell'amore per la natura e della crescita personale in 47 simboli di liberazione è stata una meraviglia!

Concetti apparentemente difficili sono scivolati nelle carte come portati da una leggera brezza, in assenza di sforzo. Il mio amico Platone mi avrebbe detto: "Questo progetto ha il favore degli dei!". Per non parlare del mio amore adolescenziale, Nietzsche. Lui mi avrebbe detto: "Stai agendo in conformità con la tua volontà di potenza". Difatti, il mio braccio destro giapponese, Noburu Okuda Dò, il maestro shintoista, co-autore dei miei libri zen, mi ha detto: "Quando agisci in conformità con il tuo Ikigai tutto scorre senza ostacoli!". La potenza di Nietzsche, Varetè di Platone, l'Ikigai dei giapponesi sono forze presenti nelle Carte del Drago Immaginale, insieme all'universo sciamanico.

Negli ultimi vent'anni, infatti, mi sono dedicata allo studio, alla pratica e alla diffusione dello sciamanismo, consapevole che, essendo lo sciamano il maestro dell'estasi, le cose gli si rivelano e a volte gli si celano, ma solo per il suo piacere di vivere il mistero e di continuare a svelare.

"La grande distanza che separa l'estasi di uno sciamano dalla contemplazione di un Platone, tutta la differenza creata dalla storia e dalla civiltà, non muta in nulla la struttura di questa presa di coscienza nella realtà ultima: è attraverso l'estasi che l'uomo realizza a pieno la sua situazione nel mondo e il suo destino finale" (Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi. Edizioni Mediterranee, Roma, 1988, p. 420).

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Quando le decisioni ti sono difficili è perché non riesci a vedere oltre agli individui e agli oggetti che le popolano. Abbassare i veli, innalzare la consapevolezza, vedere più in là: questo è ciò a cui ogni leader aspira.

Nell'antichità nessun leader, fosse egli un guerriero, un generale, un condottiero, un capitano di navi, un capo di Stato o un filosofo, prendeva alcuna decisione senza aver prima interrogato la Pizia, la sacerdotessa di Apollo che dal santuario di Delfi muoveva il mondo con i propri responsi.

I tempi sono cambiati, ma non è cambiato l'uomo, che rimane un essere distinto ma non separato dal mistero che lo avvolge e lo compenetra.

La Pizia entrava negli stati dell'estasi per poter ascoltare la voce del dio.


Le Carte del Drago Immaginale sono un tributo alla riconnessione profonda con la natura e la natura ne è la vera protagonista.


Nelle foto artistiche di Chiara Mazzocchi il soggetto principale non è la persona umana, ma la natura che le dà forma. È l'ambiente che ci circoscrive ciò che ci modella. Dobbiamo avere molta cura dell'ambiente!

Le Carte del Drago Immaginale si interrogano per ampliare lo sguardo e osservare da un'altra prospettiva, non quella della mente, ma quella della bellezza, dell'emozione, del cuore. Esse sono uno strumento di rivelazione perché non sono fatte di carta ma di estasi.

Qualsiasi decisione tu debba prendere ti aiutano perché intensificano la tua libertà e la tua estasi. Sono un ponte tra te, la natura e l'anima del mondo.

Estasi e libertà sono sinonimi. Per entrare nei regni dell'estasi è necessario essere liberi. L'estasi è uno stato non-duale di coscienza, una condizione di superamento delle barriere dell'Io, di intensificazione della consapevolezza, della lucidità di visione e di riunificazione con il tutto. Oggi gli individui non hanno tanto bisogno di essere curati, informati o formati, quanto di essere liberati.

La libertà è il valore più grande che dobbiamo perseguire in questa nostra civiltà che l'ha nascosta o perduta. Tutti i grandi obiettivi ai quali tendiamo sono corollari, conseguenze della libertà.

La salute è una funzione della libertà. La mente può dimostrare tutto e il contrario di tutto simultaneamente.

