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Macrobiotica: parlano gli esperti

Macrobiotica: parlano gli esperti
Roberto Marrocchesi

Pubblicato 6 anni fa
Roberto Marrocchesi

Dealma Franceschetti

Pubblicato 6 anni fa
Dealma Franceschetti

La farmacia in cucina: intervista doppia a Roberto Marrocchesi e Dealma Franceschetti sull'Alimentazione Macrobiotica

Negli anni sono state spese tante parole nei confronti di questa affascinante “disciplina” orientale, nata in Giappone, a opera di George Ohsawa.

Definire la macrobiotica come una dieta sarebbe estremamente riduttivo, poiché non si limita a un’analisi chimica degli alimenti, ma spinge l’uomo a comprenderne l’essenza energetica, yin e yang. Il fine? Raggiungere un equilibrio nel piatto, che si traduca in benessere per il corpo e lo spirito.

Per capire meglio cos'è la Macrobiotica abbiamo fatto un'intervista doppia a Roberto Marrocchesi e Dealma Franceschetti.

Come spiegheresti a un bambino cos'è la macrobiotica?

Roberto - Nella pratica: sotto i 7 anni gli cucino semplicemente cosine buone, allegre e con tanti chicchi e colori. Dai 7 ai 12 anni mi esprimerei con le seguenti parole "Piccolo/a a noi piace così, ci garba molto e si sta bene, meno raffreddori o mal di pancia!". Dai 12 ai 14 gli farei capire che è un modo di vivere che mi dà senso di vita naturale, oltre a non sprecare né affamare gli altri.

Dealma - Credo che gli direi che la macrobiotica può essere una “lente” per guardare il mondo in modo più approfondito, ma paradossalmente anche più semplice. E’ una bussola per capire meglio quale cibo fa bene al nostro corpo, alla nostra mente e al nostro spirito.

In che momento della tua vita ti sei avvicinato/a a questa disciplina? Hai un ricordo particolare del tuo primo approccio?

R - Lessi un articolo riguardante la dieta n°7 sul giornale femminile di mia madre, poi trovai Ohsawa (1972 ca.) e fu un flash. Cercavo "qualcosa" oltre la politica, una via per la salute e la giustizia, che abbracciasse le leggi di Natura e non dell'Uomo; delle quali mi stavo già stufando. Ovvio che la dieta di solo riso mi fece più male che bene, specie nel "dopo", ma io testardo tenni duro perché quell'uomo mi dava fiducia, e poi son sempre stato un alternativo fuori dal binario.

D - Sì lo ricordo bene. Ho incontrato la macrobiotica durante una vacanza nel 2005. Mi ha colpita immediatamente l’approccio alle energie sottili, lo yin e lo yang e tornata a casa mi sono messa a studiare.

Il libro che consiglieresti a un neofita dell'argomento?

R - Il mio Macrobiotica Moderna, 1999 Edizioni Sì, lo do a tutti. Filosoficamente G. Ohsawa ma non per le diete. Per la cucina ancora Cucinare per il corpo e lo spirito di Elena Roggero, e tutto H. Aihara. Di M. Kushi i manuali, specie i Rimedi Naturali

D - Il nuovo libro della macrobiotica di Michio Kushi.

Qual'è, per te, il rimedio macrobiotico da avere sempre nella credenza?

R - Riso, miso, sigari Toscanelli.

D - Toglietemi tutto... ma non il kuzu e l’umeboshi!

Personalmente trovo che la macrobiotica non sia semplicemente una dieta ma una vera e propria filosofia di vita. Attraverso la macrobiotica possiamo conoscere meglio noi stessi e migliorare il mondo che ci circonda. Tutto questo necessita di impegno, rigore e soprattutto tempo (per cucinare ndr).

Come la macrobiotica si può sposare con uno stile di vita frenetico come quello odierno?

R - Non si sposa affatto. È lo stile di vita odierno che è da abolire. Comunque ci sono compromessi e modi di organizzarsi, ma comunque la macrobiotica va meglio per più persone che la condividono: una volta si chiamava FAMIGLIA.

D - In effetti non è facile. Credo che il segreto per portare la macrobiotica nella vita frenetica di oggi sia il compromesso. Ad esempio preparare prima un cereale in chicco, che si conserva in frigorifero 4-5 giorni, una volta lessato. In questo modo lo avremo già pronto per essere condito con delle verdure da far saltare in padella velocemente.

Che risposta dareste a chi pone la classica domanda: "La macrobiotica utilizza ingredienti provenienti dall'altra parte del globo, non è uno stile alimentare sostenibile"?

R - Domanda non accolta se chi la fa consuma sovente caffè, tè, zucchero di canna, cioccolata, pompelmi, banane e altra frutta tropicale, pepe e varie spezie, e se tira fuori pure l'ecosostenibile allora ci cascano pure tutti i carnivori, i latto/ovo dipendenti e i consumatori di aria condizionata, di cocaina e di Beyoncè. Coi pochi rimasti spiego civilmente in poche parole.

D - Credo che sia meno ecosostenibile l’abuso di cibo animale. Ormai tutti sappiamo quanto l’allevamento intensivo abbia un fortissimo impatto sul pianeta, inquinando l’aria, l’acqua, il terreno, rubando risorse e impoverendo i Paesi del Terzo mondo. La macrobiotica usa davvero ben poco cibo animale, solitamente il pesce. Credo che sia poco ecosostenibile anche il cibo industriale e raffinato.

I cibi alla base della macrobiotica sono decisamente sostenibili: cereali, legumi, verdure (per giunta di stagione, quindi niente serre che inquinano…). Biologici, integrali, cucinati a casa. A ben guardare lo stile macrobiotico è forse uno dei più ecosostenibili!

Credo sia utile precisare che gli ingredienti usati della macrobiotica, che vengono dall’altra parte del mondo, sono più che altro dei condimenti, che si usano in piccole quantità, quindi non mi sento, personalmente, di preoccuparmi dell’impatto ecologico del loro consumo, considerato poi che non mangio carne da più di vent’anni e derivati animali da circa 15 anni, che compro biologico, ho un orto, riciclo, riutilizzo e non spreco acqua e luce! Inoltre, buona parte di questi alimenti vengono ormai prodotti (o raccolti o coltivati) anche in Italia o in Europa, come il miso, il tofu, il tempeh, oppure i funghi shitake, o alcune alghe.

Aggiungerei che, spesso, chi fa questa domanda non è consapevole di usare ogni giorno alimenti che vengono proprio dall’altra parte del mondo: banane, cacao, caffè, ananas, zucchero di canna, pesci pescati in mari tropicali, ecc. Prima di guardare nel piatto degli altri è meglio guardare meglio nel nostro. Quindi il mio consiglio è sempre uno: consapevolezza!

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