Tempo fa è scattata una campagna d'informazione volta a spiegare ai consumatori che l'acqua in bottiglia non è tanto migliore dell'acqua del rubinetto e che il suo consumo contribuisce a danneggiare l'ambiente poiché, richiedendo trasporti su strada a volte anche molto lunghi, aumenta il tasso di inquinamento ambientale. Più di recente ho letto in un articolo che il 5% dei casi di tumore alla vescica in Europa, 1 su 20, sarebbe collegato a prodotti chimici presenti nell'acqua del rubinetto, per un totale di 6561 casi l'anno in 26 paesi del continente. Non voglio dire che le due notizie siano connesse tra loro, ma certamente le persone possono venire disorientate da notizie apparentemente contrastanti e il sospetto che l'informazione e persino la ricerca scientifica siano manovrate dagli interessi delle aziende produttrici finisce per insinuarsi tra la popolazione.

Libertà è anche capacità di ascoltarsi al di là di tutti i condizionamenti e le paure ingenerate dal brusio del mondo, libertà è libero ascolto del proprio corpo e possibilità di sapere cosa è giusto e cosa non lo è per la propria vita, non perché si è convinti da una teoria, ma in quanto si presta attenzione ai segnali che provengono da dentro.

In una società desacralizzata, la formazione è trasferimento di informazioni, teorie e sviluppo di abilità logiche volte a manipolare e a creare nuove congetture.

Le teorie ci rendono vittime prima ancora di essere messe in pratica; rappresentano una mappa mentale che non è mai il vero territorio, e, ancora una volta, il sospetto che dietro di esse, anche quelle apparentemente più progressiste, vi sia la caccia al profitto è molto alto.

Libertà è libertà dalle teorie e quindi dalla mente ordinaria, che è il loro luogo deputato. Libertà è capacità di scegliere nell'unione di ragione e cuore, con una mente ampliata, in grado di funzionare non solo su basi logico-razionali, ma anche mitico-poetiche, capace di vibrare in sintonia con la poiesi della vita e con la bellezza della natura.

Una terapia desacralizzata rende il corpo mero organismo. La materia è possibilità, non sostanza oggettiva; per gli sciamani gli organi sono antenati, per gli animisti sono spiriti, per dirla con C.G. Jung essi sono dei, dee, e tali sono i loro gesti, le loro azioni: divine.

In una società priva dell'aspetto spirituale l'organismo è un insieme di oggetti materiali: il cuore non è possibilità di amare, il cervello non è disponibilità di conoscere, l'intestino non è capacità di provare emozioni, i polmoni non sono capacità di relazione e scambio: sono tutti meri componenti assoggettati alla mente che li analizza. La volontà di esercitare un controllo, un potere sulla natura da parte dell'uomo, a mezzo della mente, è il motivo per il quale egli trasforma il corpo in organismo e perde il senso della propria vera natura immortale.

Libertà è salute perché è vero ascolto, conoscenza del corpo, unione profonda con il corpo. Libertà è abbondanza perché è autonomia decisionale senza insicurezze e paure. Libertà è amore, è scelta di darsi. Libertà è immortalità. È consapevolezza che passato e futuro non sono tempi cronologici, bensì possibilità della coscienza: il passato è la nostra possibilità di perdonare e pacificare, il futuro è la nostra possibilità di creare.

Tutte le immagini, gli eventi del passato che non sono stati risolti, perdonati, ringraziati, benedetti, amati, in una parola pacificati, tornano e ci costringono in una gabbia di ripetitività.


Per essere liberi di co-creare il futuro bisogna aver pacificato il passato.


Gli eventi - come gli organi - non sono meri accadimenti oggettivi, ma sono enti, entità, spiriti, dei, dee, antenati, numi.

Co-creare e non creare: infatti non esiste creazione che non sia il prodotto dell'unione di due principi.

Ogni creazione comporta una morte, che è un atto sacro, un atto d'amore attraverso il quale due opposti (il Padre e la Madre) si danno l'uno all'altro. L'essere umano co-crea insieme alla divinità la grande immagine della propria vita, della propria morte e del transito dalla morte alla successiva rinascita, non vi è un attimo in questa immagine che non sia sacro, che non porti in sé tutte le caratteristiche del divino. Perciò gli eventi sono sacri e vanno pacificati.

Pacificare gli spiriti è un'arte sciamanica importantissima, che nella nostra civiltà desacralizzata si è quasi del tutto perduta. Quasi del tutto non vuol dire completamente. Alcuni la sanno ritrovare. Per costoro la vita si trasforma: da uno sforzo di resistere nella tempesta diviene la gioia di danzare nella pioggia.

Nel processo di co-creazione degli eventi è importante che tu sappia con chi ti sei unito, con chi stai scrivendo la tua storia. La civiltà sostituisce la presenza divina, l'anima del mondo, il significato e la volontà naturale, con i propri valori, con falsi dei, falsi miti, false credenze.

"La civiltà", diceva il poeta Ungaretti, "è un atto di prepotenza nei confronti della natura, è un atto contro natura".

Libertà non è fare ciò che si vuole, ma vivere nelle leggi della bellezza, in armonia con la natura che della bellezza è espressione.

La bellezza è la forma sotto cui l'amore si rende manifesto in natura e, infatti, in natura tutto è bellezza poiché tutto è sacro, tutto incessantemente si dà, tutto è evanescente. L'impermanenza è la componente fondamentale della bellezza. Un fiore è bello proprio perché è evanescente, se pensi a un fiore imperituro, è un fiore di plastica, non è più così bello come un fiore naturale. Il darsi, che è la manifestazione del sacrum facere, è l'essenza dell'amore.

Immortalità è abilità di svanire, di finire, di darsi. Questa capacità, infatti, ci preserva dalla paura che genera ignoranza.

La paura è uno spasmo che contrae i sensi, li chiude, e impedisce di percepire oltre la soglia del visibile. La paura interrompe la continuità della consapevolezza nel grande ciclo visibile-invisibile, vita-morte-vita perché occlude la capacità di vera visione, percezione e comprensione.

Morte e vita sono, in verità, simultanee, sono stari della coscienza. Tutto accade adesso, tutto accade proprio adesso.

Il tempo lineare è un'invenzione della mente che vuole esercitare un potere sugli eventi e pretende di inserirli nel binario del prima e del dopo, della logica meccanicistica della causa e dell'effetto, così da illudersi di poter prevedere, calcolare, misurare, in una parola "governare" l'esistenza.

La paura è la barriera che previene la possibilità di essere in contatto con l'invisibile, di essere immortali, di vedere gli eventi come spiriti, dei, dee, di percepire il passato come divino che chiede di essere riconosciuto e il futuro come divino che chiede di essere desiderato, amato.

Nell'età dell'oro - che è uno stato di coscienza - gli esseri umani, come ci dice il poeta greco Esiodo, non conoscono vecchiaia, malattia, dolore, vivono vite lunghissime al termine delle quali non muoiono, ma si addormentano, divenendo daìmones, spiriti guida dei viventi.

Essere consapevole nel sonno, come nella morte, è ciò che unisce la veglia al sogno e dà continuità all'esistenza nella sua manifestazione, che è amore.

L'amore comporta il numero due, bisogna essere in due per amare, ma questo non è il due della matematica desacralizzata - che si fonda sul mito sociale, artificiale della contabilità - è un due in uno, in cui i termini sono distinti ma non separati poiché l'amore li rende inseparabili.

L'unione erotica procreativa è il simbolo che in tutte le tradizioni spirituali del mondo viene utilizzato per designare questo: Shiva e la sua Parvati, la Shakti divina, il Vajradara, il Buddha, come riconosciuto nel buddhismo esoterico, sempre raffigurato nell'unione erotica con la propria compagna, Salomone e la sua sposa ne Il Cantico dei cantici, il Cristo e la Sophia, Maddalena e Gesù, perfino nell'islam poeti come Rumi, Hakmed bin Haluan, hanno cantato l'amore passionale, quasi carnale dell'uomo con il divino, a testimonianza del due in uno, lo stato di coscienza non-duale, come suprema forma di illuminazione e libertà.


La libertà è amore, è darsi.


La non-dualità comporta il numero tre, che è ancora un tre non contabile, poiché è un tre in uno, è una trinità. I tre elementi sono umano, divino e la loro incessante creazione: gli eventi, le immagini, le impressioni. Prime fra tutte l'impressione di nascere e quella di morire.

L'impressione di nascere richiede l'immagine di una madre e di un padre, i quali esigono una stirpe, un pianeta, una terra su cui appoggiarsi, una natura da cui trarre nutrimento, fede, gioia, un'epoca storica, che rappresenta uno stato della coscienza, e un mondo.

Così partendo dall'immagine di madre e di padre si crea la Grande Imago, l'immagine di una vita. E tutto accade in un attimo fuori dal tempo, tutto avviene al confine tra lo spazio e il nulla, tutto è sogno, immagine, apparizione. In quest'attimo la sola cosa che conta veramente è dire di sì e questo "sì" richiede libertà e la libertà è amore.

Ma poiché la psiche porta con sé delle resistenze all'amore, allora quest'attimo diviene tempo cronologico, la vita e la morte si separano, e il dolore, la fatica compaiono nell'immagine.

Tutti conoscono la favola di Amore e Psiche. Quando Psiche si separa da Amore entra nel buio dell'esistenza mondana, lascia il castello del suo amante divino, per entrare nella fatica e nella pesantezza della separazione. Una vita molto dura è quella di Psiche, fino a che non ritrova Amore. Questa separazione risulta necessaria affinché Psiche cresca, maturi, diventi consapevole della sua immensa fortuna, il privilegio meraviglioso di essere incondizionatamente amata.


La consapevolezza è ciò che dobbiamo conquistare lungo il cammino.


La libertà è consapevolezza. L'immortalità è consapevolezza. La consapevolezza è la vittoria sulla paura. L'amore può vincere la paura, l'amore può vincere la morte.

Per ritrovare Amore, Psiche deve amare. La dimensione mondana, la cosiddetta civiltà, però, cerca sempre di attrarre Psiche verso l'illusione del potere. La civiltà è il tentativo di potere dell'uomo sulla natura.

Si può essere nel mondo senza essere del mondo, e questo è bellissimo, questa è la libertà!

Ricorda: in virtù del fatto che sei incondizionatamente amato, la libertà è sempre con te, e con essa vi è la salute, la conoscenza, l'informazione, l'abbondanza e ogni altro obiettivo al quale tu aneli.

Devi riconoscerla, come un fiore riconosce la luce del sole, come una lucciola riconosce il buio, come un cuore riconosce il sangue; devi assorbirla e celebrarla, respirarla, magnificarla e pomparla nell'anima del mondo affinché la natura ti riconosca come il suo sacerdote e ti doni le chiavi dei suoi segreti, allora conoscerai. La libertà è conoscenza.

Ci sono due forme di conoscenza, quella che si acquisisce a mezzo dello sforzo cognitivo e quella che ci viene ispirata dagli "dei", le "idee" naturali.

La parola eidola in greco antico significa "immagini", le idee sono innanzitutto immagini, non possiamo avere l'idea di qualcosa, se prima non abbiamo l'immagine di quella cosa: per i greci gli eidola erano immagini simulacro di dei e dee. Le immagini sono, dunque, dei, dee e idee insieme.

Chi ti suggerisce le idee, chi ti guida alla conoscenza, chi scrive la tua storia insieme a te, chi è il co-creatore della tua grande immagine che chiami la tua vita: il divino, l'anima del mondo, la natura, oppure la civiltà, la mente e ciò che da essa è conosciuto? Chiamalo divino o spirito guida, se hai un atteggiamento spirituale, chiamalo anima o natura, se hai un atteggiamento naturalistico, di fatto è un principio che non è governabile dalla mente.

Puoi negarlo, se vuoi, e cercare di dare alla tua mente un potere pressoché assoluto, allora diverrà la tua ombra, gli dei diverranno demoni e sarai inseguito da orde di fantasmi adirati: hungry ghosts li chiamano i buddhisti, "spiriti famelici".

Che cosa sono se non gli eventi del nostro passato non pacificati, perché vissuti alla luce della paura, dell'ansia, del controllo mentale?

Quando la mente imprigiona gli eventi nelle sue categorie di bene e male, vero e falso, giusto e sbagliato, respingendone alcuni e desiderandone altri, lo fa da una prospettiva assai ristretta. Non vede che gli eventi sono immagini, sono il divino, e tenta di controllarli.

Gli eventi sono sempre una chiamata rivolta a Psiche affinché possa sciogliere le proprie resistenze all'amore. Gli eventi sono mito, storie, sono poiesi. Poiesi è creazione dell'anima, ma anche poesia.

Gli eventi - tutti, nessuno escluso - portano sempre in sé un nucleo drammatico. Questo dramma non è dolore, è pathos, poesia, mito, serve all'anima per chiamarci al sacro, al darci, all'amore. È attraverso l'emozione generata che noi andiamo oltre la mente. Ma, nell'andare al di là dei bastioni mentali, nel mare aperto, non dobbiamo avere paura.

Se, quando ci emozioniamo, simultaneamente ci spaventiamo, allora entriamo nella mente per tentare di controllare l'esperienza. La mente travolta dall'emozione è pericolosa, perché calcola in modo deformato e produce pensieri aberranti che ingenerano comportamenti folli; è così che nascono l'odio, la cattiveria, la perversione.

Se stai nell'emozione senza paura, allora l'emozione semplicemente dissolve la mente e la ricrea. È una morte e rinascita. Ciò che muore è la mente ordinaria, condizionata, l'insieme della programmazione esercitata dalla civiltà, il conosciuto. Ciò che si risveglia è una sovramente o supermente, un'overmind, per usare un'espressione cara al grande yoghin Sri Aurobindo, una mente libera.

Per essere strumenti validi, l'Io, l'identità personale, e la mente devono morire e poi rinascere. La vera vita è la seconda, la vera nascita è la seconda, la vera madre è la seconda.

La morte è la garanzia dell'esistenza dell'immortalità. Chi muore in vita rinasce libero.

La morte non è il nemico della vita. Il nemico della vita è la paura e l'ignoranza che ne consegue. C'è paura e paura, come c'è ignoranza e ignoranza. La paura che è nemica della vita è l'altra faccia degli attaccamenti. Quando siamo talmente attaccati all'immagine di noi stessi, del nostro Io, come entità distinta e separata dal tutto, allora temiamo per la sua sorte e viviamo prigionieri della mente come in una fantasmatica armatura.

C'è poi una paura vitale, un panico che è pura forza, ma questo è il dio, è Pan. Questa paura è vibrazione, è energia, è voglia di volare, di amare, di darsi. È bisogno di aprirsi, di dire di sì, bisogno di esistere con più intensità, che viene represso dalla prudenza del mondo, da quel calcolo del vantaggio e dello svantaggio che opera la mente sulla base dei valori della civiltà.

C'è l'ignoranza data dalla foga nella conoscenza tecnico-strategica della mente, che nega il sacro, e c'è l'ignoranza come ingenuità, come sapere di non sapere, che apre tutte le porte della vera conoscenza.


Libertà è amore, salute, abbondanza, conoscenza, informazione, realizzazione, bellezza, gioia, immortalità.


Libertà è darsi senza paura agli eventi, è vivere con intensità, lucida consapevolezza, chiarezza di visione e illimitata passione, è assenza di paura (quella che nasce dagli attaccamenti e ingenera il bisogno di controllo), è coraggio di dialogare con l'invisibile, sensibilità di ascoltare il silenzio e di fare esperienza dell'ombra, che è l'altra faccia della luce.

Libertà, infatti, non è illuminare ciò che la mente ritiene sia oscuro, ma è liberarsi dall'idea mentale che ciò che è luminoso tale invece non sia.

La libertà è la consapevolezza che vi sono false idee di cui disfarsi e che le vere idee non sono un prodotto della mente, un secreto del cervello, ma sono dei, dee, numi e spiriti che ci amano. La libertà è una scelta che mettiamo in ogni atto della nostra vita.

Quando sei in una relazione che non ti rende felice e non riesci a uscirne, dopo un po' è una scelta. Quando fai un lavoro che non ti piace e non riesci a lasciarlo, dopo un po' è una scelta. Tutte le nostre decisioni sono le une dentro le altre e tutte sono modellate sullo stampo di un'unica decisione: la scelta tra l'amore e il potere.


Vivi in un mondo che ha scelto il potere, ma tu puoi sempre scegliere l'amore e il dialogo.


Imparare ad amare gli eventi, a dialogare con essi, è l'arte sciamanica della pacificazione degli spiriti.

L'evento è sempre foriero di emozione. La paura ti spinge a giudicare subito l'emozione, ad analizzare l'evento nel tentativo di controllarlo. Se invece riesci ad affrontare l'evento per prima cosa con il cuore, con l'amore, anziché con la mente, se lo approcci con un elevato quoziente di disponibilità, di libertà, allora riesci ad accogliere l'emozione, assorbirla, respirarla, celebrarla, dirle di si, senza giudicarla e riesci a dialogare con essa, come fa il fiore con la luce del sole: "Grazie per essere qui, ti prego apri il mio sguardo, aiutami a vedere ciò che ancora non vedo, aiutami a fiorire!". Allora lo spirito ti accarezza. Poi arriva la mente, ma è una mente illuminata dall'amore, una supermente, che vede assai più in là, che conosce molto più in profondità.

Il modo in cui reagisci agli eventi è indotto dalla programmazione inconscia che il mondo esercita.

Libertà è essere capaci di affrontare l'evento con totale disponibilità e apertura, senza modelli e filtri mentali. Poi l'evento t'aiuta, si unisce a te, diventa il tuo compagno, il tuo dolce amante, altrimenti si perturba, diventa un fantasma adirato, uno spirito famelico nei tuoi ricordi. Pacificare gli eventi perturbati del passato ti aiuta a conquistare la libertà. È l'arte sciamanica più importante, un'arte magica e potente, fatta di luce di sole e di luna insieme, fatta di luce di lampo e di arcobaleno.

L'arcobaleno è il ponte tra il visibile e l'invisibile, è il passaggio che puoi attraversare per procedere da una realtà condizionata alla libertà.

Il drago immaginale può essere il tuo veicolo; ha un corpo potente e sa bruciare gli ostacoli, le sue sono le ali della perfetta creatività, sulle quali tu puoi raggiungere qualsiasi obiettivo.

Allora scoprirai che solo l'amore ti dà il vero potere, ti rende veramente potente, capace di realizzare i tuoi sogni. Il potere che la mente vorrebbe esercitare attraverso il controllo, l'analisi, il calcolo, diviso dalla capacità d'amare, separato dal senso del sacro, non è che una forma di schiavitù che genera dolore e sofferenza.


Tutto è dono in questo universo, e solo attraverso il dono possiamo ricevere. Per ricevere bisogna innanzitutto dare, darsi, amare.


Il drago viene a te con il primo raggio di sole che penetra tra le nuvole di un temporale; puoi cavalcarlo se lasci andare lo sforzo di resistere nella tempesta e scoprire la gioia di danzare nella pioggia. Non è un drago qualunque, è un drago immaginale, cioè è una immagine, uno spirito che viaggia alla velocità del pensiero e può essere da te, con te, per te senza che tu debba fare nessuno sforzo per raggiungerlo, semplicemente grazie alla tua capacità di immaginazione, che è anche potere di evocazione.

Noi viviamo in un mondo simbolico, un mondo immaginale.

Un mondo immaginale è un mondo divino in cui è meraviglioso vivere. Il mondo del materialismo e dell'oggettività è un universo di limitazioni in cui si vive da vittime.

Se un albero di pino è per te un oggetto materiale, potrai conoscerlo solo attraverso la tua mente, analizzandolo, sezionandolo. Se un pino ha un'anima per te, o è un dio (per esempio il dio Attis, come per gli antichi), allora il tuo processo conoscitivo passerà per il dialogo, la preghiera, l'amore, l'unione profonda, che è sempre pro-creativa, erotica, generativa.

La vera conoscenza è divenire, trasformazione e crea sempre qualcosa di nuovo. La creatività infonde uno stato di piacere, d'energia, di entusiasmo; un mondo divino è una dimensione creativa, d'amore e di meraviglia.

Le Carte del Drago Immaginale sono una chiave per aprire la porta di questo mondo, per conoscere in modo diverso rispetto al processo mentale di analisi.

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